Dopo la Vittoria di Virgilio e Portesani seve più partecipazione | Evelino Abeni (CR)
Egregio direttore, sarebbe un grave errore se – contenti i vincitori, amareggiati gli sconfitti – si trascurasse il dato più preoccupante delle elezioni comunali: l’elevato astensionismo, che a Cremona ha toccato un livello addirittura superiore a quello nazionale. Per cui concordo con il suo ‘Il Punto’ dove scrive che sia Virgilio che Portesani devono fare un esame di coscienza per capire le cause del progressivo disinteresse dell’elet t or at o verso le loro proposte e quando sostiene che hanno il delicato compito di colmare la distanza che li separa dai cittadini.
Non ho potuto recarmi al seggio perché impedito dai miei problemi di salute: avrei espresso la mia preferenza per Andrea Virgilio, per cui la sua elezione mi da particolare piacere (anche se non mi carica di entusiasmo riconoscere che il sindaco della mia città è stato eletto da poco più di un quarto degli elettori).
Conoscendo la sua intelligenza e la sua sensibilità, non ho dubbi che avvertirà l’esigenza di affrontare, fra le priorità, il problema del rapporto amministrazione-cittadini e, in tal senso, mi pare di aver colto nelle sue prime dichiarazioni post elezione un riguardo positivo nei confronti della realtà dei quartieri.
Una realtà che necessita, a mio parere, di una effettiva rivisitazione e di una risistemazione istituzionale, così da rendere più pregnante il ruolo dei relativi comitati nei confronti degli organi istituzionali comunali. Cremona ha conosciuto l’esperienza dei Consigli di Quartiere, che io continuo a considerare positiva e che è stata troppo superficialmente abbandonata.
Consigli eletti a suffragio universale, con voto segreto come nelle altre elezioni (oggi lamentiamo un grave astensionismo; alle prime elezioni dei Consigli, si registrò un’affluenza ai seggi del 77,7%). Vi era voglia di partecipare e di confrontarsi anche criticamente con l’ammini - strazione e i consigli erano titolari di poteri significativi.
Ero molto coinvolto — come consigliere comunale — in quell’esperienza e non mi vergogno di ricordarla con un po’di nostalgia. Certo, la nostalgia, di per sé, non serve ad affrontare i problemi e le situazioni dell’oggi: occorrono fatti e proposte concrete, che tengano conto di nuovi fenomeni e di mutate condizioni.
Perciò, non mi sentirei di affermare che andrebbe riproposta, oggi. Ma credo che, andando a rivisitarla storicamente, qualche spunto utile potrebbe offrirlo.
Ritengo che la partecipazione sia uno dei cardini fondamentali per lo sviluppo della democrazia e ora più che mai c’è bisogno, in Italia, di elevare la qualità della nostra vita democratica.
Evelino Abeni Cr emona