Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 08.08

Gianluca Galimberti Ecco perché voto SI al Referendum Lombardo del 22 ottobre sull’autonomia

Il 22 ottobre ci sarà il referendum sull’autonomia della Regione Lombardia. Ho detto in diverse sedi e anche al Presidente Maroni ciò che penso su questa iniziativa e credo sia giusto e doveroso renderlo pubblico. Anche per stimolare, spero, un dibattito civile e alto, che vada al di là degli schieramenti politici e si concentri sul tema, a mio avviso importante per la Regione e anche per il nostro territorio.

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Gianluca Galimberti  Ecco perché voto SI al Referendum Lombardo del 22 ottobre sull’autonomia

Gianluca Galimberti  Ecco perché voto SI al Referendum Lombardo del 22 ottobre sull’autonomia

Il 22 ottobre ci sarà il referendum sull’autonomia della Regione Lombardia. Ho detto in diverse sedi e anche al Presidente Maroni ciò che penso su questa iniziativa e credo sia giusto e doveroso renderlo pubblico. Anche per stimolare, spero, un dibattito civile e alto, che vada al di là degli schieramenti politici e si concentri sul tema, a mio avviso importante per la Regione e anche per il nostro territorio.

Faccio una doverosa premessa. Penso che il referendum di ottobre sia inutile: il giorno dopo non cambierà nulla se non si mettono in campo azioni che potevano essere fatte indipendentemente dal referendum. Penso che il referendum sia strumentalizzato: dire che il referendum prevede che passino tutte le materie previste dalla legge è alludere a una prospettiva infattibile! E non si prendano in giro i cittadini lombardi e cremonesi: non esistono le S. Marino del nord e non esisteranno certo dopo il referendum.

Ma proprio perché il tema è importante e sostanziale e proprio perché l’autonomia - quella vera e seria – è tema caro al centrosinistra, usiamo la testa e non la pancia. Il progetto d e l l’autonomia lombarda, infatti, vale la pena ricordarlo, non è u n’invenzione della Lega.

Già nel 2007 il Governo Prodi e la Regione Lombardia, allora guidata da Roberto Formigoni, firmarono un’intesa per verificare la trasferibilità di alcune materie dallo Stato alla Regione.

Iniziarono la trattativa, interrotta a causa della caduta del Governo Prodi e mai più ripresa dal successivo Governo di centrodestra in cui la Lega esprimeva ben quattro ministri: Bossi, Calderoli, Zaia e lo stesso Maroni. Dunque la serietà o meno della proposta credo debba essere valutata anche dalla tempestività di un referendum su temi, a mio parere, mai affrontati seriamente da chi ora lo indice a ridosso del voto regionale, modello ‘trampolino di lancio’ preelet torale.

Lo strumento, dunque, è inutile e molto dispendioso! E anche strumentalizzato politicamente. Ma ora, volenti o nolenti, c’è. Il 22 ottobre si voterà. E il tema resta importante. Faccio una domanda: ci sarebbe bisogno di una Lombardia forte, che, nel pieno riconoscimento delle sue specificità e delle sue potenzialità, porti nella sua responsabilità regionale alcune materie importanti, diventando così capace di intervenire con più efficacia in alcuni ambiti, e aumenti la sua leadership in Italia e in Europa? La risposta per me è sì. Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ha fatto proposte serie di ambiti sui quali concentrarsi per l’autonomia, ne cito uno: la tutela dell’ambient e e dell’ecosistema, perché siamo una regione con molti problemi di inquinamento e dobbiamo avere in mano le redini degli incentivi e della programmazione e perché il tema ha relazioni con materie già di competenza regionale come salute, agricoltura e consumo di suolo. Non abbiamo voluto il referendum, ma ora c’è: votare sì significa dire che ci impegniamo a fare ciò che non è stato fatto prima, a scegliere quali materie richiedere dentro l’autonomia rafforzata.

Questo è l’unico risultato serio e possibile in una complessiva e necessaria revisione del Titolo V, affossata (a mio avviso purtroppo) d a l l’ultimo referendum nazionale. Sì significa dire che ci impegniamo finalmente con il Governo, che si è più volte detto disponibile a lavorare in questa direzione, ma su temi precisi. La Regione ha scelto (a nostre spese) una strada per avere un plebiscito. Ma in effetti il plebiscito c'è già, non ha bisogno di conferme, il mandato dei lombardi è chiaro già ora ed è anche il mio ed è per questo che voto ‘sì’: la strada è quella dell'autonomia rafforzata, prevista in costituzione (articolo 116) proprio dal centrosinistra e per cui la Regione e il Governo devono sedersi a un tavolo con intenzioni concrete. Io sono per questa strada. Un percorso serio e non demagogico. Ma costruttivo e verso una reale ed efficace autonomia. E anche sulla questione tasse e residuo fiscale occorre lavorare senza slogan, ma con la stessa serietà che può portare a risultati concreti. In sintesi una vera autonomia della Lombardia significa una Regione più protagonista nel suo rapporto con Roma, capace di gestire meglio e di più alcuni temi strategici, per essere davvero regione leader in Italia e in Europa e a vantaggio quindi dell’Italia e dell’Eur opa.

E una vera autonomia significa anche maggiori autonomie dei territori lombardi più protagonisti in un rapporto nuovo con la Regione. Aumentare quindi le autonomie dei territori non per isolare, ma per capire meglio i problemi, risolverli con maggior efficacia, consolidare maggiormente vere alleanze tra territori aperti e vivi. Ci sono problemi non risolti da tempo, da troppo tempo. Per questo occorre ascoltare di più i territori e costruire un nuovo rapporto di collaborazione tra territori e Regione in grado di risolvere questi problemi. Per la nostra città penso al tema delle infrastrutture, treni, strade e ponti e allo sviluppo economico con una necessaria alleanza tra territorio e Regione ad esempio sul nostro sistema fieristico come polo di sviluppo cremonese, lombardo, italiano con fortissima vacazione internazionale. Risolvere questi problemi veri dei territori e farlo davvero significa vera autonomia. Ed è per questo che con gli altri sindaci lombardi ci stiamo impegnando! E su questo lavoreremo insieme, anche con molti che magari hanno preso decisioni differenti rispetto al voto, ma che sono interessati a impegnarsi davvero per una Lombardia e per un’Italia più forti.

GIANLUCA GALIMBERTI (SINDACO DI CREMONA)

 

 

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