Sabato, 27 aprile 2024 - ore 04.11

Cremona. Presentato lo Statuto del Museo del Violino

| Scritto da Redazione
Cremona. Presentato  lo Statuto del Museo del Violino

In Consiglio Comunale di Cremona Il Sindaco Perri presenta lo Statuto del Museo del violino
Atto di indirizzo circa la modifica e integrazione dello Statuto della Fondazione Antonio Stradivari Cremona - La Triennale e provvedimenti conseguenti.
La delibera è stata presentata dal sindaco Oreste Perri:
Abbiamo oggi la possibilità, svolgendo il nostro ruolo istituzionale, di porre una pietra miliare per lo sviluppo della nostra città. Ci sono momenti nella vita delle istituzioni destinati a lasciare un segno nella storia: credo che quello di oggi sia uno di questi, sia sul piano istituzionale che su quello culturale e politico in generale. Discutiamo l’approvazione delle linee fondamentali che regoleranno la vita dell’organismo deputato a gestire il Museo del Violino intitolato ad Antonio Stradivari.
Come ogni tappa fondamentale di sviluppo e di innovazione di una comunità, mi rendo conto che l’argomento può essere oggetto di opinioni diverse, ma arriva il momento della sintesi e della decisione; il momento in cui il pensiero di tutti può, e a mio parere, deve, convergere sulla sostanza dei fatti: abbiamo una realtà qualificata, unica nel suo genere, deputata a rappresentare nel mondo la storia presente e passata della liuteria, quindi la storia di Cremona: il Museo del Violino, dunque, è un successo di tutti. Ed è un esempio della valida ed efficace collaborazione tra pubblico e privato.
Alcune premesse
Le linee programmatiche di mandato elaborate nel 2009, in occasione delle elezioni amministrative, prevedevano i lavori di riqualificazione del Palazzo dell’Arte e dell’area circostante di piazza Marconi, per creare un Museo del Violino in grado di riunire le collezioni presenti sul territorio, oltre che per valorizzare le risorse esistenti in ambito liutario. L’opera acquisisce oggi maggior importanza e peso, se relazionata al recente riconoscimento della tradizione liuteria cremonese nel patrimonio culturale immateriale UNESCO.
Più precisamente, il Programma n. 5 – Cultura e Istruzione – si articolava, fra l’altro, in due significativi interventi: “
1)creare un Museo del violino o della liuteria cremonese che riunisca le collezioni presenti sul territorio e valorizzi, mettendole in rete, le risorse in ambito liutario esistenti sul territorio
2)realizzare una sala per musica (auditorium) che risponda a moderni criteri architettonici ed acustici”.

La Giunta comunale, nell’intento di dare attuazione a tali indirizzi, già con provvedimento n. 208 del 31 agosto 2009, approvava in linea tecnica il progetto di recupero e riqualificazione del Palazzo dell’Arte a fini espositivi (1° lotto), avendo come principale obiettivo - cito la delibera - “rappresentare l’eccellenza cremonese nel campo della liuteria, riunendo le collezioni presenti sul territorio in un contesto polifunzionale e multimediale, idoneo a generare un positivo ed elevato impatto sulla promozione dello sviluppo culturale, scientifico, ambientale, educativo, economico e sociale locale”.
Verificata l’impossibilità per l’ente locale (il Comune) di farsi totalmente carico dell’ingente investimento, con nota del 10 dicembre 2009 il presidente della Fondazione Arvedi Buschini, Giovanni Arvedi, manifestava la disponibilità della stessa Fondazione “a farsi carico dell’onere derivante dalla ristrutturazione di Palazzo dell’Arte” per collocarvi il costituendo Museo del Violino e attività collaterali. Tale impegno veniva formalizzato in apposito atto unilaterale che sanciva l’obbligo di eseguire la “ristrutturazione del Palazzo dell’Arte … a sue esclusive spese, in attuazione di progetti predisposti da tecnici incaricati dalla Fondazione e che saranno successivamente approvati dal Comune di Cremona”.
La donazione delle opere ultimate veniva condizionata alla circostanza che il Comune si obbligasse a destinare il Palazzo dell’Arte medesimo a sede della esistente ‘Fondazione A. Stradivari’ di Cremona, del Museo del Violino, della collezione di strumenti del Comune e della collezione di liuteria contemporanea già dell’Ente Triennale Internazionale degli strumenti ad arco.
La Giunta nei mesi successivi  (gennaio 2010) approvava i relativi progetti dei lavori, oggi  terminati, per cui è prevista nelle prossime settimane la riconsegna del Palazzo recuperato al Comune di Cremona da parte della Fondazione Arvedi  Buschini.

