Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 05.52

Cremona Pianeta Migranti. La coraggiosa Fessaha Alganesh la Ghandi eritrea

Fessaha Alganesh, dottoressa milanese di origine eritrea, salva vite in Libia come nel deserto, per liberare chi è imprigionato

| Scritto da Redazione
Cremona Pianeta Migranti. La coraggiosa Fessaha Alganesh la Ghandi eritrea

Cremona Pianeta Migranti. Il coraggio di Fessaha Alganesh la Ghandi eritrea

Fessaha Alganesh, dottoressa milanese di origine eritrea, salva vite in Libia come nel deserto, per liberare chi è imprigionato nelle galere e nei lager dei trafficanti di esseri umani in Sudan ed Egitto, dedicandosi soprattutto a malati, donne e bambini.

 Esule eritrea e specialista in medicina ayyurvedica, fa parte dell'associazione Gandhi, che è stata fondata nel 2003 ad Abidjan, in Costa d'Avorio, da un gruppo di professionisti africani (medici, professori universitari, liberi professionisti), con lo scopo sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema dei minori abbandonati, della condizione della donna in Africa sub sahariana e della tratta di esseri umani.

L'associazione, di cui è presidente, ha salvato centinaia di rifugiati vittime dei trafficanti nel Corno d'Africa e nel Sinai, in collaborazione con lo sceicco Awwad Mohamed Ali Hassan. Dal giorno del loro incontro, avvenuto in un’occasione di grande rischio per Alganesh - si trovava infatti, donna e per di più cristiana, da sola, nel Sinai -, i due hanno portato a termine numerose missioni, riuscendo a scarcerare, senza pagare alcun riscatto, migliaia di uomini.

Neanche la violenza è riuscita a spezzare la sua determinazione; nonostante le ossa rotte e le minacce, è tornata più volte in quei luoghi e continua ad essere riferimento per le famiglie delle migliaia di eritrei tuttora ufficialmente scomparsi.

Alganesh opera anche in Italia, a Lampedusa, dove ha aiutato i migranti e i loro familiari nel tremendo naufragio del 2013. E’ diventata un punto di riferimento soprattutto per i suoi concittadini che chiedono notizie dei propri cari, segnalando scomparse o rapimenti. ‘Gandhi’ è il soprannome che le è stato dato da migliaia di uomini e donne, perlopiù giovani, che scappano dal regime eritreo di Isaias Afewerki, attraversano il deserto e il Mediterraneo per approdare in Europa. Durante questo tragitto vengono catturati nel deserto del Sinai e in Sudan, caricati su camion e portati nei lager libici. In molti casi, i trafficanti chiedono riscatti molto elevati; il mancato pagamento comporta l'uccisione, lo sfruttamento per il traffico di organi, la costrizione alla prostituzione. I più ‘fortunati’ riescono a sbarcare, sfiniti, sulle coste italiane.

In un video, Alganesh racconta le loro condizioni fisiche estreme ma anche le ferite  invisibili che lacerano la psiche di questi giovani fuggiaschi: traumi terribili e violenze indicibili che li segneranno per sempre.

Le ferite invisibili dei migranti in fuga dal Corno d'Africa | Rivista Africa (africarivista.it)

E’ una donna coraggiosa che rompe il muro dell'omertà grazie ad un atteggiamento di non violenza e di aiuto agli ultimi. Ha ricevuto l' Ambrogino d'oro, massima benemerenza civica milanese. 

Le è stato dedicato anche un albero nel Giardino dei Giusti del Monte Stella di Milano. Lo stesso è avvenuto a Tunisi nel Giardino dei Giusti dell’ambasciata italiana.

4811 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online