Sabato, 27 luglio 2024 - ore 03.23

CR Pianeta Migranti. Desmond Tutu ha dimostrato che si può vincere il razzismo

La sua frase più celebre.”Se siete neutrali nelle situazioni di ingiustizia, siete dalla parte degli oppressori”.

| Scritto da Redazione
CR Pianeta Migranti. Desmond Tutu ha dimostrato che si può vincere il razzismo

Cremona Pianeta Migranti. Desmond Tutu ha dimostrato che si può vincere razzismo e apartheid.

La sua frase più celebre.”Se siete neutrali nelle situazioni di ingiustizia, siete dalla parte degli oppressori”. Ai lettori di Pianeta Migranti auguriamo per il nuovo anno di non essere mai neutrali davanti all’ingiustizia, ma sempre dalla parte degli oppressi e insieme a loro.

Il 26 dicembre ci ha lasciato Desmond Tutu, arcivescovo anglicano, protagonista insieme a Nelson Mandela della lotta contro l’apartheid in Sudafrica.

Leader carismatico, oratore nato, emerge come figura di primo piano contro il regime dell’apartheid a partire dalla rivolta degli studenti neri a Soweto nel 1976, e negli anni ’80. Tutu denuncia apertamente gli eccessi di violenza della polizia e dell’esercito nel tempo in cui la repressione del governo contro la ribellione dei neri diventa più spietata.

Insignito nel 1984 del premio Nobel per la pace, leva la sua voce per chiedere alla comunità internazionale di imporre sanzioni e di boicottare il regime dell’apartheid che paragona al nazismo.

Per comprendere lo spessore del suo pensiero ispirato al multiculturalismo e all’integrazione, è importante considerare il patrimonio di saperi ancestrali della sua terra natia, il Sudafrica, che egli seppe ben coniugare con le istanze della sua fede religiosa. La sua filosofia di vita si è, infatti, sempre ispirata al principio "Ubuntu”, un concetto filosofico della tradizione bantu, dalla forte valenza sociale, presente nelle lingue dei popoli Zulu.

Se provassimo a tradurre questa espressione in italiano, potremmo dire: "Io sono perché tu sei"; "una persona diventa umana attraverso altre persone"; "una persona è persona grazie ad altre persone". 

Una visione, dunque, della società, senza divisioni, nella quale ogni persona si sente e vive strettamente connessa con un NOI. Da qui nasce l’attenzione di Tutu verso ogni genere di alterità, e un’istintiva e naturale tensione verso la pace.

Ubuntu è un pensiero del tutto opposto a quello occidentale, centrato sulla realizzazione dell’io, sull’individualismo, sulla competizione e che vede l’altro come un ostacolo, se non un nemico da combattere o sconfiggere. Questo è il pensiero che ha fondato la civiltà occidentale, che  ha costruito un sistema economico e sociale solo per pochi, e per fare questo ha distrutto il pianeta.

Desmond Tutu e tutti coloro che sostennero la lotta non-violenta avevano accettato e praticato il "plurale" voluto dalla storia, alla sola condizione di ripudiare il razzismo e la discriminazione, evitando di "territorializzare" i diritti dei popoli o le aspettative delle minoranze.

Una volta sconfitta l’apartheid, Desmond Tutu collaborò con Nelson Mandela, presidente del Sudafrica, a unificare la nazione uscita dalle ceneri di un secolo di regime della minoranza bianca.

Fu Tutu a ideare nel 1995 la ‘Commissione Verità e Riconciliazione’, con l’intento di accordare la grazia a chi, fra i responsabili delle atrocità commesse durante l’apartheid, avesse pienamente confessato i propri crimini: una forma inedita di riparazione morale anche nei confronti dei familiari delle vittime. Fu una scelta rivoluzionaria, perché evitò lo scatenarsi della sete di vendetta da parte della maggioranza afro nei confronti della minoranza bianca dopo la caduta del regime segregazionista di Pretoria, e scongiurò la guerra civile.

Diceva Tutu in uno scritto “Nessuno nasce bugiardo, o stupratore, o terrorista. Nessuno nasce pieno di odio. (…) La semplice verità è che tutti commettiamo degli errori e tutti abbiamo bisogno di essere perdonati”. “Quando siamo disposti ad abbassare le nostre difese e a guardare con onestà alle nostre azioni, scopriamo che c’è grande libertà nel chiedere perdono e grande forza nell’ammettere di aver sbagliato”.

L’ammissione dei propri errori risana quanto perdonare gli sbagli altrui. E la Commissione sudafricana ‘Verità e Riconciliazione’ ha saputo trasformare questo principio in esperienza collettiva.

 

 

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