Domenica, 05 maggio 2024 - ore 14.06

(CR)Pianeta Migranti. L’accordo Italia-Albania sposta il problema ma non lo risolve

L’intesa tra Meloni e Rama consentirà di trasferire in Albania le persone messe in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane.

| Scritto da Redazione
(CR)Pianeta Migranti. L’accordo Italia-Albania sposta il problema ma non lo risolve

(CR)Pianeta Migranti. L’accordo Italia-Albania sposta il problema ma non lo risolve

L’intesa tra la presidente del consiglio Meloni e l’omologo albanese Rama consentirà di trasferire in Albania le persone messe in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane.

L'Italia costruirà in Albania un centro di prima accoglienza e un centro per il rimpatrio che ogni anno dovrebbero gestire fino a 36 mila migranti salvati in mare. Queste due strutture verranno realizzate, entro primavera e a spese dell’Italia, nel  porto di Shengjn, all'altezza di Bari e nell'area di Gjader a 20 chilometri nell'entroterra. “Non accoglieranno minori, donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili”, ha precisato la presidente Meloni, ma solo immigrati salvati nel Mediterraneo da navi italiane, non dalle Ong. Nei due centri, i migranti staranno il tempo necessario per le procedure. La giurisdizione dei centri sarà italiana, mentre l'Albania collaborerà con le sue forze di polizia per la sicurezza e la sorveglianza.

Ancora una volta siamo di fronte ad una versione securitaria e di esternalizzazione della gestione dei migranti e dei richiedenti protezione che, calpestando il quadro normativo europeo ed internazionale in materia di diritti umani e del diritto di asilo, scarica sui paesi fuori dall’Unione Europea, la responsabilità dell’accoglienza e del diritto d’asilo, in cambio di promess,e e di aiuti economici, come è stata l’esperienza dell’Accordo tra Italia e Libia. Questo è, in sostanza, il parere della società civile e degli organismi umanitari che si occupano dei migranti.

Amnesty international ha dichiarato: ”Le persone soccorse in mare dalle autorità italiane sono sotto la giurisdizione italiana e non possono essere trasferite in un altro Stato prima che la loro richiesta d’asilo e le situazioni individuali siano esaminate.” Senza questa garanzia si entra nel respingimento, una prassi vietata dalle norme europee e internazionali.” Il respingimento viola gli articoli 18 e 19 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, vincolanti per tutti gli Stati.

L’Italia sostiene che le persone detenute in Albania resterebbero sotto la sua giurisdizione ma, per Amnesty, e finirebbero  in detenzione automatica e prolungata con violazioni dei diritti umani, con sofferenze devastanti, e sarebbero al di fuori del controllo delle autorità giudiziarie italiane. Per questo, Amnesty chiede al governo italiano di “rispettare gli obblighi internazionali del non respingimento, della garanzia d’asilo, e chiede alla Commissione europea di assicurare che gli stati membri non violino l’insieme delle norme in materia di protezione internazionale”.

Cosa pensano dell’accordo le Ong?

Anche per Medici senza frontiere l’accordo Italia-Albania è un “attacco sferrato al diritto d’asilo”. Il patto siglato tra Roma e Tirana “è fallimentare, aumenta le sofferenze delle persone e raggira gli obblighi di protezione e soccorso in mare sanciti a livello internazionale”. Un accordo in linea con le politiche di contenimento e dissuasione che si sono dimostrate prive di efficacia nel lungo periodo”. 

E i giuristi?

Per il giurista Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto di asilo a Palermo e giurista esperto di diritti umani, l’accordo dà vita a “un progetto impraticabile e privo di basi legali. Fin dal momento dello sbarco in Albania - spiega Vassallo- i migranti, già ritenuti comunque “illegali”, saranno totalmente privati della libertà personale. La procedura individuata dall’Italia, secondo Vassallo, potrebbe configurarsi come un “respingimento collettivo”.

Decisamente critico anche Filippo Miraglia (Arci e Tavolo asilo e immigrazione), che dichiara: “Le Convenzioni Internazionali e le Direttive Europee sono leggi di rango superiore e anche il governo Meloni deve rispettarle”.

 

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