Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 21.32

Cremona.Il Sindaco Perri interviene alle celebrazioni del 69° della Liberazione

Celebrare il 25 aprile 1945 significa ribadire il valore storico, politico e civile di una data che segnò per l’Italia l’avvio di un’epoca nuova.

| Scritto da Redazione
Cremona.Il Sindaco Perri interviene alle celebrazioni del 69° della Liberazione

Concittadine, concittadini, autorità civili e militari, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, rappresentanti dell’Associazione Nazionale Partigiani, dell’Associazione Partigiani Cristiani e dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui. Celebrare il ricordo del 25 aprile 1945 significa, per tutti noi, ribadire il valore storico, politico e civile di una data che, nel nome della libertà, segnò per l’Italia l’avvio di un’epoca nuova. Devastato dal ventennio della dittatura fascista e da una guerra terribile dalla quale uscì profondamente distrutto, quel giorno il paese poté volgere finalmente lo sguardo all’orizzonte della democrazia, avviandosi al percorso di ricomposizione dell’unità nazionale che ancora oggi costituisce un insegnamento prezioso, e un fondamento irrinunciabile della nostra Repubblica. L’attualità e l’importanza della festa che oggi celebriamo stanno anche nell’impegno a non dimenticare, a far sì che la politica sia la pratica di occuparsi costruttivamente della propria comunità, per il bene collettivo, soprattutto in una situazione di crisi economica e sociale grave.Essa deriva non soltanto dalle difficoltà di un’economia che non riesce a sollevarsi, ma segna lo smarrimento dei valori e degli ideali portanti del nostro sistema sociale. Per questo è importante ritrovare quel filo conduttore che, dalle gesta del Risorgimento alla lotta per la Resistenza, condusse alla rinascita della nazione. Quindi è necessario recuperare il senso di una autentica solidarietà e coesione, a tutela dei più deboli, come seppero fare allora le formazioni partigiane che, affiancando le truppe alleate giunte a supporto dell’esercito italiano, non esitarono a mettere a repentaglio la propria vita per liberare l’Italia dall’oppressione nazi-fascista. Commemorare questa data significa rendere omaggio a quanti, in ogni tempo ed in ogni parte del mondo, si sono battuti ed hanno sacrificato la propria vita per gli ideali di libertà e di democrazia, lasciando quale monito - per la formazione delle coscienze e delle identità delle generazioni future - la consapevolezza che la libertà è una conquista che non va data per scontata, bensì un bene prezioso, da custodire e difendere ogni giorno.Oggi più che mai l’impegno di chi rappresenta il popolo, dal quale è stato democraticamente eletto, deve essere volto a ricercare sempre i migliori strumenti di tutela della libertà e dei diritti fondamentali delle persone attraverso il dialogo, il rispetto reciproco, il confronto leale.Chiudo il mio intervento con una riflessione del maestro Mario Coppetti, testimone di tanto passato, ma anche uomo attivo nel presente nel difendere le istituzioni democratiche e una convivenza civile fondata sulla libertà e sulla pace. Gli uomini e le donne che hanno fatto la Resistenza “non chiedono a noi di essere degli eroi, ma di vivere e operare quotidianamente con onestà, questo sì!” Essi hanno il diritto di pretendere che il fare politica torni ad essere considerato un servizio alla società, e non un mestiere da cui trarre i maggiori vantaggi possibili. Ma ciò non servirebbe a nulla se non si accompagnasse ad un risveglio della coscienza di ogni cittadino, teso a far rinascere quel grande impegno ideale e morale di ricerca di giustizia e libertà che animava i combattenti  per la libertà e che fu il carattere distintivo della Resistenza Italiana.

VIVA L’ITALIA LIBERA E DEMOCRATICA

 

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