Con il provvedimento, predisposto dall'assessorato di Viviana Beccalossi, verrebbero escluse dal computo delle soglie di consumo di suolo un lungo elenco di opere di pubblica utilità e di interesse generale di carattere intercomunale come strade, autostrade, cave, impianti di trattamento rifiuti, aeroporti, linee ferroviarie, ospedali, case di cura, centri di ricerca, edilizia residenziale pubblica. Interventi anche importanti, ma che se sottratti completamente al meccanismo delle soglie poste in legge contro il consumo eccessivo di territorio renderebbero la stessa inutile. La pensa così il Partito Democratico che con il capodelegazione in commissione Jacopo Scandella ha presentato un emendamento per chiedere alla giunta di tornare sui propri passi. Di diverso avviso il consigliere di Lombardia Popolare Carlo Malvezzi che in commissione ha invece annunciato l'intenzione di allargare ulteriormente le maglie della legge intervenendo con una modifica sulla stessa. Il documento sarà messo al voto nella prossima seduta.
“Il centrodestra sta prendendo in giro i cittadini e i comuni che attendono da due anni di poter applicare la legge contro il consumo di suolo – attacca Scandella -. La Lombardia è la Regione italiana che ha subito la maggior cementificazione negli ultimi anni, Maroni a parole aveva assicurato di voler invertire la tendenza ma i fatti lo smentiscono. Oggi abbiamo le amministrazioni comunali che vorrebbero contenere l'edificazione ma che non lo possono fare per i ritardi e le interpretazioni controverse di Palazzo Lombardia. Se questo documento venisse approvato la legge contro il consumo di suolo, che già aveva limiti pesanti, diverrebbe carta straccia.”
La legge n. 31 del 2014, dal titolo "Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato", prevede delle soglie massime di consumo del suolo differenziate per ambito territoriale secondo una programmazione che deve essere formalizzata dalla Regione nel Piano Territoriale Regionale, peraltro ancora non approvato.