Da Cremona Pianeta Migranti. E’ nata l’unione italiana dei rifugiati ed esuli (UNIRE)
E’ un’associazione nazionale di promozione sociale che unisce rifugiati, beneficiari di protezione e richiedenti asilo sul territorio italiano. La prima rete nazionale di rifugiati ed esuli che vivono in Italia. Un sogno raggiunto. Speriamo foriero di diritti e giustizia.
L’associazione UNIRE vuole che tutte le persone rifugiate, donne e uomini, con diversi profili, differenti paesi d’origine, esperienze e competenze, diventino soggetti attivi nella società italiana. Vogliono essere inclusi nei tavoli dove si prendono decisioni che hanno un impatto diretto o indiretto sulle politiche d’asilo, e quindi sulle loro vite. Vogliono cambiare la narrazione e la percezione ‘distorta’ che l’opinione pubblica ha dei rifugiati. Vogliono mettere in evidenza che la loro partecipazione attiva può dare un contributo utile alla crescita della comunità in cui vivono e costruire una società più inclusiva.
Che gli stessi migranti e rifugiati si alleino per difendere i loro diritti, è sicuramente un segnale positivo e da appoggiare. Per questo, UNIRE ha il supporto di UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) e di Interos.
UNIRE è già riconosciuta come un soggetto attendibile a livello internazionale. Infatti è stata invitata, a Bruxelles, alla conferenza generale annuale del Consiglio europeo per i rifugiati ed esiliati (ECRE): un'alleanza di 104 organizzazioni di 41 paesi, sede a che promuove i diritti di rifugiati, richiedenti asilo e altri sfollati in Europa, e che interviene sulle politiche estere europee.
Partecipando a questa importante assemblea europea, UNIRE ha potuto far sentire la propria voce sulle attuali politiche migratorie, ritenute “disfunzionali e miopi”.
Una questione di fondo dell’assemblea di ECRE, è stata: come mettere in atto e rispettare la legislazione dell'UE in materia di asilo e colmare le lacune di attuazione in termini di accoglienza e nei relativi processi decisionali?
Si è indicato la necessità di un’ equa ripartizione delle responsabilità da parte degli Stati membri nei confronti di quanti chiedono asilo e, di conseguenza, si è invocato la riforma del trattato di Dublino. Si è richiamata la necessità di garantire canali sicuri e legali che permettano a uomini, donne e bambini bisognosi di protezione di non rischiare la vita in traumatizzanti e pericolosi viaggi in mare e lungo le rotte terrestri. Un obiettivo raggiungibile solo col reinsediamento dei migranti nei paesi UE (per il 2020 e anche oltre) e togliendo le restrizioni al ricongiungimento familiare.
L’assemblea ha chiesto all'Europa di lavorare a livello globale per affrontare le cause degli sfollamenti forzati, invece di concentrare i suoi sforzi nel fermare o respingere i migranti. Ha chiesto all’Europa che ha una lunga tradizione ed esperienza nello sviluppo e nell'azione umanitaria, di assumere un ruolo importante nel combattere le gravi violazioni dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati sia lungo le rotte di transito che nei paesi di arrivo. Occorre pertanto garantire i diritti all’istruzione, all'occupazione a quanti già si trovano in Europa: anche un piccolo numero di persone lasciate in una situazione di non inclusione può suscitare sentimenti di rifiuto e paura nei cittadini e dare fiato a politiche populiste e razziste.