L’emergenza immigrazione continua ad essere al centro dell’attualità europea. Gli ultimi episodi che stanno avvenendo in questi giorni a Ventimiglia sono gravissimi. La Francia ha deciso di chiudere le proprie frontiere ai migranti: siamo di fronte a un atto di forza gravissimo del Governo francese che si combina con il rifiuto di accettare il sistema di quote avanzato dalla Commissione ed è ben lontano da quell’approccio solidaristico verso una situazione umanitaria che ci si aspetterebbe da un governo a guida socialista.
È urgente che l’Europa dia una risposta di solidarietà a questa tragica situazione. Le quote di ingresso per singolo Paese, di cui si sta discutendo con molte difficoltà in questi giorni a partire dalla proposta della Commissione Europea, sono solo una risposta temporanea a una situazione di emergenza che va affrontata con una proposta politica europea di lungo termine.
Il trattato di Dublino, che regola le politiche europee di asilo, va modificato: è necessaria una riforma del diritto d’asilo europeo, al fine di rendere possibile la richiesta di asilo in qualsiasi Stato membro e non solo in quello di primo approdo. Si deve inoltre strutturare immediatamente un corridoio umanitario al fine di evitare il ripetersi di altre tragedie del mare e rafforzare gli interventi di salvataggio.
L’Europa quando nacque, il 9 maggio 1950 con la dichiarazione Schuman, si lasciava alle spalle secoli di conflitti e iniziava un percorso di pace e integrazione. Un percorso che ha avuto limiti e storture, che oggi emergono spesso in maniera eclatante, ma rappresenta un patrimonio da non disperdere. E oggi più che mai, di fronte alla tragedia dell’immigrazione, è importante rilanciare il progetto di integrazione europea, mettendo al suo centro la solidarietà tra gli Stati membri e al loro interno, avendo in mente un’Europa luogo di pace e di accoglienza.
Sergio Cofferati Parlamentare Europeo PSE