Sabato, 27 aprile 2024 - ore 03.41

GAS: LA POLONIA GUARDA ANCORA ALLA NORVEGIA

| Scritto da Redazione
GAS: LA POLONIA GUARDA ANCORA ALLA NORVEGIA

La compagnia energetica polacca PGNiG preventiva la vendita del gas proveniente dai giacimenti norvegesi nel mercato tedesco e olandese in cambio di risorse energetiche e somme di danaro da reinvestire in progetti miranti alla diminuzione della dipendenza dalla Russia. Varsavia sempre attiva nell'importazione di gas liquefatto dal Qatar e USA.

 

Gas da collocare all'estero per garantire al Paese forniture diversificate di oro blu. Come riportato dal potale di informazione wnp.pl, il colosso energetico polacco PGNiG ha programmato la vendita di gas norvegese in mercati di Paesi UE in cambio di risorse economiche ed energetiche per la Polonia.

 

Particolare attenzione è stata riservata al giacimento Skarv, ubicato al largo delle coste occidentali della Norvegia, da cui è prevista la produzione di 43 Miliardi di metri cubi di gas.

 

L'avvio dello sfruttamento del giacimento Skarv, compartecipato dalla PGNiG all'11%, dal colosso norvegese Statoil per il 36,18%, da quello britannico British Petroleum per il 23,84%, e dalla joint-venture tedesco-norvegese E.On E&P Norge AS per il 28,08%, consentirà al colosso energetico polacco di aumentare la produzione di gas dalla Norvegia.

 

Come dichiarato dal Capo della PGNiG, Grzuna Piotrkowska-Oliwa, dinnanzi agli alti costi che si prefigurano per il trasporto del gas dalla Norvegia alla Polonia, il colosso energetico polacco destinerà il gas dello Skarv esclusivamente alla vendita nei mercati tedeschi e olandesi in cambio di risorse energetiche e pagamenti in denaro da reinvestire nel settore dell'oro blu.

 

La strategia della PGNiG risponde alla non facile situazione energetica della Polonia. Costretta a pagare prezzi alti per l'importazione di gas naturale dalla Russia - che copre l'89% del fabbisogno polacco - Varsavia ha sostenuto pienamente la politica energetica della Commissione Europea per diversificare le fonti di approvvigionamento di rogo blu accedendo ai giacimenti del Bacino del Caspio.

 

Inoltre, la Polonia ha avviato la costruzione di rigassificatori, come quello di Swinoujscie, in Pomerania, per importare considerevoli quantità di gas liquefatto da Qatar e USA.

 

La Polonia ha anche ipotizzato l'importazione di gas dalla Germania attraverso lo sfruttamento inverso del Gasdotto Yamal-Europa, per mezzo del quale la Russia ha veicolato gas in Occidente fino alla costruzione del Nordstream: conduttura realizzata da Mosca sul fondale del Mar Baltico per rifornire di gas direttamente il territorio tedesco, bypassando Paesi UE osteggiati dal Cremlino come Polonia e Stati Baltici.

 

In ultimo, Varsavia, ha puntato sulla ricerca nel territorio nazionale di giacimenti di gas shale, incoraggiata dalle stime che presentano la Polonia come il primo Paese per possesso di serbatoi di oro blu non convenzionale.

 

Lo shale è un gas presente in rocce porose ubicate a bassa profondità estraibile mediante sofisticate tecniche di fracking ad oggi operate solo in Nordamerica.

 

Per effettuare gli studi necessari, il Governo polacco ha concesso licenze ad un pool di compagnie nazionali e statunitensi, tra cui la PGNiG, Tauron, Orlen, Chevron e ConocoPhilips.

 

Due proposte dei Governi polacchi per diversificare le forniture di gas

 

Per la Polonia, non è la prima volta che la Norvegia viene considerata una scialuppa di salvataggio energetica. Nel 2006, sotto i Governi conservatori guidati dal Partito Diritto e Giustizia, l'ex-Premier, Jaroslaw Kaczynski, ha ipotizzato l'avvio dell'importazione diretta di gas dalla Norvegia per diminuire la dipendenza dalle forniture della Russia.

 

Con la salita al potere dei cristiano-democratici della Piattaforma Civica, nel 2007, l'attuale Primo Ministro, Donald Tusk, ha interrotto il progetto norvegese perché troppo costoso, ed ha preferito allineare la politica energetica della Polonia a quella della Commissione Europea, valorizzando la possibilità di importare gas liquefatto da Asia ed Oltreoceano, ed oro blu naturale da Azerbaijan e Turkmenistan.

 

Matteo Cazzulani

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