Mi corre l’obbligo di citare esplicitamente la Fondazione Arvedi Buschini ed, in particolare il suo presidente Givanni Arvedi, non solo per lo straordinario slancio di mecenatismo indirizzato alla riqualificazione del Palazzo dell’Arte e della piazza Marconi, ma perché quello stesso dinamismo si è spinto altresì a garantire le fasi di avvio della gestione.
Si tenga inoltre in alta considerazione anche il fatto che l’opera in oggetto rappresenta un incremento del valore immobiliare del patrimonio del Comune, quale elemento tra gli altri determinanti nella configurazione della governance del soggetto gestore.
Fondamentale è stato l’apporto del Comitato Scientifico, costituito dalla Giunta nel luglio 2010, che ha condotto un approfondito esame  del contesto e delle connesse problematiche, rassegnando la relazione finale dei lavori un anno fa, seguita da successivi ulteriori approfondimenti tematici e settoriali; in pratica il Comitato scientifico ha accompagnato, giorno per giorno, le fasi di nascita e crescita del Museo.
L’individuazione delle diverse opzioni gestionali riferibili al “comparto Museo del Violino” è stata dunque costantemente supportata dai dovuti momenti di approfondimento tecnico – giuridico e di continuo confronto con la Fondazione Arvedi Buschini ed il suo presidente, fase che ha visto gli uffici comunali direttamente ed attivamente coinvolti, in particolare nelle figure (che ringrazio) del direttore generale Massimo Placchi, del capo di Gabinetto Walter Montini, della dottoressa Ivana Iotta e del dr. Mariano Venturini, indi, nella fase dei successivi passaggi istituzionali, del Segretario Generale Pasquale Criscuolo.
Oggi il percorso intrapreso taglia un traguardo importante ed i signori consiglieri sono chiamati ad esprimersi sulla veste formale attribuita al soggetto che gestirà il nuovo importantissimo polo culturale che si snoda tra il comparto museale, il padiglione espositivo e lo splendido Auditorium che la Giunta ha deciso di intitolare a Giovanni Arvedi.

Vi è da dire che relativamente alle diverse scelte possibili in merito all’approccio gestionale e alla governance complessiva dell’operazione, con i relativi elementi di ordine tecnico, giuridico, organizzativo, scientifico ed economico-finanziario, una volta passate in rassegna anche alcune esperienze già in atto presso diverse realtà culturali, aveva preso corpo l’orientamento della costituzione, da parte del Comune di Cremona e della Fondazione Arvedi Buschini, di una nuova Fondazione deputata a programmare, coordinare e gestire il complesso delle attività riferibili al comparto “Museo del Violino”, secondo lo schema della cosiddetta “Fondazione di partecipazione”.
A partire da luglio 2012 sono sopravvenute nuove disposizioni di legge, a tutti note come “spending review”, che vietano ai Comuni, nell’ambito delle funzioni attribuite agli enti locali, di costituire nuovi organismi. Non rimaneva altra strada da percorrere se non  utilizzare lo strumento di una Fondazione già esistente, della quale il Comune di Cremona già facesse parte e che avesse come oggetto sociale finalità in qualche modo conciliabili con le attività di gestione del Palazzo dell’Arte e di conservazione e promozione del patrimonio liutario. Il soggetto giuridico che meglio corrispondeva e soddisfaceva queste esigenze era la Fondazione esistente Antonio Stradivari.
A questo punto abbiamo dovuto procedere alla revisione dello Statuto di questa Fondazione per allinearlo alle nuove esigenze e doverosamente tenere conto del ruolo storico, e recente, dei soci fondatori.

