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Cremona A Borgo Loreto non si vive nella paura di Gian Carlo Storti

Si raccontano e si scrivono cose non vere. Reagiamo alla ‘paura’ che ci viene somministrata ogni giorno. Non chiudiamoci in casa , apriamo le finestre e guardiamo il mondo colorato che ci circonda.Il Direttore del giornale La Provincia di oggi 11 febbraio 2016 pubblica la mia lettera e precisa. Ringrazio per le puntializzazioni nel merito

| Scritto da Redazione
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Il Direttore del giornale La Provincia di oggi 11 febbraio 2016 pubblica la mia lettera e precisa :' Ho dovuto riassumere la sua lunghissima lettera ma credo di non averne alterato il senso. Non ho mai pensato che Borgo Loreto sia un quartiere degradato. Al contrario, per i motivi da lei elencati e per altre peculiarità della zona, quel quartiere è uno dei più vivaci della città. L’aggressione all’oratorio è avvenuta lì, ma poteva verificarsi in qualsiasi altra parte della città. La invito pertanto a non vedere un giudizio negativo sul quartiere che non c’è e la criminalizzazione  degli stranieri che sono per la stragrande maggioranza persone perbene e integrate'.

Ringrazio per la tempestività della pubblicazione e per le puntualizzaioni nel merito.

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Lo scorso 25 gennaio il parroco di San Genesio, leggasi Borgo Loreto, Giuseppe Ghisolfi è stato minacciato da un marocchino, che aveva sempre aiutato, che poi lo ha preso a botte.

Ovviamente va al parroco tutta la solidarietà ed il sostegno del caso. Purtroppo questi casi di violenza balzano sempre di più alla cronaca e quando  capitano incutono paura sicuramente per il fatto che i protagonisti di questi episodi delinquenziali sono extracomunitari o stranieri di etnia diversa dalla nostra.

Il giornale locale la Provincia dedica , il 1° febbraio, una intera pagina [che alleghiamo] a questo fatto ed a ciò che avviene od avverrebbe nel quartiere di Borgo Loreto intitolando, con grandi foto ‘PAURA A BORGO LORETO’.

Per andare avanti nella mia riflessione vi propongo una parte dell’articolo che dice: ‘ Circa 1800 abitanti, per il 25 per cento stranieri: maghrebini, gente di colore, romeni e nessun indiano. A Borgo Loreto, dopo l’aggressione di martedì scorso, è la paura a prendere il sopravvento. Soprattutto quando cala il buio.«Molti anziani non escono più di casa. Il timore è che l’episodio possa ripetersi», dice il parroco di Borgo Loreto, Giuseppe Ghisolfi. Parole che trovano conferma nelle testimonianze di alcuni residenti della zona. Non sono solo anziani, ma anche ragazzi e adulti, gli abitanti di un quartiere che, nell’ultimo periodo, ha dovuto fare i conti con episodi che spingono a mantenere alto il livello di guardia. Il problema principale si presenta nelle ore serali — riferisce una quarantenne — e si intensifica nelle zone poco illuminate, come via Olivieri e via Loreto. Il timore è quello che, in caso di aggressione, nessuno senta le grida di chi chiede aiuto’.

Visto che vivo a Borgo Loreto dal 1977 ho visto questo quartiere cambiarsi, modificarsi e sicuramente non in peggio. Problemi vi sono certamente , come in tutte le zone di periferia dove vivono i meno abbienti, i disoccupati, i pensionati, gli extracomunitari e tanti cittadini comuni poveri o in miseria

Una persona  che passa dal Borgo e che legge quella pagina di giornale pensa di essere in un sobborgo di una città dove la delinquenza è visibile ad occhio nudo , prende paura e scappa. Ovvero l’intera pagina non è equilibrata e non dice molte cose.

Ci provo io a descrive le cose non dette.

Prima di tutto Borgo Loreto è l’unico quartiere che vede la presenza di tre luoghi di culto diversi: la chiesa cattolica, il Centro Islamico e da poco più di un mese  la chiesa Ortodossa Rumena.

Tutti questi tre edifici hanno una cosa in comune. E che cioè queste strutture sono state costruite con la raccolta fondi delle rispettive comunità

L’ultimo esempio virtuoso è quello della comunità rumena che ha acquistato la vecchia chiesetta cattolica, dismessa da anni, e l’ha ristrutturata e consacrata alla loro fede.

Certo i luoghi di culto, come effetto collaterale, producono disagi ai cittadini come quello del traffico automobilistico e la conseguente diminuzione dei parcheggi per i residenti. Se passate al venerdì, giorno sacro dell’Islam, di fronte alla moschea sono parcheggiate molte auto e molte biciclette ed in via dei Cipressi qualche problema ai cittadini di passaggio ed ai residenti si crea. Idem avviene per le funzioni nella chiesa cattolica ed in quella ortodossa la domenica mattina ecc.

Esiste una cooperativa sociale che anni è presente nel quartiere con le sue attività, come ci sono comunità religiose che accolgono le persone in difficoltà ecc.

A palazzo Due Miglia vi è un  centro per anziani e la sede del Quartiere 5 molto attivo sul piano sociale che produce in continuazione iniziative con la scuola di Via San Bernardo. Alla mattina un colorato piedi bus , accompagnato dai nonni, attraversa le strade del Borgo ‘senza paura’ ed in allegria.

Vi è un oratorio cattolico frequentatissimo, una piazza Patrioti che in estate, sera compresa è piena di gente colorata con i bimbi scuri di pelle che scorazzano su è giù dai giochi comunali. Vi sono ben cinque bar frequentati non per etnia. Per entrare basta solo essere clienti e pagare il conto.

Fra Via Rosario e la tangenziale si è poi sviluppato un polo nuovo che vede un supermercato, la sede di una associazione di categoria, la sede di COBOX, di un gruppo internazionale , cremonese come MAILUP e la sede di LGH

Ma veniamo al nodo del problema che pone l’articolo e che lega la ‘Paura agli extracomunitari’ . Una operazione culturalmente molto grezza che non trova conferma nella realtà delle cose. Certo vi sono le case popolari abitate da chi è in condizioni economiche difficile, cremonesi ed extracomunitari assieme impegnati in una convivenza non facile.

Persone per lo più operose e che vivo con dignità.

E’ da far notare poi che in molte occasioni troviamo persone, cittadini aderenti alla comunità islamica che operano, con il quartiere a pulire gli spazi verdi del Borgo ecc.

Certo vi sono dei piccoli e grandi problemi di convivenza. A noi non piacciono gli odori della cucina marocchina o rumena. Siamo abituati ormai a vivere isolati ed in silenzio , mentre loro, con bambini fanno rumore, schiamazzano e corrono su e giù dai giochi.

Certo noi viviamo in solitudine ed in silenzio, così isolati che non ci accorgiamo nemmeno che il vicino di casa muore solo come un cane con i suoi animali domestici come è successo in un paio di occasioni purtroppo.

Poi capita il delinquente che aggredisce il parroco. Ma da questo episodio far discendere tutto il resto ed alimentare la paura è un’operazione che sinceramente mi dà ribrezzo.

Come mi stupisce che nessuno dei consiglieri comunali che vivono e che conoscano il quartiere si siano fatti sentire.

Ecco ho scritto tutto quello che pensavo.

Insomma reagiamo alla ‘paura’ che ci viene somministrata ogni giorno. Non chiudiamoci in casa , apriamo le finestre e guardiamo il mondocolorato che ci circonda.

Gian Carlo Storti (Cittadino di Borgo Loreto)

Welfarecremona

 

 

 

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