Finalmente una nuova legge che 'protegge' le persone anziane
Il contributo di Marco Trabucchi Buona Pasqua alle migliaia di persone che in tutta Italia seguono questa newsletter della Fondazione Leonardo. Grazie alla collaborazione volontaristica del dottor Carlo Piloni, siamo in grado di ritornare alla tradizionale regolarità nella pubblicazione di queste note. Colgo l’occasione anche per invitare chi ci segue a inviare commenti o richieste specifiche su quanto pubblichiamo, in modo che si possa sviluppare un vero dialogo tra di noi. Non abbiamo la velocità dei social, ma abbiamo scelto di approfondire gli argomenti: la terza parte della nostra vita, peraltro sempre più lunga, ha bisogno di essere studiata senza preconcetti, per delineare possibili percorsi che rendano la vita sempre più facile. Noi non crediamo nell’invecchiamento di successo, termine di derivazione americana che sa di commerciale, ma nella possibilità di costruire assieme stili di vita per il singolo e per le comunità che portino ad una vita buona, dove ognuno si senta aiutato di fronte alle difficoltà di salute, sociali, economiche e, allo stesso tempo, si impegna ad aiutare chi ha bisogno di consigli, supporto pratico, accompagnamento. Ritengo che su questa strada, che porta per tutti alla costruzione di più serene modalità di vita, ben si colloca la recente legge approvata dal Parlamento che riguarda l’organizzazione di servizi specifici per le persone anziane non autosufficienti. Qualcuno, anzi molti, fortunatamente, potrebbero ritenere di non essere interessati al provvedimento governativo; ritengo, invece, che qualsiasi cittadino possa vivere più serenamente, e con minori preoccupazioni per il futuro, se sa di poter essere adeguatamente assistito nel caso dovesse perdere del tutto o in parte la sua autosufficienza. La legge riguarda vari aspetti, da quelli strettamente economici, per permettere di affrontare le crisi con una protezione anche in questo ambito, a specifici momenti nella catena dei servizi, dalla prevenzione, all’assistenza domiciliare, alla residenzialità. Quando sarà messa in atto porterà anche l’Italia a livello dei paesi più avanzati, dotati di sistemi organizzati di protezione degli anziani fragili. Approvata la legge, ora inizia però un itinerario importante, certamente il più importante, cioè la stesura dei cosiddetti decreti attuativi, i testi che danno operatività alle indicazioni di carattere generale della legge. Senza di questi, infatti, non è possibile mettere in atto nei vari luoghi del nostro paese le scelte concrete per realizzare questo o un altro progetto. Non possiamo nasconderci che questo passaggio può rappresentare un collo di bottiglia, perché alla burocrazia ministeriale è chiesto uno sforzo che non sempre è in grado di reggere. La legge ha posto il 31 gennaio 2024 come termine ultimo per avere pronti i decreti attuativi; sarebbe davvero un gravissimo problema se il sistema non fosse in grado di rispettare questa data. Inoltre, al 31 dicembre di quest’anno dovrà essere approvata dal governo e dal parlamento la legge di bilancio per l’anno prossimo, nella quale devono essere indicati con precisione i finanziamenti disponibili per i singoli capitoli. Sarà una corsa complessa, per una gara che però non possiamo perdere! Per questo è importante che tutte le realtà che operano in questo campo propongano soluzioni concrete, dotate di precise indicazioni operative e di relativi costi. Ce la faremo? Il pessimismo non è mai di aiuto per costruire il futuro; ci auguriamo che il nostro paese abbia la forza di abbandonare le polemiche per diventare operativo. Dobbiamo ricordare anche che il Pnrr dispone di altri finanziamenti; in particolare prevede la disponibilità di 2.7 miliardi di euro per l’assistenza domiciliare, per portare all’estensione di questo servizio al 10% delle persone ultra 65. Anche a questo proposito vale l’indicazione precedente, cioè la preoccupazione perché questo finanziamento porti alla realizzazione nei diversi luoghi del nostro paese di servizi concretamente realizzabili, che siano davvero utili per le persone anziane fragili. Saranno pronte molte realtà locali a spendere il finanziamento disponibile per realizzare i servizi? Il nostro paese è variegato; però non potremo permettere che solo una parte sia in grado di utilizzare proficuamente i denari che arriveranno, lasciando altre aree prive di interventi che, realisticamente, sono essenziali. Ancora non abbiamo le idee chiare, ad esempio, su come sarà possibile assistere le persone con bisogni molto diversi: dovremo portare molto a pochi o poco a molti? È una domanda drammatica, che richiede chiarezza politica, ma anche chiarezza nei risultati attesi, cioè le scelte di fondo delle nostre comunità. Ma questo sarà argomento di un prossimo editoriale.
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