A seguito di un lungo percorso di condivisione con gli altri soci, del quale siete stati di volta in volta messi a conoscenza sia in Consiglio comunale nel corso dell’esame di alcune interrogazioni, sia in Commissione Cultura, sia attraverso la corrispondenza intercorsa con alcuni consiglieri e nei tre sopralluoghi organizzati nel corso dei lavori di ristrutturazione del Palazzo,  il consiglio di amministrazione e l’assemblea della Fondazione Stradivari in data 18 febbraio hanno approvato in via preliminare una bozza di Statuto, recependo sin dall’origine alcune osservazioni pervenute da alcuni assessori e consiglieri comunali.
Oggi la proposta di revisione statutaria è posta all’esame e all’approvazione del Consiglio Comunale, dopo essere stata esaminata e approvata, con alcune modifiche, dalla competente commissione consiliare il 27 febbraio e il 1° marzo.
Una volta approvato dal Consiglio comunale, e dagli altri soci della Fondazione Stradivari nella stessa identica forma,  nei prossimi giorni l’assemblea della Fondazione approverà il nuovo Statuto e si procederà quindi alla nomina dei nuovi organi.

Sintesi dello statuto del Museo del Violino
Lo statuto che modifica la esistente “Fondazione Antonio Stradivari- La Triennale”, trasformandola in Fondazione Museo del Violino (MdV) Antonio Stradivari – si sviluppa sulle linee e sui contenuti tradizionali di una normale Fondazione, (cito ad esempio quella del Teatro A. Ponchielli). E’ una persona giuridica di diritto privato (senza fini di lucro, in piena autonomia statutaria e gestionale, disciplinata dalle norme dello statuto).
L’art. 2 indica chiaramente le finalità della Fondazione che riguardano la conservazione, promozione e sviluppo dell’immagine e delle attività della liuteria cremonese, anche attraverso il coordinamento dei soggetti che operano e hanno interesse in ambito liutario.
Viene ribadito il collegamento con il sistema museale della città di Cremona, anche attraverso un spazio dedicato al “museo diffuso”, ovvero a una serie di tappe legate alla storia e all’attualità della tradizione liuteria cremonese situate in altrettanti punti della città che intensificheranno l’interesse del visitatore verso il contesto esteso in cui si inserisce il museo.
L’art. 3 specifica come la Fondazione intende gestire e valorizzare il MdV nelle sue tre componenti: la parte museale vera e propria, l’auditorium e il padiglione espositivo.
Per il perseguimento dei propri scopi, la Fondazione può svolgere una serie di iniziative amministrative e di carattere scientifico e culturale per il perseguimento delle finalità istituzionali: organizzare iniziative musicali e artistiche, tradizionalmente legate agli strumenti ad arco od altri strumenti di costruzione artigianale riconducibili alla liuteria, quindi, recuperando, ampliando e  rafforzando l’oggetto sociale originario della Fondazione Triennale; oltre che incentivare la ricerca in ambito liutaio e musicale e promuovere ricerche di settore inerente la liuteria.

Sono soci fondatori gli attuali ‘storici’ soci della Fondazione Stradivari (Comune di Cremona, Provincia di Cremona, Camera di Commercio, Fondazione Stauffer, Banco Popolare e la società LAFIN S.p.A.)  ai quali si è aggiunta, il 18 febbraio scorso, la Fondazione Arvedi-Buschini.
La Fondazione può accogliere l’ingresso di altri soggetti, pubblici o privati, italiani o stranieri, persona fisica o ente, purché rispondano ad alcune caratteristiche  previste dall’art. 4 e concorrano al patrimonio, alla vita della Fondazione e alla realizzazione dei suoi scopi, attraverso un contributo finanziario triennale che verrà determinato dal Consiglio Generale della Fondazione. Ogni socio ha due suoi rappresentanti nel Consiglio Generale.
Assumono la qualifica di Soci sostenitori (art. 5): i soggetti pubblici o privati, italiani o stranieri, persone fisiche o enti, che si impegnano a contribuire alle attività della Fondazione con un importo stabilito annualmente dal Consiglio Generale, per almeno un biennio.
E’ prevista una Consulta dei Sostenitori con compiti consultivi e propositivi (articoli 27 – 28 e 29), composta da tutti i sostenitori in regola con i versamenti dei contributi stabiliti dal Consiglio Generale. Si riunisce una volta all’anno.
Parliamo subito del Consiglio Generale (art.13). E’ l’organo di indirizzo della Fondazione (le funzioni sono analoghe a quelle di un Consiglio Comunale, se si vuole fare un parallelo).
E’ composto
-da due membri indicati dal Comune di Cremona, il Sindaco + uno
-due membri indicati dalla Fondazione Arvedi-Buschini
-due membri per ciascuno degli altri Fondatori
-un membro nominato dalla Consulta dei soci sostenitori.
L’art. 15  elenca le competenze e le funzioni del Consiglio Generale. Si citano, ad esempio: l’approvazione di regolamenti e dei bilanci della Fondazione, la definizione dell’ammontare annuo del contributo minimo per ottenere la qualifica di Fondatore e Sostenitore, l’elezione del  vice presidente, la nomina del Collegio dei revisori, stabilendone gli emolumenti.

