Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 02.41

Egitto ed Algeria verso la democrazia..di A.De Porti

| Scritto da Redazione
Egitto ed Algeria verso la democrazia..di A.De Porti

EGITTO E ALGERIA, MA ANCHE ALTRI A BREVE, VERSO LA DEMOCRAZIA, MENTRE L'ITALIA, CON BERLUSCONI,  SEMBRA MARCIARE IN DIREZIONE CONTRARIA.
C'è da immaginare, molto oggettivamente, che se in Italia non ci fosse un Presidente della Repubblica, come Giorgio Napolitano (anche se, a mio avviso, il suo predecessore Oscar Luigi Scalfaro sarebbe stato più duro:  "A questo massacro, io non ci stò, egli ebbe infatti a dire nel 1993 in clima politico analogo a questo.. " ),   molto probabilmente - e l'attuale conflittualità fra i tre poteri istituzionali ne sono oggi una oggettiva conferma - ci troveremo con un potere giurisdizionale alle dipendenze dell'esecutivo, e cioè direttamente di Berlusconi. Come dire che, oltre all'impero Fininvest, egli avrebbe avuto alle sue dipendenze anche l'Italia.. in un clima più oligarchico che democratico. Se non addirittura da "morbida dittatura"
Per fortuna,  pare che in questi giorni, anche se tardivamente,  la coscienza degli Italiani si stia  "agitando" , e non poco. E ciò,  fors'anche perché "stuzzicata in negativo"  dai recenti eventi dell'Egitto e di quelli potenziali dell'Algeria,  ma più specificatamente perché le immagini degli scontri al Cairo, sembrano finalmente aver indotto all'opportuna riflessione, dopo aver visto in diretta tafferugli, morti e feriti, eventi che potrebbero trasferirsi pari pari anche davanti le nostre case di Roma ed altre principali città italiane. Realtà tutte che, malgrado le raccomandazioni di abbassare i "cosiddetti" toni da parte del Presidente della Repubblica, non sembrano essere state ancora recepite, anzi ! Siatene certi infatti che il premier non mollerà l'osso e lo tratterrà con i denti, seppur precari dopo la "statuettata" vergognosa di un cretino,  fino all'ultimo stadio rispetto alla forza delle istituzioni democratiche, peraltro già in uno status di conflittualità. 

Se si pensa che l'Italia, anzi il suo governo,   si regge per due-tre voti dati da due-tre soggetti alla ricerca di visibilità, tanto che mi verrebbe da battezzare il berlusconismo in.scilipotismo  (etimologia : on.le Domenico Scilipoti), allora c'è da vergognarsi  durante tutti i secondi, non dico le ore, che caratterizzano l'intera giornata.

Di una cosa però sono certo, anzi certissimo: il governo non durerà. Oggi tutta l'opposizione gli è contro e gli stessi numeri potrebbero mandarlo a casa. Insomma, il premier è assediato: c'è persino chi minaccia di espellere l'Italia dall'Europa  (v. Repubblica di oggi).  Se poi anche il Presidente della Repubblica paventa che questa legislatura non potrà continuare a queste condizioni, allora questa mia certezza si consolida.

Concludo dicendo che c''era da aspettarselo che un governo costruito sulle palafitte e non sui mattoni,  ad un certo momento avesse a far i conti con la realtà. Ed ora i nodi sono venuti finalmente al pettine.
Unica preoccupazione: ora Berlusconi le tenterà tutte per cambiare le leggi a suo favore per cui si farebbe davvero concreta la prospettiva  di una ribellione  da parte delle persone oneste, di tutti coloro insomma che rispettano le istituzioni democratiche.

Io mi ribello democraticamente con la penna.  Nel rispetto leale  delle istituzioni, sorretto dalla profonda ammirazione che ho verso la Presidenza della Repubblica.

Arnaldo De Porti

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