Egregio direttore, mi permetto di intervenire in risposta alla lettera del signor Mario Doldi in cui si invoca un cambiamento di approccio culturale riguardo agli impianti per la produzione di biometano.
Senza entrare nel merito delle questioni tecniche che hanno impegnato il nostro comitato e le amministrazioni di Gerre e di Bonemerse nella battaglia contro
A2A, lascia sgomenti l’approccio ideologico col quale propone il superamento del vaglio amministrativo, tecnico e scientifico delle Conferenze dei Servizi e delle relative Valutazioni di Impatto Ambientale.
Quasi che le tutele per l’ambiente, il paesaggio, la salute e l’intero sistema di regole che le disciplinano fossero inutili orpelli... Mi pare opportuno evidenziare che proprio questi sono gli istituti partecipativi previsti dalla legge che consentono a tutti i portatori di interesse legittimo di interagire con i vari enti preposti nelle fasi autorizzative.
E francamente non si comprende con quale altro strumento di garanzia si potrebbe procedere alla valutazione dell’idoneità degli impianti rispetto al contesto, ad eventuali modifiche tecnico progettuali, a mitigazioni e compensazioni ambientali o addirittura al diniego dell’autorizzazione, come successo nel caso di Cremona.
Ciò che la battaglia cremonese ha messo in luce è proprio il valore delle procedure garantite dalla legge in contrapposizione alla narrazione che ha condizionato l’amministrazione comunale uscente al punto da portarla a sostenere acriticamente il progetto fino ad impantanarsi su un binario morto.
Proprio lo scorso lunedì, la Provincia ha pubblicato l’atto di diniego al rilascio del provvedimento autorizzatorio, ponendo la pietra tombale sul progetto di A2A non solo perché le integrazioni depositate dopo la prima conferenza dei servizi configurano un nuovo progetto a tutti gli effetti, ma anche perché la Provincia ha rilevato che ‘la documentazione depositata non risulta fornire riscontri adeguati rispetto a quanto richiesto dagli enti /amministrazioni. . ’ e che il progetto ‘presenta significative lacune rispetto alle nuova soluzione impiantistica, proposta per ovviare alle criticità legate all’impatto ambientale’.
Una stroncatura su tutta la linea, che rende giustizia alle ragioni da sempre sostenute dal nostro Comitato e che solo in parte risarcisce la cittadinanza dalle accuse di difendere solo ‘il proprio giardino ’.
Mi sia consentito in conclusione di restare nella metafora storica proposta dal lettore, ricordando che il passaggio del Rubicone da parte di Cesare fu la conseguenza del diniego oppostogli dal Senato alla proroga del comando dell’esercito dopo la campagna di Gallia; atto che ne fece a tutti gli effetti un nemico della Repubblica...
Luigi Lipara Presidente Comitato BiometaNO Cr emo n a