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I cattolici in politica in uno Stato Laico | Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
I cattolici in politica in uno Stato Laico | Rosario Amico Roxas

Nell'omelia, il cardinale (Bagnasco  n.d.r.) ha parlato anche dei «grandi statisti cattolici che l'Italia ricorda»

(Il Messaggero del 10 agosto 2012)

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Non  vorrà  alludere al suo amico Berlusconi, perchè è vero che  l'Italia lo ricorda, ma come l'incubo peggiore ?

I cattolici in politica devono innanzitutto ricordarsi di essere membri di uno Stato laico, con il dovere di rappresentare indistintamente tutti gli italiani, senza discriminazioni di razza, cultura o religione.

I cattolici in politica devono ricordare che la lotta per le investiture è finita da quasi un millennio, per cui l'essere cattolico con deve prevalere sull'essere membro delle Istituzioni di uno Stato laico, democratico, fondato sul lavoro, che riconosce diritti a fronte di doveri, affermando, solennemente, che la legge è uguale per tutti.  Il dilemma che coinvolgeva il dovere dell’ubbidienza al Pontefice, in quanto vescovi, o all’imperatore in quanto suoi vassalli, rappresentò il momento più tragico della vita del cristianesimo, coinvolto in un potere temporale senza riscontro nella parola di Cristo.

Oggi il vaticano rivendica un ruolo politico che diventa usurpazione, perdendo così anche il suo naturale ruolo etico che le compete. Il miscuglio di religione e politica genera la medesima confusione che incontriamo quando si confondono il reato con il peccato e viceversa: il peccato coinvolge l’etica e la Chiesa, ed ha origine morale,  il reato segna i limiti invalicabili del comportamento, oltre i quali l’esercizio della propria libertà diventa lesivo della libertà altrui.

Bagnasco guarda alla politica secondo l'ottica vaticana di uno Stato assoluto, con un sovrano assoluto, con tanti diritti e pochissimi doveri; uno Stato rinnegato da quel Cristo che dichiarò "Il mio regno non è di questo mondo", rivoluzionando tutte le istituzioni dell'epoca con l’esaltazione della sconfitta e la mortificazione della vittoria, perché la vittoria per esserci prevede la guerra o lo scontro o, ancora, il tradimento; tutto ciò pur di affermare il potere  dal quale deriva la legge del più forte e non più del Giusto.

Bagnasco rilegga i Vangeli e mediti su Cristo prima di contestualizzare i ricordi di taluni sedicenti cattolici in politica, che tanto piacciono all'attuale vertice vaticano.

 

Rosario Amico Roxas

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