Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 18.06

Glifosate, anche l’Agenzia per la protezione dell’ambiente Usa esclude qualsiasi pericolo per la salute umana

Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia: ''Prima di emettere sentenze basate sul pregiudizio, è sempre opportuno tenere nella massima considerazione le valutazioni espresse dalla comunità scientifica internazionale''

| Scritto da Redazione
Glifosate, anche l’Agenzia per la protezione dell’ambiente Usa esclude qualsiasi pericolo per la salute umana

L’agenzia ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni”. È questo il verdetto emesso dall’Epa, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, a proposito del glifosate, l’erbicida utilizzato da numerose imprese agricole ed al centro, da anni, di diatribe mediatiche e giudiziarie a proposito di una presunta cancerogeneità della sostanza.

Già nell’agosto del 2019 l’Epa aveva sottolineato come procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”.

La valutazione è stata condivisa, negli anni, dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), dalla Bfr (l’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca) e più recentemente dalle autorità canadesi per la salute (Health Canada).

La valutazione dell’Epa statunitense – afferma Antonio Boselli, presidente di Confagricoltura Lombardia – conferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, dalla nostra organizzazione: riteniamo importante continuare ad utilizzare questa sostanza non solo da un punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il gligosate è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici come la diminuzione di emissioni di CO2. Anche questa vicenda – conclude Boselli – evidenzia come, prima di ricorrere alla demonizzazione di alcune modalità produttive, sia opportuno analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri espressi dalla comunità scientifica internazionale”.

 

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