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IL MARCHESE STANGA E L’AEROPORTO MANCATO| G.Azzoni

| Scritto da Redazione
IL MARCHESE STANGA E L’AEROPORTO MANCATO| G.Azzoni

Lettera dal ventennio (5)
Caro lettore, la riapparizione  a Crotta d’Adda, con un ripristino degno di miglior causa, di una grande scritta murale fascista mi suggerisce l’argomento di oggi. Infatti la scritta mussoliniana compare sulla villa- cascina Stanga all’ingresso del paese. Proprio il marchese Ildefonso Stanga a quell’epoca si oppose ad una ambiziosa iniziativa di Farinacci, riuscendo ad impedirla. Cosa del tutto fuori dall’ordinario.
Il ras aveva deciso di costruire nei pressi di Cremona un campo di aviazione. Siamo nel 1939, molto probabilmente tra gli intendimenti di Farinacci in proposito c’era anche quello di facilitare i già intensi rapporti suoi con ambienti e personaggi nazisti tedeschi: si andava e si veniva tra Cremona e la gemellata città di Hannover, si tenevano iniziative comuni, il giornale pubblicava pagine di esaltazione di generali e caporioni teutonici. Cosa di meglio di collegamenti aerei poteva dare lustro e continuità a tutto questo? Nella guerra ormai incombente, poi, possiamo intuire cosa avrebbe rappresentato un aeroporto vicino alla nostra città.
L’ampia area prescelta era comunque una proprietà dello Stanga sita in Crotta d’Adda ed il marchese oppose totale disaccordo. Furono coinvolte le competenti autorità, compresi alti gradi militari e si istruì una pratica in merito. Ma il nobile Stanga aveva i propri santi in paradiso e si procurò addirittura il diretto sostegno di un amico savoiardo: Sua Altezza Reale Conte di Torino. Il risultato lo leggiamo in una lettera ufficiale inviata al prefetto di Cremona dal Generale Mazzucco, comandante della 1 zona aerea, il 24 novembre 1939. Con essa si notifica che “la pratica per la costruzione del campo di aviazione di Cremona, caldeggiata da S.E. on. Farinacci, è sospesa” a seguito delle opposizioni di cui sopra.
Il tentativo fu ripreso con l’esproprio di una ampia area (una settantina di ha di altre proprietà) in quel di Castelverde. Questa area agricola fu sbancata, ne fu distrutta la rete di scolo ed irrigazione ed il livellamento atto ai coltivi. Intanto era cominciata la guerra, non c’erano più risorse, ci si accorse anche che in caso di forti piogge il campo diventava inadatto per decolli ed atterraggi. Così, nel 1943, il progetto fu abbandonato definitivamente.
Giuseppe Azzoni
Cr 5 gennaio 2012

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