Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 05.51

Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale

A cura Agri&Food di CremonaFiere n. 46

| Scritto da Redazione
Flash dall’agroalimentare nazionale e internazionale

Zootecnia e nitrati, gli allevamenti non sono il colpevole principale. “Da anni le aziende agricole pagano un prezzo troppo alto per contenere l’impatto ambientale, ora è necessario che queste norme vengano in primis concertate e condivise con gli allevatori”. E’ questo l’appello della Organizzazione Interprofessionale Gran Suino Italiano, la prima interprofessionale zootecnica italiana, rivolto alla Regione Emilia Romagna durante il convegno “Ambiente e sanità nella filiera suinicola italiana” svoltosi nei giorni scorsi a Reggio Emilia. Secondo il presidente della OI, Guido Zama, occorre rilanciare le iniziative volte all’utilizzazione dei reflui zootecnici come elemento d’arricchimento della sostanza organica del terreno e “visto che il recente studio di Ispra evidenzia il basso impatto della zootecnia in relazione all’inquinamento da nitrati, auspichiamo che il metodo utilizzato passi dalla fase sperimentale a quella applicativa e diventi lo strumento per monitorare l’inquinamento”. (Fonte: www.confagricoltura.org)

Caseifici, i controlli devono essere più rigidi e severi.“Fa davvero sensazione l’operazione che i Nac di Parma e i Carabinieri di Reggio Emilia, su disposizione della Procura di Reggio, hanno effettuato negli ultimi giorni in alcuni caseifici e nei magazzini di stoccaggio di formaggi grana dop che risultano appartenere ad un unico gruppo”. Lo afferma il presidente della Cia di Reggio Emilia, Antenore Cervi che insiste: “Il nostro punto di vista, a fronte di quanto pubblicato dai giornali, è che si deve rafforzare ulteriormente l’attività dell’organismo di controllo sui nostri formaggi di qualità, essendo questo il primo e più importante livello di verifica della conformità alle leggi e ai disciplinari. Controlli che vanno quindi estesi e resi sempre più severi e rigidi”. (Fonte: www.cia.it)

Sul Benessere animale vigilanza permanente.E’ sempre elevata l’attività di controllo sul territorio nazionale in merito al rispetto di quanto prevede la normativa sul Benessere animale. Il ministero della Salute rende infatti noto che nel 2013 essi hanno interessato il 44% circa degli allevamenti di galline ovaiole presenti sul territorio nazionale e sono stati ispezionati 697 allevamenti su un totale di 1574. Per quanto riguarda gli allevamenti suinicoli i controlli hanno riguardato circa il 23% degli allevamenti, pari a 1.996 unità su un totale di 8.534. Le infrazioni riscontrate sono state 776. Le tipologie di irregolarità evidenziate riguardano per lo più lo spazio disponibile, gli edifici e i locali di stabulazione, la pavimentazione, l’assenza di materiale manipolabile e la tenuta dei registri. (Fonte: www.veterinariodifiducia.it)

Uno strumento in più per facilitare l’accesso al credito.La Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti (Bei) hanno presentato un modello di strumento finanziario per facilitare l’accesso ai finanziamenti a favore degli agricoltori. Gli Stati membri e le Regioni sono ora in grado di utilizzare lo schema per creare gli strumenti finanziari indirizzati allo sviluppo rurale nell’ambìto del Fondo europeo agricolo. In questo modo sarà possibile ottenere prestiti per investimenti da indirizzare in miglioramenti agricoli, trasformazione e commercializzazione, oltre che nell’imprenditorialità e in altri settori. (Fonte: www.3tre3.it)

Efficienza energetica, Bruxelles bacchetta l’Italia.Le critiche puntuali della Commissione europea confermano quanto l’Italia debba fare per recuperare i ritardi rispetto alle regole europee in tema di efficienza energetica. Scrive infatti Miguel Arias Canete, Commissario europeo all’energia, che esistono “ritardi e contraddizioni nel recepimento della Direttiva europea 2012/27 sull’efficienza energetica”. “Eppure – scrivono in una nota congiunta Legambiente, Kyoto Club e Coordinamento Free – tutti gli studi e i rapporti dimostrano senza possibilità di smentita che i cittadini e le imprese italiane avrebbero vantaggi enormi se si puntasse decisamente in questa direzione perché si ridurrebbero la spesa energetica e le importazioni, migliorerebbero le prestazioni ambientali e si creerebbe lavoro attraverso l’innovazione”. Sono ben 35 i punti problematici riscontrati dalla Commissione rispetto ai quali l’Italia dovrà rispondere entro la fine del prossimo mese di maggio. (www.legambiente.it)

