Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 11.26

Il bilancio Ecco i ‘licenziati’ dal decreto Salvini di Martina Bortolotti

Medici, infermieri, mediatori culturali, insegnanti, psicologi e avvocati, molti dei quali giovani sotto i 35 anni di età. Secondo le stime della Fp Cgil, circa 18 mila persone perderanno il posto a causa dei tagli al sistema dell'accoglienza

| Scritto da Redazione
Il bilancio Ecco i ‘licenziati’ dal decreto Salvini di Martina Bortolotti

Il bilancio Ecco i ‘licenziati’ dal decreto Salvini di Martina Bortolotti

Medici, infermieri, mediatori culturali, insegnanti, psicologi e avvocati, molti dei quali giovani sotto i 35 anni di età. Secondo le stime della Fp Cgil, circa 18 mila persone perderanno il posto a causa dei tagli al sistema dell'accoglienza

Sono passati 6 mesi dal momento in cui il decreto sicurezza – anche detto decreto Salvini – è entrato in vigore, lo scorso ottobre 2018. Una nuova misura i cui punti cardine ruotano attorno al tema dell’immigrazione e della sicurezza pubblica. Accostamento di temi discutibile, ma nient’affatto casuale. L’intervento del ministro degli Interni sull’immigrazione e, quindi, su tutto il sistema dell’accoglienza, è stato piuttosto massiccio, ha determinato la chiusura di diversi centri di accoglienza, drasticamente diminuito il numero delle ore di lavoro dedicate ai servizi e ridotto da 35 a circa 21 euro lordi pro capite la spesa quotidiana per l’accoglienza di ciascun migrante.

Ospiti, lavoratori ed esuberi. I numeri

Ma cosa è cambiato concretamente in questi 6 mesi? E come è cambiata la rete dell’accoglienza? Vediamolo numeri alla mano. Cominciamo col dire che attualmente in Italia ci sono circa 131 mila ospiti, lo 0,27% della popolazione residente, secondo i dati forniti da Unhcr. Nel 2017, con il decreto Minniti, i lavoratori impegnati nel sistema accoglienza, in rapporto al numero di ospiti, era di meno di un terzo, ovvero circa 40 mila operatori, tra Cara,Cas e Sprar. Secondo una stima della Fp Cgil, a oggi, con l’attuazione del decreto Salvini, circa il 40% di questi lavoratori rischia il posto di lavoro, a seguito della riduzione delle ore di lavoro da dedicare al sistema accoglienza, prevista dal decreto stesso. Circa 18 mila operatori che perderanno il posto nei prossimi mesi: medici, infermieri, mediatori culturali, insegnanti, psicologi e avvocati, molti dei quali giovani sotto i 35 anni di età. Se così fosse il rapporto tra numero di operatori e numero di ospiti arriverebbe ad essere di 1 a 8. Gli esuberi in corso sono già tantissimi, in alcuni casi hanno svuotato anche le strutture più ampie. È il caso, ad esempio, di Auxilium, a Castelnuovo di Porto, con 194 esuberi; o di Medihospes, una realtà che ha già subito 350 esuberi in ben 12 regioni; infine c’è il Progetto Arca, che ha subito 118 esuberi a Milano, Varese e Lecco. Queste sono solo alcune delle realtà più grandi e quindi più evidenti che sono state investite dal cambiamento portato dal decreto sicurezza, ma insieme a queste ci sono tante medio-piccole realtà che vivono le stesse condizioni. Da un monitoraggio svolto nei territori risultano essere circa 5 mila i lavoratori già interessati da procedure di esubero. Un duro colpo per l’occupazione e per tutte queste persone messe alla porta da un giorno all’altro, indipendentemente dalla propria professionalità e dedizione.

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