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Crema secessionista?| G.C.Storti

| Scritto da Redazione
Crema secessionista?| G.C.Storti

Crema secessionista?| G.C.Storti .
Leggendo la lettera di Tino Arpini,consigliere comunale del Comune di Crema, dopo aver letto e sentito altre dichiarzioni di esponenti politici cremaschi, anche del PD, sorge spontanea una domanda.
Ma Crema vuole proprio diventare autonoma  da Cremona?
Pare proprio di si. Nella presa di posizione di Arpini ne sono elencati i motivi che si riducono ad una considerazione, questa: "In pochi anni Crema ha perso l’autonomia dell’ASL, degli uffici Enel e Telecom, ed ora del Tribunale, a favore di Cremona, e pare non sia finita".
Mi stupiscono inoltre due altre considerazioni.
La prima quando si afferma che "Storicamente Cremona ha poco da condividere con Crema che, con la sua appartenenza alla Serenissima repubblica di Venezia per 350 anni, ha molte più affinità con Bergamo o Brescia; sia per idioma..".
Che diversità culturale esiste fra questa affermazione a quella della Lega Lombarda sulla " secessione dall'Italia" ?
La seconda è quando si scrive che "l'onorevole Pizzetti del Partito Democratico, ha giocato a viso aperto la sua “legittima”  battaglia contro Crema".
Ora da osservatore mi permetto di dire che questa diatriba, Crema-Cremona, sia pur legittima riporta indietro l'orologio della storia. E' questo che si vuole? Evviva.
Però mi domando anche che posizione assumerà il Partito Democratico, che da poco tempo è diventato provinciale annullando l'autonomia della Federazione di Crema. Prevarrà in questo partito la linea della " grande provincia" o quella dello " spezzatino" ?
Staremo a vedere.
Gian Carlo Storti
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Di seguito la presa di posizione di Tino Arpini.
La decisione governativa di sopprimere il tribunale di Crema, è miope, inconsistente nelle ragioni di merito, quindi di pura facciata politica e fortemente negativa sia riguardo le grosse problematiche della giustizia italiana sia riguardo i diritti dei cittadini, nel caso Cremaschi.
Soprattutto nel momento in cui a questi cittadini si è chiesto un grosso ed eccezionale sforzo finanziario  e contributivo per mettere rimedio a dissennate amministrazioni politiche del passato e del presente, vengono soppressi agli stessi cittadini diritti primari costituzionalmente garantiti.
Mentre per il costo della politica, privilegi perpetui di parlamentari nazionali e regionali in carica, o di decine di migliaia che lo sono stati, che costituisce una causa pesantissima del dissesto finanziario, nulla di concreto si vuol fare.
Nel difendere il Tribunale la polis cremasca, salvo qualche uscita estemporanea di troppo, si è mossa compatta, indirizzata molto bene dall’ordine degli avvocati nella persona del suo presidente.
Ma la politica cremonese ha fatto altrettanto e soprattutto il cremonese onorevole Pizzetti del Partito Democratico, ha giocato a viso aperto la sua “legittima”  battaglia contro Crema.
Visti i criteri decisionisti adottati dal governo di spending review sulla giustizia, il tribunale di Crema non si sarebbe salvato nonostante il grosso e meritevole sforzo degli avvocati e di tutto il territorio nel proporre la valida soluzione alternativa di incorporare Treviglio; l’onorevole Pizzetti si sarebbe potuto risparmiare nell’affannarsi a favore di Cremona.
Certamente invece il ruolo da lui giocato riapre prepotentemente la discussione sulle storiche diversità e qualche rivalità di Crema e del cremasco rispetto al capoluogo di questa provincia. Vista la redifinizione delle competenze e dei confini provinciali in atto, conviene ragionarci sopra perché l’occasione è unica.
In pochi anni Crema ha perso l’autonomia dell’ASL, degli uffici Enel e Telecom, ed ora del Tribunale, a favore di Cremona, e pare non sia finita.
Ciò nonostante molti politici anche cremaschi e, più comprensibilmente, lo stesso Pizzetti, si battono contro “lo spezzatino territoriale” a favore del mantenimento integrale del territorio provinciale, semplicemente allargato a Mantova e Lodi, per fare la grande provincia del Po, oppure semplicemente aggregando Lodi. Attenti però che i politici di lungo corso sono intimamente preoccupati di mantenere integro il proprio bacino elettorale piuttosto che interpretare le effettive esigenze del cittadino-contribuente.
Storicamente Cremona ha poco da condividere con Crema che, con la sua appartenenza alla Serenissima repubblica di Venezia per 350 anni, ha molte più affinità con Bergamo o Brescia; sia per idioma, sia per mentalità imprenditoriale. Certamente nessun elemento logico fa sentire i cremaschi come cremonesi e men che meno come “gente rivierasca del grande fiume”. Si tende progressivamente ad annullare le nostre pecularietà indebolendoci politicamente e nei servizi, omogeneizzandoci al cremonese, ma la storia e le diversità sono ineludibili e molti comuni del territorio hanno nella denominazione l’aggettivo “cremasco”, vedi Ripalta, Monte, Vaiano, Bagnolo, Casale, che ci identifica.
Voglio così sperare  in un intimo orgoglio che faccia scattare il desiderio di giocare fino in fondo il nostro  ruolo, al di là degli interessi  o privilegi personali. Molti altri territori di confine nelle varie provincie si propongono aggregazioni diverse dalle attuali, magari con referendum popolari.
Noi con Cremona ci siamo ridotti sempre più  fanalino di coda; nella grande provincia del Po scomparirebbe il nostro peso politico locale e non saremmo che quinta o sesta città in ordine di importanza: una borgata periferica. Niente di più entusiasmante nella semplice aggregazione di Cremona con Lodi.
Abbiamo un’occasione unica e irrepetibile di rilanciare il nostro territorio e di rifarci di molti servizi persi con Cremona: quella di portare il cremasco in un’area economicamente più omogenea, con Lodi (con cui siamo già stati capoluogo della ex provincia Lodi-Crema, dove ha ancora sede la nostra Conservatoria immobiliare) e con i fratelli bergamaschi di Treviglio, i quali sono stati certamente più collaborativi nel tentativo di salvare il Tribunale di Crema.
In una realtà siffatta (Lodi, Crema, Treviglio) la nostra città giocherebbe un ruolo determinante in un contesto a tre quasi paritetico, quale è la consistenza numerica dei tre centri urbani, con servizi amministrativi, giudiziari e commerciali molto ravvicinati e favoriti da strutture viarie di collegamento, sia stradale che ferroviario, di primaria importanza nazionale che darebbero prospettive di sviluppo ineguagliabili, impareggiabili e neanche pensabili nel contesto proposto da Cremona. Ma anche Lodi e Treviglio avrebbero molta maggiore rilevanza rispetto a quanto si prospetta loro.
Tino Arpini
Consigliere Comunale di Crema, lista civica Cose Buone per Crema.

2012-09-02

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