Confeuro chiede un Piano nazionale per il rilancio delle Pmi agricole.In questo contesto storico dominato dalla crisi economica – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – è essenziale varare un piano nazionale per raccogliere le istanze di cambiamento che provengono dalle Pmi agricole, tra le più colpite dalle difficoltà del settore. Le attenzioni del Governo fino ad ora si sono concentrate soprattutto sulle ragioni delle grandi imprese dell'agroindustria, e non invece sull'urgenza di supportare i produttori del primario. Purtroppo le Pmi agricole non sono in condizione di resistere ai sempre più ingenti costi di produzione, alla concorrenza internazionale, allo scarso accesso al credito e a decine di altre problematiche. E' per queste ragioni – conclude Tiso – che serve con urgenza un vero e proprio piano nazionale per il loro rilancio. (Fonte: www.confeuro.it)

La programmazione produttiva premia l’Asiago Dop.A un anno dall’avvio, l’efficacia del Piano di crescita programmata per l’Asiago Dop è confermata e negli ultimi cinque anni il fatturato dell’export è cresciuto del 64%. Il 2014, intanto, ha chiuso con una leggera crescita delle produzioni totali passate dalle 1.620.136 forme dell’anno prima a 1.626.198, con un aumento dello 0,37%. L’anno che ci siamo lasciati alle spalle ha inoltre segnato una parziale staffetta tra le due principali tipologie di formaggio che ha visto ridursi del 3,16% la produzione di Asiago dop fresco e aumentare del 22,86% rispetto al 2013 quello della produzione di Asiago Dop stagionato. Al dettaglio la tipologia Fresco ha registrato nel 2014 una produzione di 1.356.132 forme (-44.191 unità), mentre lo Stagionato 270.066 forme (+50.253 unità). (Fonte: www.formaggioasiago.it)

La vendita dei prodotti agricoli riflette l’andamento climatico.’overview settimanale pubblicata da Ismea sottolinea che l’arrivo della Pasqua e le incertezze climatiche influenzano la vendita dei prodotti agricoli. Relativamente al comparto suinicolo emerge che nonostante le misure comunitarie di aiuto allo stoccaggio privato, i benefici tardano ad arrivare. Per quanto riguarda le carni avicole continua il loro trend positivo e si prevede che potranno spuntare ulteriori aumenti di prezzo in previsione di una domanda vivace e di un’offerta non pressante. Stabile il settore delle uova, mentre nel comparto bovino emerge ancora una forte incertezza degli operatori sulle possibili evoluzioni dei prezzi. Per quanto riguarda i prodotti lattiero-caseari i prezzi dovrebbero restare stabili durante questa fase di transizione dal regime delle quote alla loro cessazione. I dati sull’export 2014 di formaggi e latticini mostrano una crescita sia in quantità (+3,3% su base annua) sia in valore (+4,8%) grazie soprattutto al buon andamento delle vendite sul mercato tedesco e in diversi Paesi dell’Est Europa. (Fonte: www.mangimiealimenti.it)

Ottimi i risultati di produzione per la Mortadella Bologna IgpPer la Mortadella Bologna Igp il 2014 si è chiuso con una produzione di 37milioni di kg e un aumento del 6,9% dell’affettato rispetto all’anno prima. Secondo i dati Nielsen, nonostante le vendite della mortadella generica abbiano registrato una contrazione sia in termini di volume (-6,5%) che di valore (-5,1%), per la Mortadella Bologna Igp si è registrata una controtendenza: +4,3% i volumi e +6,6% il valore. Ottime le performance nei negozi tradizionali dove si concentra il 30% dei volumi, ma anche la Gdo, dove si concretizza il 70% delle vendite, ha chiuso l’anno con un +1,6% in volume e un +3,3% in valore. Ottimo il dato sul preaffettato, che con 5 milioni di kg ha raggiunto la quota più alta degli ultimi 10 anni. Bene infine l’export, dove è andato circa il 10% delle vendite, con Germania, Francia e Spagna che si confermano i principali estimatori di questo salume così apprezzato. (Fonte: www.salumi-italiani.it)

Un altro fiore all’occhiello del made in Italy: il gelato artigianale. Secondo i dati raccolti dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) su tutto il territorio italiano, sono 165mila le tonnellate di gelato artigianale consumate nel nostro Paese nel 2014, pari a 3 kg di gelato a testa. Sul territorio italiano si contano oltre 41mila imprese attive nel settore Bar Gelateria e Gelateria/Pasticceria, di cui circa 12mila Gelaterie pure. Il business del gelato artigianale italiano vanta un indotto di 50mila addetti e conta su fattori di successo indipendenti dalla congiuntura economica. “Il riconoscimento che il Parlamento europeo ha accordato al gelato artigianale – afferma il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani – rappresenta la tutela del prodotto, ma anche un forte incoraggiamento agli esercenti e ai loro fornitori, che vanno dai produttori agroalimentari del territorio alle raffinate attrezzature garantendo sicurezza igienica e massima duttilità creativa, a investire per mantenere alto uno dei simboli trainanti del made in Italy”. (Fonte: www.fipe.it)

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