L’art 10 enuncia le norme di ineleggibilità e decadenza dei membri degli organi della Fondazione, vale a dire
del Presidente e del Vice presidente, del Consiglio Generale, del Consiglio di Amministrazione, del Collegio dei Revisori e della Consulta dei sostenitori.
Accanto alle norme previste dal Codice Civile (pene di reclusione, misure di prevenzione, condanne definitive, colpe gravi, delitti, ecc…) non possono far parte degli organi della Fondazione (art. 10 punto 2.):
a)i membri degli organi di governo della Repubblica Italiana, o di Regioni, Province, Comuni ed altri enti territoriali comunque denominati;
b)i membri della Camera dei Deputati, del Senato, di Consigli o Assemblee Regionali, di Consiglio Provinciali o Comunali, o di analoghi organi di altri enti territoriali;
c)le persone che abbiano incarichi, elettivi o non elettivi, di contenuto politico e/o posizioni direttive in una formazione politica.
Il verificarsi di una qualsiasi delle circostanze indicate, comporterà la decadenza della carica. Il comma 4 dice espressamente che “Quanto previsto dall’articolo 10, ai commi 1, 2 e 3, non si applica al Sindaco del Comune di Cremona”.
Il Presidente della Fondazione è il Sindaco del Comune di Cremona. L’art. 11 prevede anche la possibilità di avere un Presidente Onorario, nominato dal Consiglio di Amministrazione alla unanimità; il Presidente onorario potrà partecipare al Consiglio di amministrazione con funzione consultiva e senza diritto di voto.
E’ prevista anche la figura del vice presidente (art.12), eletto dal Consiglio generale tra i membri facenti parte del Consiglio di Amministrazione (CdA).
L’art. 18 stabilisce che il Consiglio di amministrazione è l’organo di gestione e amministrazione della Fondazione. E’ composto da 5 membri:
1)il Sindaco del Comune di Cremona –membro di diritto  (Presidente)
2)il membro designato dal Sindaco nel Consiglio generale – membro di diritto
3)uno dei due membri designati dalla Fondazione Arvedi Buschini nel Consiglio Generale – membro di diritto
4)due membri nominati dal Consiglio Generale tra i rappresentanti dei Fondatori nello stesso Consiglio Generale.
Le competenze e le funzioni del CdA sono definiti nell’art.20. Cito ad esempio:
·stabilire l’organigramma della Fondazione, Direttore Generale e responsabili operativi,
·l’organizzazione e personale
·la proposta di bilancio preventivo annuale
·amministrare il patrimonio della Fondazione
·programmare le attività culturali e artistiche della Fondazione.
Vorrei segnalare l’assetto di governance che emerge dalla composizione e dalla distribuzione delle competenze nell’ambito dei vari organi e che vede un ruolo sicuramente non marginale attribuito all’Ente locale.
Sottolineo, per esempio, che ai sensi dell’art. 21 dello statuto, il Consiglio di Amministrazione “è validamente costituito con la presenza della maggioranza dei suoi componenti in carica, purché in tale maggioranza siano compresi almeno due dei membri di diritto, e delibera con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In caso di parità, ove presente alla riunione, prevale il voto del Presidente”; analoga attenzione è prestata per l’approvazione degli atti fondamentali da parte del Consiglio Generale (art. 16). Tale configurazione consente di assicurare il necessario controllo sulle finalità di interesse pubblico perseguite e garantire ai Fondatori un ruolo attivo adeguato agli apporti ed ai conferimenti assegnati.
Il Collegio dei Revisori è l’organo di controllo della Fondazione (tre membri effettivi e due supplenti), nominato dal Consiglio Generale.
Tutte le cariche di consigliere sono a titolo gratuito, tranne i Revisori dei conti.
