Martedì, 03 dicembre 2024 - ore 13.28

Dall’estero ogni anno arrivano in Italia pensioni per 3,5 miliardi

| Scritto da Redazione
Dall’estero ogni anno arrivano in Italia pensioni per 3,5 miliardi

Ogni anno gli stati esteri erogano 3,5 miliardi di euro per le pensioni di cittadini italiani: si tratta di lavoratori migranti rientrati in Italia. Ogni anno, l’Inps eroga 466 milioni di euro per le pensioni di connazionali e loro superstiti residenti all’estero. Un saldo dunque “decisamente positivo” a favore del nostro Paese, dove invece è dura a morire una “narrazione” sbagliata che evidenzia a intervalli regolari la fuga di pensionati verso “paesi esotici”. In realtà lo fanno in pochissimi, ha spiegato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico che martedì è intervenuto in videoconferenza alla presentazione del 15° Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. Ad arricchire il rapporto 2020 anche un dossier sulla previdenza curato proprio dall’Inps.

L’Inps, ad oggi, «eroga pensioni a connazionali residenti in 160 diversi Paesi» con cui «abbiamo accordi bilaterali»; i beneficiari sono 330.000, cioè il 2,4% del totale delle pensioni. Seguire le tracce di questi pagamenti significa ripercorrere la storia dell’emigrazione italiana, spiega Tridico: ci sono i paesi di prima emigrazione, dove la pensione è riscossa dai superstiti, ce ne sono altri – che cambiano o si aggiungono strada facendo – dove l’Inps raggiunge lavoratori stranieri che sono tornati nel loro paese di origine.

È, dunque, un dare e un avere, con saldo a favore dell’Italia, ripete più volte il presidente dell’Inps: dei 3,5 miliardi di euro che arrivano dall’estero il grosso proviene dagli istituti di previdenza di Francia Germania e Svizzera che raggiungono lavoratori italiani rientrati in Italia; al tempo stesso, l’Inps vede crescere le pensioni erogate in Polonia o Romania, ma anche in alcuni paesi asiatici come le Filippine. Il grosso, comunque, pari al 60,3% delle pensioni italiane resta in Europa.

Seguendo l’altro senso di marcia – da estero all’Italia – la Germania eroga pensione a 373mila lavoratori rientrati nel nostro Paese – il 19% delle quali in Sicilia – segue la Svizzera (300mila), la Francia (111mila) e il Canada (28mila). Nella classifica dei paesi esteri erogatori anche Australia, Stati Uniti, Belgio, Argentina e Inghilterra.

Quante alle pensioni italiane, Tridico ha citato la campagna di verifica dell’esistenza in vita che l’Inps avvia ogni anno per accertare, appunto, la correttezza delle informazioni sui pensionati. Un lavoro che vede l’istituto collaborare con gli omologhi esteri e con gli istituti bancari di molti Paesi, una collaborazione “in alcuni casi complicata” soprattutto “in Paesi con condizioni economico-sociali un po’ più difficili”. In ogni caso, l’Inps fa di tutto per essere vicino ai connazionali, ha assicurato Tridico citando un recente caso che ha coinvolto due pensionati catanesi morti in Perù e il loro figlio superstite in difficoltà.

«Il nostro impegno è di raggiungere tutti i percettori di pensione», lavoratori «che hanno dato un contributo importante al Paese»; al tempo stesso, occorrerebbe superare «discriminazioni» che colpiscono i lavoratori stranieri in Italia che non riescono a raggiungere la quota minima di contributi per vedersi erogato quanto da loro versato. «Un lavoratore è un lavoratore, qualunque sia il suo paese di nascita». Come detto da Tridico, le pensioni pagate all’estero rappresentano solo il 2,4% del totale delle pensioni pagate dall’INPS.

Il trend degli importi di pensioni pagate all’estero nelle diverse aree continentali dal 2015 al 2019 è positivo: in generale, infatti, nel quinquennio, gli importi sono cresciuti del 19,4%, nonostante la riduzione di importi pagati in alcune aree. Più in dettaglio, si conferma il trend negativo di alcune aree continentali che rappresentano le “vecchie” mete di emigrazione, mentre crescono gli importi di pensione erogati nelle “nuove” destinazioni come, ad esempio, il continente africano, dove si regista un incremento del 165%.

Nel RIM si sottolinea in particolare il dato europeo, in considerazione del fatto che in quest’area viene erogato il 60,3% del totale delle pensioni pagate all’estero: qui si registra un incremento del 50,2% a fronte del decremento numerico del 2,8%. L’incremento complessivo degli importi pagati del 19,4% trova la sua motivazione nell’andamento delle tipologie di pensione: quelle di vecchiaia/anzianità rappresentano il 65,4% del totale, mentre quelle ai superstiti sono il 31,3% e le restanti di inabilità/invalidità. In Europa, in particolare, le pensioni di vecchiaia sono il 69,2% del totale e in Africa il 70,1%, in aumento, rispetto al 2018, rispettivamente del 2,3% e dell’8,3%. La Germania è il paese dove si è registrato il più alto incremento numerico di pensionati INPS (+3.208), seguita dalla Romania (+2.258), dal Portogallo (+1.786), dalla Spagna (+1.569). Si tratta di Paesi da cui provengono molti degli immigrati arrivati in Italia a partire dagli anni Ottanta, che poi, maturata la pensione italiana, sono rientrati nel loro paese. Altre realtà, invece, come Portogallo e Spagna, hanno avuto un’escalation negli ultimi anni per essere diventate mete attrattive in ragione delle agevolazioni fiscali e del costo della vita più basso.

(aise)

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