Martedì, 03 dicembre 2024 - ore 13.33

Il futuro dell’Unione europea, secondo von der Leyen

Nel discorso sullo stato dell’Unione Ursula Von der Leyen ha delineato le direttrici su cui l’Unione Europea si muoverà e le sfide da affrontare: emergenza sanitaria,un mondo del lavoro più sicuro, investimenti in tecnologia e clima.

| Scritto da Redazione
Il futuro dell’Unione europea, secondo von der Leyen

Con l’esplosione della pandemia da coronavirus, l’Europa si è rapidamente trovata a esserne l’epicentro, con tutte le conseguenze sanitarie ed economiche che ne sono derivate e che sta affrontando tuttora. La Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, è voluta partire proprio da qui nel suo discorso sullo stato dell’Unione, tenutosi il 16 settembre 2020, sottolineando così l’esigenza di un percorso comune per affrontare il nemico invisibile e trovare un vaccino sicuro e accessibile a tutti. In particolare, uno degli obiettivi che l’Unione si pone è la creazione di un’unione sanitaria più forte, con maggiori investimenti nel programma EU4HEALTH, rafforzando l’Agenzia del Farmaco Europea (European Medicine Agency) e riservando più fondi alla ricerca in un campo che si è rivelato cruciale come quello biomedico. Tutte queste proposte verranno ribadite in un summit a tema sanitario, organizzato per l’anno venturo con il supporto della presidenza del G20, che spetterà all’Italia.

Oltre alle sfide sanitarie l’UE ne deve affrontare molte di tipo economico, con milioni di famiglie e imprese in ginocchio a seguito dei vari lockdown locali. Una della priorità dell’Unione negli anni a venire sarà proprio quella di garantire maggiori strumenti di tutela per tali categorie, a partire dalla creazione del programma SURE, una sorta di cassa integrazione europea, grazie al quale 16 Stari dell’Unione riceveranno ben 90 miliardi di euro. Inoltre, Von der Leyen ha ribadito l’impegno dell’Unione per il raggiungimento di un accordo sul salario minimo comunitario, garanzia di equità sul mercato del lavoro europeo. Dal discorso sullo stato sull’Unione è emersa anche la crescente importanza da attribuire al settore della tecnologia, il quale si è rivelato fondamentale per il proseguimento di molte attività durante il lockdown e che ci ha permesso di mantenere i rapporti umani anche laddove non si poteva fisicamente. In concreto, centrali saranno l‘accesso universale alla connessione internet, grazie all’implementazione delle infrastrutture necessarie, e gli investimenti nell’intelligenza artificiale e in un cloud europeo in cui stoccare tutti i dati industriali. L’obiettivo è senza dubbio quello di rendere gli anni Venti del Duemila una vera e propria decade digitale, in cui vengano garantiti la tutela della privacy, la sicurezza e la libertà di pensiero e parola.

Altro tema fondamentale è quello del clima, abbondantemente menzionato nel discorso 2020 sullo stato dell’Unione. L’Europa si prefigge di diventare il primo continente clima-neutrale entro il 2050, con il progetto EUROPEAN GREEN DEAL, che punta a un ambizioso taglio delle emissioni del 55% entro il 2030, fissato in precedenza al 40%. Non sarà solamente necessario ridurre le emissioni a livello europeo, ma anche puntare alla creazione di una green economy, un’economia verde e circolare, e ciò verrà fatto dedicandovi un investimento pari a 750 miliardi di euro, parte dei quali destinati esclusivamente allo sfruttamento dell’idrogeno, da cui ricavare energia pulita. Sarà anche necessario, sul lungo periodo, ridisegnare l’ambiente urbano nell’Unione intera, di modo da rendere città ed edifici più sostenibili. È evidente, quindi, come l’UE abbia preso seriamente la sfida del clima e punti adesso a rialzarsi grazie a un’economia più sostenibile sul lungo periodo e che garantisca la creazione di numerosi posti di lavoro, oltre ad essere ovviamente di giovamento alla salute dei cittadini.

(Federica Barsoum, Il Caffè Geopolitico cc by nc nd)

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