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Cremona, disabilità e integrazione: presentato il progetto ‘A scuola e... Altrove’

Dal prossimo anno saranno inclusi anche studenti in situzione di disagio scolastico

| Scritto da Redazione
Cremona, disabilità e integrazione: presentato il progetto ‘A scuola e... Altrove’

A scuola e… Altrove, percorso per la definizione di prassi innovative per l’inclusione scolastica e sociale degli alunni disabili che coinvolge varie istituzioni, è stato presentato questa mattina in Comune dall’Assessore alla Trasparenza e alla Vivibilità Sociale Rosita Viola, da Piergiorgio Poli, dirigente del Centro Territoriale Inclusione, e da Eugenia Grossi, dirigente del Settore Politiche Sociali del Comune di Cremona. Accanto a loro un gruppo di operatori che hanno lavorato per costruire e portare avanti tale esperienza. Il progetto è nato dall’esigenza di mantenere e migliorare il livello di inclusione scolastica degli allievi e degli studenti disabili nel territorio del Comune di Cremona. Ha preso forma come diretta conseguenza del Protocollo di Intesa sul tema dell’integrazione scolastica che il Comune di Cremona e il Centro Territoriale Risorse Handicap (oggi Centro Territoriale Inclusione) hanno sottoscritto nel 2012.

Come ha sottolineato Viola, il percorso è iniziato nel 2013 e ha avuto una sperimentazione biennale che ha coinvolto 20 alunni disabili (le progettualità al di fuori della scuola hanno visto il coinvolgimento di altri 15 ragazzi disabili) e 50 operatori tra insegnanti e assistenti per l’autonomia personale. Un risultato importante, come ha avuto modo di sottolineare l’Assessore – facendosi interprete dell’intera Amministrazione e in particolare della Vicesindaco Maura Ruggeri con delega all’Istruzione – frutto del lavoro e delle competenze che, in piena autonomia, tutti gli operatori sono riusciti a portare avanti per una scuola sempre più accessibile. Una realtà che merita di essere portata a conoscenza non solo a livello regionale ma anche nazionale. Aspetto questo sottolineato anche da Poli, che ha ribadito come l’esperienza messa in atto a Cremona ha raggiunto un livello di qualità davvero alto, una buona prassi che può diventare un modello per altri territori. Fondamentale in questo è stata la sinergia tra istituzioni, la capacità di fare sistema e di lavorare insieme per accompagnare bambini e ragazzi verso un’autonomia anche sociale. Rilevante l’apporto del Comune, che si dimostra molto attento al tema dell’inclusione, impegno non facile, sotto ogni punto di vista, anche perché le certificazioni di disabilità presentate alle scuole sono in crescita.

La novità è che, nell’anno scolastico 2016/2017, il progetto si rinnova includendo anche studenti in situazione di disagio scolastico. Viene mantenuta, sul piano tecnico, così come definito da uno specifico Protocollo di Intesa, la prosecuzione di quella che è denominata Equipe di consulenza, costituita da operatori scolastici del Centro Territoriale Inclusione di Cremona (CTI) e operatori dei Servizi Sociali del Comune di Cremona, che si riuniscono in momenti di confronto a cadenza settimanale. L’Equipe offre la propria consulenza ad operatori sociali, operatori scolastici, dirigenti scolastici, famigliari, educatori, neuropsichiatri, terapisti della riabilitazione, volontari, e si attiva su specifica richiesta di uno di questi interlocutori. Non prende in carico del caso, ma supporta il case manager nella realizzazione di un progetto, che viene concordato nei momenti di confronto che si verificano in un’apposita commissione. L’Equipe di consulenza opera un ruolo di cerniera, di raccordo, di contaminazione delle buone prassi anche attraverso l’avvio di percorsi di formazione e informazione. Offre percorsi individualizzati relativi all’orientamento scolastico di alunni in situazione di disagio e disabilità. Si tratta di un gruppo di lavoro che può di volta in volta essere integrato, in base alle problematiche da approfondire, da operatori di altri servizi.

Il Comune garantisce il Servizio di Assistenza per l’Autonomia Personale (SAAP) agli alunni disabili residenti a Cremona e iscritti alle scuole di ogni ordine e grado sia pubbliche che paritarie. Nel contempo, la funzione del SAAP (Servizio di Assistenza per l’Autonomia Personale) inteso come “mediatore” tra la persona e l’ambiente (sia interno che esterno alla scuola) diventa essenziale e realmente integrativa di un percorso scolastico efficace.

È evidente che se la funzione dell’assistente all’autonomia della persona si esaurisce tra le mura scolastiche, viene meno questa importante attività di accompagnamento verso l’esterno, appunto quello che nel progetto viene definito Altrove. Perché tale visione possa avere successo occorre una partecipazione attiva e convinta da parte di tutti gli attori che intervengono lungo il percorso e, in alcuni casi, anche di un diverso atteggiamento nei confronti del sostegno. Una scuola che sia realmente inclusiva dovrebbe, in modo progressivo, avere sempre meno bisogno di personale dedicato e di figure specializzate di sostegno. L’efficacia del sostegno infatti si verifica proprio nel progressivo venir meno della necessità della sua presenza: questo significa un aumento dell’autonomia della persona e della famiglia alla quale è rivolto.

Per condividere un tale atteggiamento, soprattutto da parte della famiglia, occorre sperimentare percorsi progettati in modo che la progressiva diminuzione del sostegno non sia casuale e sia accompagnata da una reale crescita di autonomia e di capacità di emancipazione della persona disabile rispetto al suo futuro. Questa visione del sostegno è profondamente innovativa rispetto alla disabilità poiché comporta per le figure educative la possibilità di immaginare l’altro come “persona capace” cercando di creare le opportunità all’interno del contesto in modo che tali capacità possano manifestarsi anche in termini di maggiore autonomia. In questa logica uno dei risultati più significativi del progetto è proprio quello di avere contribuito a modificare l’idea di sostegno, spostando il significato del termine da una concezione prevalentemente assistenziale a una più propriamente educativa.

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