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Esodati.Altri 55 mila. La Cgil non ci sta

| Scritto da Redazione
Esodati.Altri 55 mila. La Cgil non ci sta

PensioniIl governo riconosce solo altri 55mila esodati  
Fornero in Senato: "Non sono 400mila, dall'Inps dati fuorvianti". Ipotesi deroga riforma delle pensioni, trattamento di disoccupazione o lavori di pubblica utilità. "Confronto con le parti sociali". La Cgil la boccia: "Siamo ancora in alto mare"
Il governo "riconosce" altri 55mila esodati e si impegna a salvaguardarli, oltre ai 65mila già inclusi nel decreto. Siamo però ancora lontani dalla platea complessiva. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha riferito oggi (19 giugno) in Senato proprio sulla questione.
La cifra di 400mila esodati, contenuta nella relazione dell'Inps diffusa dalla stampa, "non è il numero da salvaguardare". Così la titolare del dicastero nel suo intervento. A suo giudizio, sono 60mila i lavoratori che hanno maturato i requisiti nel 2011 e quindi andranno in pensione nel 2012. La nuova platea è composta invece a 55mila persone, di cui 40mila in mobilità.
Fornero ha respinto le accuse sulle cifre reali dei lavoratori rimasti senza stipendio né pensione, a causa della riforma previdenziale del governo Monti. "Respingo con forza ogni insinuazione sul fatto che io abbia fornito cifre non vere, o che io abbia inteso sottrarre dati alla pubblica conoscenza", queste le sue parole. "Rivendico chiarezza e trasparenza volta a risolvere subito i problemi nel rispetto di stringenti vincoli finanziari".
La tabella dell'Inps "ha impropriamente alimentato la polemica dei giorni scorsi". Una tabella - secondo il ministro - "parziale e fuorviante" e che si presta a "facili strumentalizzazioni".
Un'ipotesi sul tavolo è una deroga alla riforma delle pensioni. "Deroga alla nuova disciplina pensionistica", specifica Fornero, ma "oneri e coperture dovranno essere attentamente vagliati". Inoltre l'esecutivo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione oppure pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità.
Ci sono "ipotesi", ha concluso, sulle quali "il governo vuole confrontarsi con le parti sociali e il Parlamento". Elsa Fornero ha proposto anche l'istituzione di "una sede permanente di monitoraggio" proprio su questo problema.
Ma gli esodati sono almeno 370mila, secondo un'indagine diffusa stamani dai Consulenti del lavoro. Nel 2011, afferma lo studio, oltre un milione e mezzo di lavoratori è finito in cassa integrazione e mobilità. Per individuare il numero degli interessati si deve applicare il tasso di uscita incentivata (ovvero l'anticipo del raggiungimento dei requisiti per la pensione) che nel settore industria è il 14% di coloro che hanno beneficiato degli ammortizzatori.
A questi vanno aggiunti poi i lavoratori nati dopo il 1946 autorizzati alla prosecuzione volontaria e con un ultimo versamento contributivo versato prima del 6 dicembre 2011 (circa 133mila soggetti). Tirando le somme, appunto, la matematica non lascia scampo: sono circa 370mila gli esodati.
La Cgil boccia l'intervento di Fornero in Senato. "Ricomincia la danza dei numeri, ma per la soluzione del problema siamo ancora in alto mare". Lo dice Vera Lamonica, segretaria confederale di Corso Italia.
"Il ministro – aggiunge – ora parla di 55mila persone ed annuncia un censimento, che non si capisce quando si farà e soprattutto perché non è stato fatto finora. Non si inverte però la logica che ci ha condotti fino a qui, facendo chiarezza sui criteri che devono presiedere ad ogni ricognizione numerica".
"Non ci sono lavoratori che 'meritano' di essere salvaguardati mentre altri evidentemente no, ma una certezza del diritto che va ricostruita riparando così all'errore, ora riconosciuto, di una riforma senza gradualità e senza flessibilità".
Il sindacato prende atto del confronto con le parti sociali, annunciato da Fornero. "Il ministro non ha che da convocarlo - spiega Lamonica -, come da tempo stiamo ogni giorno chiedendo: ribadiamo che la soluzione va trovata per tutti, senza nuove tagliole con le quali ancora una volta il ministro costruisce i suoi numeri, e che deve essere una soluzione previdenziale. Non si propongano cose improbabili quali i lavori di pubblica utilità – conclude la dirigente della Cgil – il ministro è bene che si informi sul fatto che in giro per l'Italia ne abbiamo alcune decine di migliaia, e che la disoccupazione è tale da non consentire certo ulteriori guerre tra poveri".

fonte. Rassegna Sindacale

 

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