Mentre si parla di legami dell'assassino con l'Isis, che ha rivendicato l’episodio, quel che è chiaro è che la strage e' un atto di odio omofobo, terribile nella sua ferocia, spietato verso tutto ciò che è diverso. Un odio che ancora pervade la nostra società e che sistematicamente esplode in tutta la sua violenza. E’ di ieri il fermo di un uomo che si stava dirigendo armato verso il Los Angeles Pride e sempre ieri, molto più vicino a noi, nella centralissima Roma, sono state aggredite due attiviste della comunità LBGTQI, che sedute a un bar vicino a piazza Esedra attendevano la partenza del Roma Pride.
Di omofobia si continua a morire, lo dicevamo poco tempo fa di fronte all’ennesima giovanissima vittima e lo ripetiamo oggi, sconvolti dalla violenza di Orlando.
La diversità, in qualsiasi forma si manifesti, è ancora per troppi, in tutto il mondo, un espressione di libertà da combattere con ogni mezzo. L’odio dilaga sui social e si rispecchia in un dibattito pubblico farcito di offese volgari e denigratorie nei confronti di chi esprime un diverso orientamento sessuale, alimentando un clima diffuso di intolleranza e razzismo, di ostilità e disprezzo, che ha precise responsabilità.
Da parte nostra, continueremo a batterci con ancora più determinazione contro violenze e discriminazioni, perché a tutte e tutti vengano garantiti uguali diritti.
Ed è questo messaggio, Stop Omofobia, che porteremo ai Pride che ancora si terranno, dopo quelli partecipatissimi di Napoli e Roma, in tante città. Cammineremo a fianco del movimento perché i Pride siano il momento simbolico in cui il mondo intero si stinge intorno alla comunità LBGTQI.
Perché non ci sia un’altra Orlando, perché il diritto a vivere liberamente la propria vita sia finalmente riconosciuto a tutte e a tutti.