Martedì, 16 aprile 2024 - ore 18.14

FLC-CGIL La scuola non può essere regionalizzata. Intervista a Francesco Sinopoli

Per Sinopoli, segretario generale della Flc, istruzione e formazione devono rimanere competenza dello Stato centrale.

| Scritto da Redazione
FLC-CGIL La scuola non può essere regionalizzata. Intervista a Francesco Sinopoli

FLC-CGIL La scuola non può essere regionalizzata. Intervista a Francesco Sinopoli

Per Sinopoli, segretario generale della Flc, istruzione e formazione devono rimanere competenza dello Stato centrale. E invece per affrontare la pandemia "il governo, abdicando alle sue funzioni e lasciando tutto in mano alle Regioni, si è reso responsabile della frammentazione che si è creata"

Sulla scuola si sta giocando una partita tutta politica. Ma politica nel senso deteriore: strumentalizzazioni, polarizzazioni ideologiche e anche regionaliste su “aperture” e “chiusure”. Scontri tra tifoserie che non giovano a studenti, famiglie e lavoratori. Affrontare la realtà, capire quel che c’è da fare per tenere insieme diritto all’istruzione e alla sicurezza: questa è la “ricetta”, se così si può dire, che secondo Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, andrebbe adottata. “Bisogna uscire da queste logiche – osserva –. Sin dall’inizio della pandemia abbiamo investito tutto il nostro impegno, come Flc e Cgil, nel costruire le condizioni per un rientro a scuola in presenza. E lo dicevamo quando tutti si sperticavano in elogi della dad, che per noi, per i motivi che abbiamo detto più volte, non potrà mai essere equivalente alla scuola in presenza e che anzi rischia di incrementare, nell’immediato, l’abbandono scolastico e, a seguire, di abbassare ulteriormente i livelli di istruzione (nel 2019 il 13,2% dei giovani tra i 18 e i 24 anni aveva non più del titolo di scuola secondaria di I grado). Detto questo bisogna però essere chiari e non leggere in modo sbagliato la realtà”.

In che senso?

Innanzitutto nel senso che dobbiamo ricordare che le scuole non sono affatto chiuse e non lo sono mai state, anche quando erano costrette alla dad. Non dobbiamo dimenticare l’enorme sforzo fatto dai lavoratori della scuola per rendere gli ambienti sicuri e per attuare rigorosamente procedure e protocolli a garanzia della salute di tutti. Inoltre le scuole del ciclo primario funzionano in presenza in quasi tutto il paese e le stesse secondarie sin dall’inizio dell’anno scolastico hanno mantenuto in presenza – con grandissima fatica – i laboratori. Insomma, la realtà è articolata e non si può ridurre alle semplificazioni delle opposte tifoserie e a una logica strumentale che punta spesso al consenso delle famiglie o dei lavoratori, come è evidente in certe decisioni prese da alcune Regioni basandosi su dati sanitari su cui però non c’è alcuna certezza ma solo presunzioni.

Ti riferisci in particolare alla Puglia dove è stata addirittura lasciata alle famiglie la scelta di mandare o no i propri figli in classe?

Una decisione incredibile che trasforma la scuola in un servizio a domanda individuale.

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