Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 22.34

IN CAMMINO IL GIGANTE E MAJA, OVVERO IL GRAN SASSO E LA MAIELLA il 14 settembre | Leonardo Del Priore

Quanto è piena di storia, la nostra antica terra Italia, tra un cammino e l’altro ci imbattiamo in questa storia appassionante, che parla del legame madre-figlio, i legami sorreggono la nostra umanità, il 14 settembre affronteremo questo percorso, andremo dal Gigante e poi da sua Madre Maja, in una avventura di 6/7 giorni a piedi.

| Scritto da Redazione
IN CAMMINO IL GIGANTE E MAJA, OVVERO IL GRAN SASSO E LA MAIELLA il 14 settembre | Leonardo Del Priore

IN CAMMINO IL GIGANTE E MAJA, OVVERO IL GRAN SASSO E LA MAIELLA il 14 settembre | Leonardo Del Priore

Quanto è piena di storia, la nostra antica terra Italia, tra un cammino e l’altro ci imbattiamo in questa storia appassionante, che parla del legame madre-figlio, i legami sorreggono la nostra umanità, il 14 settembre affronteremo questo percorso, andremo dal Gigante e poi da sua Madre Maja, in una avventura di 6/7 giorni a piedi.

Maja, la più bella delle pleiadi, fuggì dalla Frigia per salvare il suo unico figlio: Ermes, il gigante, messaggero dell’olimpo, figlio di Zeus.

La leggenda narrà che Maja fosse una Dea e che abitasse nella lontana Frigia, in compagnia del suo unico figlio, il quale era talmente grande da non essere più chiamato col suo nome ma semplicemente il ‘Gigante’.

Un giorno, durante una battaglia, il Gigante fu ferito mortalmente. La madre chiese aiuto ad un oracolo, il quale così parlò: “Su una montagna altissima, di là dal mare, ai piedi di un Grande Sasso, cresce un’erba miracolosa in grado di guarire tuo figlio”.

Maja radunò le sue cose, le caricò su una nave insieme al figlio morente e, accompagnata dai suoi servi, partì alla ricerca della grande montagna e dell’erba miracolosa.

Navigarono per giorni e giorni fino a quando, finalmente, approdarono nel porto di una città chiamata Ortona. La montagna però ancora era lontana e, dopo aver chiesto indicazione agli abitanti, si rimisero in viaggio trasportando il corpo del Gigante su una barella.

Dopo giorni di duro cammino arrivarono sulla magica montagna, ma quando l’erba era ormai vicina ad esser colta, il Gigante, stremato dalla fatica, morì. Maja lo seppellì ai piedi del Grande Sasso che, in onore del figlio, da allora fu chiamato ‘il Gigante’.

Poi, impazzita dal dolore, fuggì sulla montagna di fronte, dalla quale si poteva vedere il luogo dove era sepolto il figlio. Visse nelle grotte, in compagnia delle bestie feroci, aiutata e sfamata dai pastori del luogo, impietositi dalla sua triste storia.

Proprio loro, alla sua morte, la seppellirono sulla montagna ove era vissuta e che, in suo onore, fu chiamata ‘Majella’ cioè ‘madre’, come ancor oggi viene chiamata dagli abruzzesi.

Narrano i pastori che, quando sulla Majella infuria la bufera, insieme all’urlo del vento, si senta la voce di Maja che, disperata, invoca suo figlio.

Tratto dal racconto di Antonietta D'Ascenzo

Leonardo Del Priore, In-Cammino

(liberamente tratto dal libro ‘Majella madre’ rif. http://www.fonteavignone.it )

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Genealogia del Mito Maia, la più bella delle sette Pleiadi [1] era figlia di Atlante [2] e di Pleione [3]. Insieme a Zeus diede vita a Ermes [4], ma fu anche la nutrice di Arcade [5] il figlio di Zeus [6] e della ninfa Callisto. [7] Le Pleiadi, secondo la mitologia greca vennero trasformate prima in colombe e poi in stelle da Artemide [8], dea della caccia, che voleva salvarle da Orione [9], il cacciatore, dando così origine all’omonima costellazione.

[1] Pleiadi = Le Pleiadi erano sette sorelle, figlie di Atlante e Pleione: Alcione, Celeno ( amata da Posidone), Elettra (con cui Zeus ebbe Dardano), Maia(con cui Zeus ebbe Ermes), Merope (l’unica a sposare un mortale e per la vergogna di tale atto si celò), Asterope e Taigete(con cui Zeus ebbe Lacedemone). Pleiadi da peleiades significa “ colombe” , oppure, secondo altre teorie il termine è legato al verbo plei (= navigare), perché le stelle appaiono in cielo nei momenti più opportuni per i naviganti. [2] Atlante = Gigante, figlio di Giapéto e di Asia, che, per avere aiutato altri Giganti nella rivolta contro Zeus, fu da questi condannato, a reggere sulle spalle il peso del mondo. Egli possedeva il Giardino delle Esperidi, dove crescevano i famosi pomi aurei. Prima che gli venisse assegnato l'incomodo gravame, Atlante si era assicurato una numerosa discendenza. Da Pleiòne, aveva generato le sette Pleiadi; da Etna, le sette Iadi (cioè piovose, perché apparivano in cielo al cominciare della stagione delle piogge); da Esperide, le Esperidi con cui custodiva insieme gli omonimi giardini. [3] Pleione = ninfa oceanina, figlia di Oceano e Teti. [4] Ermes = Nacque in una grotta del Cillene da Zeus e Maia. La sua velocità era tale da venir considerato la personificazione del vento. Appena nato si liberò dalle fasce in cui era avvolto, uscì dalla grotta.e vi fece rientro senza che nessuno se ne accorgesse, dopo aver rubato una mandria di buoi ad Apollo. I greci per le sue innumerevoli doti lo nominarono messaggero degli Dèi . Per la mitologia romana Ermes è il gigante Mercurio. [5] Arcade = Nato dall’unione dei Zeus con la ninfa Callisto. Ancora bambino fu affidato alle cure di Maia, poiché sua madre fu trasformata in un orso. Durante una battuta di caccia, Arcade senza volerlo, corse il pericolo di uccidere la sua stessa madre, non avendola riconosciuta sotto le nuove sembianze animalesche. Zeus decise quindi di porli entrambi in cielo mutando Callisto nell'Orsa Maggiore e Arcade nell'Orsa minore. Da Arcade prese nome l'Arcadia, terra di suggestioni letterarie infinite. [6] Zeus = Padre degli Dèi e sovrano dell’Olimpo. Dio del Cielo e dei lampi. Famoso per le sue frequentissime avventure extraconiugali . La sua figura equivalente nella mitologia romana era Giove. [7] Callisto = Vergine consacrata ad Artemide di cui Zeus si invaghì vedendola riposare in un bosco. Fu trasformata in un orso dalla stessa Artemide quando scoprì l’oltraggio e il tradimento . [8] Artemide = Dea della caccia, figlia di Zeus e Leto, gemella di Apollo. Amante della natura e della piena libertà, disdegnava il per questo il matrimonio e gli omaggi di uomini e dèi. Nella mitologia romana incarna Diana. [9] Orione = il gigante cacciatore. Innamorato delle sette sorelle, le inseguì per cinque anni, fino a quando gli dèi impietositi le trasformarono in colombe.

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