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Il Presidente polacco a sostemo dell'integrazione europea| M.Cazzulani

| Scritto da Redazione
Il Presidente polacco a sostemo dell'integrazione europea| M.Cazzulani

Il Presidente polacco ribadisce il sostegno all'integrazione europea di Kyiv, ma invita il collega a scegliere tra l'Unione Europea e la Russia, e a porre fine al regresso democratico caratterizzato dalla detenzione in carcere della Leader dell'opposizione arancione, Yulia Tymoshenko. Il Capo di stato ucraino dichiara di preferire l'Eurasia, e nega la liberazione della Lady di Ferro ucraina
La bella apparenza dettata dalla Ragion di Stato e l'amara realtà con un sonoro ultimatum al vicino sono state le due facce della visita in Ucraina del Presidente polacco, Bronislaw Komorowski. Nella giornata di venerdì, 20 Settembre, il Capo di Stato della Polonia si è recato a Kyiv per un incontro con il suo collega ucraino, Viktor Yanukovych, per tentare di mantenere viva la prospettiva di integrazione europea per l'Ucraina.
Coerentemente con la sua storia, e con l'interesse generale europeo, Varsavia più di tutti ha sempre il mantenimento delle porte aperte per l'Ucraina in vista di una sua pronta integrazione, ma le prospettive di un ingresso di Kyiv nell'UE si sono notevolmente affievolite a causa delle recenti decisioni politiche di Yanukovych.
Egli ha preferito guardare alla Russia anziché a Bruxelles e, sopratutto, si è reso protagonista di un'ondata di repressione del dissenso, con l'arresto di una decina di esponenti dell'Opposizione Democratica, tra cui suoi due Leader, Yulia Tymoshenko e Yuri Lutsenko.
Consapevole della difficile situazione reale si è dimostrato essere lo stesso Komorowski, che dopo avere ribadito il supporto della Polonia ad ogni forma di avvicinamento dell'Ucraina all'Europa, ha invitato Yanukovych a scegliere definitivamente tra l'Unione Europea e l'Unione Eurasiatica: progetto di integrazione sovranazionale voluto dalla Russia di Putin per ripristinare l'egemonia di Mosca sul piano economico e politico nello spazio ex-sovietico.
Inoltre, il Capo di Stato polacco ha sollevato la questione dei diritti civili e del rispetto della democrazia, illustrando come il caso Tymoshenko abbia definitivamente bloccato il processo di integrazione dell'Ucraina nell'UE.
Oltre ad invitare Yanukovych a risolvere la situazione della Leader dell'Opposizione Democratica, Komorowski si è appellato anche affinché le Elezioni Parlamentari si svolgano secondo parametri legati alla correttezza ed alla trasparenza. Il loro svolgimento testimonia la maturità democratica di Kyiv, e da esso dipende la ripresa o meno del cammino dello stato ucraino verso l'Europa.
Chiara è stata la risposta di Yanukovych, che sul piano economico ha dichiarato l'intenzione di guardare sempre più insistentemente all'Unione Eurasiatica e ad altre forme di integrazione sovranazionale del Lontano Est come i Paesi BRICS, l'Organizzazione della Cooperazione di Shangai, e l'Associazione dei Paesi del Sud-Est asiatico.
Sul caso Tymoshenko - che nel mentre ha ricevuto la visita del Primo Premier della Polonia indipendente, Tadeusz Mazowiecki, oggi consigliere di Komorowski - il Capo di Stato ucraino ha augurato pronta guarigione alla Leader dell'Opposizione Democratica - affetta da una forte ernia al disco finora ignorata dalle Autorità carcerarie - ma ha escluso la sua liberazione.
L'evidente distanza tra Komorowski e Yanukovych conferma le dichiarazioni precedentemente rilasciate dal Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, che ha illustrato come, ad oggi, non vi siano i presupposti per la ripresa delle trattative finalizzate alla firma dell'Accordo di Associazione UE-Ucraina: documento con cui Bruxelles è pronta a riconoscere a Kyiv lo status di partner privilegiato dell'Unione Europea, e a varare una Zona di Libero Scambio per integrare l'economia ucraina a quella del Vecchio Continente.
Durante il Vertice della prospettiva Europea di Yalta, simile posizione è stata espressa da una dichiarazione congiunta del Ministro degli Esteri svedese, Carl Bildt, dal Presidente della Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, Elmar Brok, e dal Commissario UE all'Integrazione e all'Allargamento, Stefan Fule, che hanno rilavato un peggioramento della situazione in Ucraina in merito a democrazia e libertà di stampa.
Una Corte ucraina obbliga Kyiv a pagare un forte indennizzo alla Russia
Ad approfondire il divario tra l'Ucraina e la Polonia - leggasi l'Europa - è l'inasprimento del caso Tymoshenko, avvenuto nella giornata di venerdì, 19 Settembre per via di una sentenza shock del Tribunale di Kyiv per gli Affari Economici, che ha ordinato al Governo ucraino il pagamento di un debito astronomico al Governo russo.
Nello specifico, la Corte ucraina ha ritenuto l'esecutivo di Kyiv colpevole per il mancato saldo di un debito di 400 Mila Dollari contratto 15 anni or sono dalla corporazione YEESU, allora presieduta dalla Tymoshenko. Secondo il contratto negli anni Novanta la YEESU si era impegnata a ripagare i russi con un baratto: il gas in cambio di materiali utili all'esercito russo.
A rendere sospetta la sentenza sono tre fattori. Il primo è ovviamente legato a Yulia Tymoshenko, che esce dalla questione ancor più discreditata rispetto a quanto finora attuato dai mezzi di informazione ucraini, fortemente controllati, nel complesso, dal Presidente Yanukovych.
Secondo il braccio destro della Leader dell'Opposizione Democratica, Oleksandr Turchynov, la sentenza è politicamente motivata per presentare all'opinione pubblica nazionale una Tymoshenko colpevole di gestione fraudolenta delle casse dello Stato quando ancora non ricopriva posizioni di comando a livello politico.
La sentenza è sospetta anche per la tempistica con cui il caso YEESU è stato avviato. Il Ministero della Difesa russo si è infatti ricordato della questione della YEESU solo nel Settembre 2011, durante l'ultima fase del processo in cui la Tymoshenko è stata accusata - e poi arrestato - per la firma di accordi energetici ritenuti svantaggiosi per le casse ucraine il 19 Gennaio 2009.
Con quella decisione politica, la Tymoshenko - allora Primo Ministro, ha posto fine ad una crisi energetica senza precedenti, provocata dalla chiusura dei rubinetti del gas da parte della Russia: intenzionata a discreditare l'immagine del Governo arancione delle forze democratiche e filo-occidentali in ucraina agli occhi dell'Unione Europea.
Con la firma degli accordi - un diktat di Mosca che ha imposto a Kyiv prezzi onerosi - la Tymoshenko ha garantito al suo Paese e all'Europa il ripristino dell'invio di gas, consentendo a tutto il Vecchio Continente di superare al caldo un inverno terribilmente rigido.

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Matteo Cazzulani
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