Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 02.46

Cremona, incontro in Provincia sulla riorganizzazione delle aree protette lombarde

Sotto i riflettori il progetto di legge

| Scritto da Redazione
Cremona, incontro in Provincia sulla riorganizzazione delle aree protette lombarde

Riorganizzazione del sistema delle aree protette lombarde: di questo progetto di legge si è discusso in Provincia, alla presenza del Vicepresidente della Provincia Davide Viola, del Consigliere Provinciale Alberto Sisti con delega all’agricoltura, del dirigente di settore Roberto Zanoni, funzionari e rappresentanti dei Parchi Oglio Nord, Adda Sud, Oglio Sud e Parco del Serio. Una materia delicata e complessa, che interessa più province e pertanto richiede tempo di analisi e proposte.

«Come Provincia abbiamo presentato le nostre osservazioni al Presidente dell’VIII Commissione Agricoltura, Montagna, Foreste e Parchi del Consiglio Regionale della Lombardia, Alberto Cavalli. Quindi, abbiamo voluto condividere con i portatori di interessi questo progetto di legge, che la Regione vuole portare avanti in tempi stretti, in un momento in cui però vi sono troppe variabili come il prossimo esito referendario sulla questione Province e la futura definizione degli enti di Area Vasta», ha commentato Viola. «Con la proposta semplificazione delle attribuzioni gestionali sembrano però divenire meno chiari gli obiettivi e le finalità cui tende l’intero sistema delle aree protette regionali, mentre sembra prevalere la necessità di ridurre le risorse da destinare a queste attività. La proposta di legge appare, almeno a livello del comprensorio cremonese, di difficile applicazione e con pesanti rischi di complicare la situazione, sia sotto il profilo dei principi, sia di quello meramente operativo. Infatti, attualmente sono previsti diversi regimi di tutela, calibrati sui diversi obiettivi, e questa proposta sembra invece orientata a un’omologazione dei vincoli, che risulterebbe troppo gravosa per i cittadini e gli operatori».

Su tale progetto di legge molte sono le perplessità, come ha precisato Sisti: «Non sappiamo ancora quale sarà lo scenario post Province e andiamo a modificare un ambito come quello dei parchi proprio in questo momento? La riorganizzazione di enti e istituzioni è auspicabile quando tutti gli elementi del puzzle sono chiari, ma ora ci sono troppe variabile, anche sulla futura definizione dei futuri “cantoni”. Chi farà cosa e con quali risorse?». Ha continuato Sisti: «Preoccupano al riguardo soprattutto le difficoltà gestionali derivate dall’accorpamento di aree di differente qualità e spesso neppure adiacenti al territorio dei singoli Parchi. I parchi regionali, in questo settore geografico, sono sostanzialmente orientati in direzione Nord-Sud, lungo le aste dei maggiori affluenti del Po, mentre le altre aree protette a vario titolo hanno una distribuzione spaziale che identifica altre aree omogenee (la fascia trasversale dei fontanili, comprensiva della zona dei pianalti; l’asta fluviale del Po e le sue golene), distribuite secondo assi Est-Ovest, oppure sono collocate lungo le valli relitte sub-parallele ai fiumi attivi ma lontane e staccate dagli stessi o, ancora, sono diffuse a macchia di leopardo in ambiti avulsi dalle valli fluviali (ad esempio nella fascia dei fontanili e sui pianalti). Frammentare queste aree, sostanzialmente omogenee, spezzettandole in sub-aree che dovrebbero risultare di competenza dei diversi parchi, con l’individuazione di enclavi disgiunte e amministrativamente disconnesse, appare non propriamente congruente con quelle politiche gestionali che finora hanno dimostrato, tutto sommato, di funzionare».

«Inoltre anche sotto il profilo procedurale, si costringerebbero i cittadini a rivolgersi ad “autorità” lontane parecchie decine di chilometri (le sedi dei Parchi sono baricentriche rispetto alla loro attuale estensione), comportando non trascurabili disagi per l’utenza», ha concluso Sisti.

I referenti dei parchi, nel ringraziare la Provincia di Cremona e il Consigliere Sisti per la promozione di tale incontro, presenti alla riunione, presenteranno le proprie osservazioni a breve, ribadendo la necessità di avere più tempo per analizzare tale complessa questione e di veder prima delineati, in modo chiaro, alcuni iter come la riforma delle Province, con la definizione di ruoli e risorse, proprio per la portata gestionale che la riorganizzazione affrontata dal progetto di legge stesso apporterebbe in termini di aggregazioni, risorse, ridefinizione di confini, attualmente con troppe variabili incerte.

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