Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 18.38

Giancarlo Ceruti: la Politica, il PCI,il Sindacato, la Fiom, il ciclismo e l’università |Cosetta Maria Erinaldi

Fisicamente un toro... La piscina tre volte la settimana e in sella alla tua bici come in sella a un cavallo con quell'aria da cowboy che non ha paura di nessuno. Un cuore grande generoso, senza farti vedere facevi del bene.

| Scritto da Redazione
Giancarlo Ceruti: la Politica, il PCI,il Sindacato, la Fiom, il ciclismo e l’università |Cosetta Maria Erinaldi

Giancarlo Ceruti: la Politica, il PCI,il Sindacato, la Fiom, il ciclismo e l’università |Cosetta Maria Erinaldi

il Ciclismo, l'Università lo studio fino alle lauree da pensionato, la pubblicazione di libri, in giro per l'Italia da sempre, per tutte queste passioni.

Fisicamente un toro... La piscina tre volte la settimana e in sella alla tua bici come in sella a un cavallo con quell'aria da cowboy che non ha paura di nessuno. Un cuore grande generoso, senza farti vedere facevi del bene. L'hai sempre fatto. Sei stato per molti una roccia cui aggrapparsi e un faro. Giovanissimo, poco dopo i vent'anni a Roma per la Fiom, l'inizio del grande amore : il Sindacato. Quanto amavi gli operai. Quanto rispetto per il concetto "centralismo democratico". Crema, Roma, la Brianza. Tanti incarichi ad ogni livello. Scontri furibondi, eppure un accordista. Amato o temuto, quanti ti piangono oggi. Increduli. I tuoi vecchi delegati in primis. Eri una chioccia, anche. Guai a chi ti toccava "i tuoi". Guai a toccarti la Tua FIOM. Battagliero anche negli ultimi anni di "estraniamento" politico, un mondo che stentavi a riconoscere, ma curioso delle sue contraddizioni. E infatti pur da pensionato ti sei reinventato studente e hai scelto come prima laurea proprio Scienze Politiche e poi Antropologia. Sempre a domandare. Se lo incontravi il Cerutz lui ti domandava. Poi non rinunciava a spiegarti la sua visione. Quante vite ti sei reinventato? Fino all'ultimo ti sei interessato del Mondo. Cittadino del mondo, la tua auto-definizione preferita. Hai scritto libri a modo tuo, sul ciclismo e l'ultimo sul fenomeno dell'immigrazione. Un vulcano. Incontenibile, straripante Giancarlo anche fisicamente sorprende che la malattia ti abbia dominato, non ci si può credere.

Io sono convinta che tu ti sia invece sottratto... come in una volata in bicicletta. Non ti sei fatto trovare. E le telefonate con Gianmario, le prese in giro reciproche, le discussioni politiche infinite. La cena una volta l'anno, prima di santa Lucia i tuoi piccoli cadeau. Non preparatemi che un'insalata... Poi ti mangiavi il tavolo! Ti avevo visto un mese fa, eri venuto per un caffè. E ancora domandavi...

Tanti i compagni e le compagne che vengono a sapere del tuo definitivo viaggio sono increduli.

A ch'io che scrivo, con il permesso di Alberto tuo adorato nipote al quale riferirò chi vuol commentare e raccontare un aneddoto che ti riguarda. Ma come è successo? Che strano non commentare con te. Che alla fine della frase, dicevi sempre "e via, via" con la tua voce bella potente. Eppure... É andata cosí. Ma è dura. Siamo tutti provati per la perdita di altre persone care. Solo che tu davi l'idea di non poter morire. Questo rappresenta un duro colpo umanamente perché tu rappresentavi, Gianca, l'invincibile. Non riesco a salutarti, ma devo. Ed è un grazie, grande come una casa. Tu, si proprio tu, mi hai introdotto al lavoro sindacale, mi hai tenuto a battesimo in Fiom, ti devo molto. Non sono l'unica. Sei stato un leale maestro e un grande compagno sindacale. La risata forte, la timidezza innata e l'onestà intellettuale. Non hai abbandonato i tuoi ideali neanche quando ti hanno fatto soffrire le tante vicende politiche di questo Paese che hai girato in lungo e in largo. Lupo solitario ma solidale, amico di tutti e alla mano anche se la tua casa è piena di targhe e di incarichi prestigiosi la tua vita. Venerazione per la tua famiglia, meriti oggi tutto il nostro rispetto per averci provato fino in fondo anche questa volta. Gratitudine e affetto. Avrei tanti aneddoti da raccontare che ti riguardano, ma tu che mi porti una borsina di limoni appositamente dalla Liguria e arrivi in bicicletta con gli occhiali neri e te ne vai alzando la mano già partito, come i ciclisti veri... È quel che voglio fotografare di te oggi.

Hai solo svoltato la' lungo la via... E chissà adesso dove sei.

Cosetta Maria Erinaldi (Cremona)

2499 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online