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Galimberti incontra gli abitanti del Cambonino

| Scritto da Redazione
Galimberti incontra gli abitanti del Cambonino

CREMONA 14 GENNAIO 2013 – Gianluca Galimberti, candidato alle primarie di 'Fare nuova la città', ha incontrato, nella serata di lunedì al Cambonino, alla sala di ritrovo del comitato 4, alcuni residenti del quartiere di periferia. "Ho tantissimo da imparare rispetto ad alcuni contenuti di questo quartiere ha esordito Galimberti – Da quanto ho letto nei verbali del comitato e da quanto alcuni mi hanno raccontato, ci sono questioni chiave: questo quartiere anche nella sua urbanistica rivela ricchezze e difficoltà; ha vissuto molta partecipazione civile e molta marginalizzazione; le problematiche non risalgono agli ultimi cinque anni, ma a molto prima; al Cambonino, come anche nel resto della città, il tema della casa riassume in sé tematiche forti di convivenza e sicurezza.
Dunque l'altra grande
questione è quella del welfare. In città questo quartiere rappresenta molto più di altri quartieri un caleidoscopio di problematiche molto faticose per chi ci vive”.

Disagio giovanile, intercultura, impoverimento dei centri di aggregazione, gli altri temi toccati da Galimberti che ha evidenziato le questioni degli orti sociali, delle panchine, del verde pubblico, della farmacia.

“L'ultima tematica grandissima – ha proseguito Galimberti - è quella più generale del lavoro e dello sviluppo. Questa parte della città è chiusa su di sé, ma è quella più aperta, nel senso che va verso tutta la parte espansiva della città. La questione del lavoro in città non può vedere una settorializzazione nell'analisi. Non si può afrontare “il lavoro al Cambonino”, ma si deve puntare ad un rilancio complessivo della città. Le questioni di un singolo quartiere sono specifche, ma dobbiamo cominciare a pensare ai nostri problemi come quelli di tutti. Lo sviluppo e la coesione sociale nelle periferie riguarda anche il centro e viceversa. La città si rilancia se c'è un approccio unitario”.

Tanti gli interventi dei residenti presenti. “Secondo i dati del Comune – ha detto il presidente del comitato Rinaldo Rizzi - noi abbiamo un quartiere con 1.500 abitanti. Ma il comitato consegna 1000 inviti a famiglia, senza raggiungere tutti, dunque la popolazione è molto superiore. Grandissima è la presenza di comunità straniere, difficilmente avvicinabili, perché tra loro ci sono divisioni forti. Adesso la nostra idea è quella di aprire come comitato di quartiere per una o due volte la settimana un centro di ascolto laico per intercettare queste persone. Perché se riuscissimo ad avere una decina di referenti da affiancare sarebbe un passo avanti”.

“Se noi diamo il pacco alimentare a 80 famiglie, ovvero 400 persone – ha proseguito don Alberto Martinelli, parroco del Cambonino, anche lui presente all'incontro – come è possibile che il Comune non lo sappia? Secondo punto, bisogna capire che ci sono scelte che hanno ricadute pesanti sulla collettività, in particolare collettività come queste. Non si può proporre il tempo prolungato con pasto a 5 euro in realtà così, dove nelle classi la maggioranza dei bambini sono stranieri. Le famiglie vanno a prendere i fgli e li riportano dopo il pranzo e chi rimane si sente marginalizzato e non tutelato”.

“Questi problemi – ha concluso Galimberti - si afrontano innanzitutto non negandoli: l'accoglienza funziona se c'è molto realismo. Secondo, ripensando il welfare in termini di prossimità e vicinanza. Se istituisco un fondo di solidarietà per venire incontro a distacchi, affitti e difficoltà, questo non funziona senza un ritorno. Bisogna mettere a disposizione il denaro a patto che le persone si lascino un po' aiutare. Per farlo servono un Comune più vicino ai territori, logiche di coprogettazione col terzo settore, interlocuzione con realtà già esistenti. Se la scuola non riesce a dare risposte, se cadono i presidi educativi, noi non ne usciamo più. Come città, non solo come Cambonino".

2014-01-14

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