Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 12.49

GAS: L'AUSTRALIA BATTE LA RUSSIA IN ISRAELE

| Scritto da Redazione
GAS: L'AUSTRALIA BATTE LA RUSSIA IN ISRAELE

Il colosso australiano Woodstock si aggiudica il 30% del giacimento Leviathan, e promette esportazioni di oro blu liquefatto in Asia ed Europa. Vinta la concorrenza del monopolista russo, Gazprom, interessato a controllare il serbatoio israeliano per impedire all'UE di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento energetiche.

 

Nella guerra del gas, Israele ha compiuto la sua scelta di campo: meglio l'occidentale Australia che la Russia neo-imperiale. Nella giornata di martedì, 4 Dicembre, il colosso energetico australiano Woodstock si è aggiudicato il 30% delle azioni per lo sfruttamento del giacimento Leviathan, ubicato nel Mar Mediterraneo, in acque territoriali israeliane.

 

Il colosso australiano, a cui spetta il compito di esportare il gas estratto dal Leviathan non solo in Australia, ma anche in Europa, ha battuto la concorrenza del colosso nazionale cinese CNOOC e del monopolista russo del gas, Gazprom.

 

Per mantenere la propria egemonia in campo energetico in Europa, la Russia è stata da sempre interessata al controllo di un giacimento di oro blu di fondamentale importanza per gli assetti geopolitici della regione e dell'Unione Europea.

 

Come riporta Gazeta Wyborcza, il Leviathan contiene 481 Miliardi di metri cubi di gas, tanto da coprire il fabbisogno di Israele per un decennio.

 

La crescente domanda di gas da parte dell'Unione Europea ha spinto Israele, in partnership con Grecia e Cipro, a presentarsi a Bruxelles come una possibile fonte di approvvigionamento alternativa al quasi monopolio della Russia, le cui forniture coprono il 40% del fabbisogno totale UE.

 

Con la vendita del 30% delle azioni del Leviathan al colosso australiano Woodstock, che gestirà il giacimento in partnership con la compagnia USA Noble Energy, e con le israeliane Delek Drilling, Avner Oil Exploration e Ratio Oil Exploration, Israele ha risolto solo una delle tre contese energetiche a cui è chiamato a fare fronte.

 

Libano e Palestina ancora questioni irrisolte

 

Ancora aperto resta infatti il contenzioso con il Libano, che, similmente ad Israele, ha avviato un programma di trivellazione dei fondali delle acque territoriali libanesi per la ricerca giacimenti di gas naturale.

 

La questione energetica ha riaperto la definizione dei confini tra le acque territoriali libanesi e quelle israeliane, su cui un accordo definivo non è ancora stato trovato.

 

Come riportato dal Washington Post, Cipro, presidente di turno dell'Unione Europea, ha offerto la propria mediazione affinché le parti raggiungano un accordo pacificamente.

 

Un altro fornite caldo che Israele si trova ad affrontare è quello palestinese, poiché Tel Aviv è intenzionato a ricercare giacimenti di gas anche al largo della Striscia di Gaza.

 

Come riportato da Natural Gas Asia, all'inizio di Ottobre il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, grazie alla mediazione dell'Inviato Speciale ONU, Tony Blair, per il riconoscimento alla Palestina di royalties sui giacimenti al largo di Gaza.

 

La recente escalation di violenze che ha contrassegnato i rapporti israelo-palestinesi ha bloccato l'operazione, che, ad oggi, resta congelata in attesa di una risoluzione ancor lontana dall'essere concordata.

 

Matteo Cazzulani

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