In conclusione voglio innanzitutto ringraziare tutti i componenti della Commissione Cultura per l’apporto fornito nel corso delle sedute per l’esame e l’approfondimento delle questioni legate allo Statuto.
Gli interventi fatti sull’argomento sono stati senz’altro utili ed hanno stimolato, nell’ottica di una partecipazione costruttiva, ulteriori riflessioni da parte mia e da parte degli altri attuali Soci della Fondazione Stradivari, ai quali ho puntualmente comunicato le proposte che emergevano dalla discussione; ritengo che siano state date, nel complesso, esaurienti risposte alle richieste formulate.
Nella stessa misura ritengo che siano state fornite oggettive e riscontrabili motivazioni in merito all’accelerazione della procedura, dovuta non ad una precisa e precostituita volontà, ma a circostanze, prevalentemente di carattere giuridico, che hanno reso necessario intraprendere un percorso diverso rispetto a quello inizialmente programmato, come già vi ho detto.
Ci troviamo, ora, di fronte alla necessità di consentire da subito la piena entrata a regime della gestione del nuovo Museo del Violino. Non possiamo permetterci di attendere oltre, visto che i lavori di ristrutturazione del Palazzo dell’Arte sono ormai terminati e che lo stesso dovrà essere aperto al pubblico nel più breve tempo possibile.
A ciò si aggiunga la necessità di partire celermente con la programmazione di tutte le relative attività e, come potete ben sapere, questi tipi di programmazione vanno effettuati sempre con largo anticipo rispetto agli eventi che si intendono realizzare. Non possiamo consentire che il Palazzo dell’Arte, una struttura unica al mondo, per la peculiarità dei suoi contenuti e della sua offerta, rimanga inattiva anche un solo giorno in più, rispetto allo stretto necessario. Ritengo che l’operazione, così come concepita, costituisca il meglio che si poteva realizzare nell’interesse della Città, coniugando gli aspetti giuridici con quelli sostanziali.
Occorre che tutta la città ora  senta il Museo come suo, come una risorsa propria e collabori con il massimo di energia possibile – attraverso il lavoro di tutte le istituzioni culturali che operano in città perché funzioni al meglio. Il Museo del Violino non ha una etichetta politica o partitica: è della città e il suo successo dipende solo dalle sinergie che si potranno creare attorno alla struttura che il presidente Arvedi ha donato alla comunità cremonese.
Ritengo che le disposizioni contenute nello Statuto che la Giunta sottopone all’attenzione del Consiglio Comunale, tutelino in maniera adeguata il Comune di Cremona e il patrimonio della città. I soci dell’attuale Fondazione Stradivari sono o Enti Pubblici o altre importanti realtà del nostro territorio, e ciò va letto come ulteriore elemento di garanzia.
Nella Fondazione Stradivari è entrato un nuovo Socio, la Fondazione Arvedi Buschini, che ringrazo sempre anche a nome della città per il contributo che sinora ha dato al territorio, in particolare in questa fattispecie, per le ingenti risorse che ha messo a disposizione nella ristrutturazione del Palazzo dell’Arte e per la sistemazione in parte della superficie di piazza Marconi, credendo nel nostro progetto.
La stessa Fondazione Arvedi Buschini, come detto, si è impegnata a garantire le risorse necessarie a consentire la fase iniziale della gestione della nuova struttura museale.
Sulla base di quanto fino ad ora illustrato, auspico fortemente che l’argomento sottoposto all’attenzione  del Consiglio Comunale possa riscontrare un voto favorevole.

3083 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria