Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 20.37

Kashmir. Continua la tensione dopi che l’ India ha revocato lo status speciale ora vuole dividere il paese | MIAN AFTAB AHMED

Continua la tensione in Kashmir dopo che l'India ha prima revocato allo stato lo 'status speciale' contenuto nella Costituzione indiana e poi dato il via libera alla legge per dividerlo in due territori.

| Scritto da Redazione
Kashmir. Continua la tensione dopi che l’ India ha revocato lo status speciale ora vuole dividere il paese | MIAN AFTAB AHMED

Kashmir. Continua la tensione dopi che l’ India ha revocato lo status speciale ora vuole dividere il paese | MIAN AFTAB AHMED

Continua la tensione in Kashmir dopo che l'India ha prima revocato allo stato lo 'status speciale' contenuto nella Costituzione indiana e poi dato il via libera alla legge per dividerlo in due territori.

Oggi, inoltre, il Pakistan ha annunciato il declassamento dei rapporti diplomatici con l'India e di rivedere gli accordi con New Delhi in tema di interscambi culturali e collaborazione ai valichi di confine. Inoltre, il Pakistan ha espulso l'Alto commissario indiano, il diplomatico indiano di rango più alto a Islamabad, interrompendo le transazioni commerciali con l'India. Ma che succede in Kashmir? E da dove nasce la crisi?

La crisi del Kashmir, una delle regioni con una maggior presenza militare al mondo, nasce con la partizione prevista dall'India Indepencence Act, che nell'agosto del 1947 garantisce l'indipendenza dell'India dalla Gran Bretagna, anche se la storiografia contemporanea ha esteso almeno di un secolo le sue indagini per individuare le radici del conflitto. Agli stati principeschi (o stati nativi) dell'India coloniale, l'accordo per la partizione lasciava la scelta se entrare a far parte di uno dei due nuovi paesi, India o Pakistan, o rimanere indipendenti.

Il Marajah hindù del Kashmir (a maggioranza musulmana) Hari Singh, decide di aderire all'India nell'ottobre del 1947, in cambio dell'aiuto di Delhi a fare fronte alle irruzioni di milizie musulmane dal Pakistan. L'adesione firmata da Hari Singh era onsiderata da tutti come provvisoria, condizionata a un successivo referendum per verificare le intenzioni degli abitanti del Kashmir. Il referendum non venne mai organizzato malgrado il suo inserimento, dall'anno successivo, in risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

L'autonomia concessa alla regione su tutte le scelte, escluse la politica estera, la difesa e le telecomunicazioni prevista dall'adesione sottoscritta dal Marajah, venne in seguito inclusa nell'articolo 370 della Costituzione indiana, che prevedeva anche la successiva introduzione di una Costituzione per il Kashmir. L'articolo, gradualmente disatteso già a partire dai primi anni Cinquanta e ridotto a quello che gli storici hanno definito uno "spettro", venne introdotto di fatto in sostituzione del referendum promesso.

Con un ordine presidenziale del 1954, nell'articolo che Delhi ha annunciato lunedì di voler abrogare, allo scopo non dichiarato di consentire una "induizzazione" della regione, si prevede l'esclusiva per l'acquisto di beni immobili e l'accesso a cariche pubbliche solo ai 'residenti permanenti' dello stato (a chi vi abita dal 1954 o che da allora vi hanno abitato almeno dieci anni consecutivi).

Lo stato del Kashmir e Jammu fu creato dgli inglesi nel 1846 accorpando artificialmente le regioni diverse per etnia, religione e lingua del Kashmir, Jammu, Ladakh, Gilgit, e Baltistan e ponendole sotto il controllo di un marajah unico, il cui discendente sceglie, nell'ottobre del 1947, di aderire all'India. Il primo conflitto, proseguito per tutto il 1948, si conclude con un cessate il fuoco mediato dall'Onu nel 1949, che assegna al Pakistan il controllo di un terzo della regione, a ovest, e all'India i rimanenti due terzi.

Con l'accordo del 1972, il confine di fatto viene definito Linea di controllo (Loc). Dopo il conflitto indo-pachistano del 1999 lungo la Loc, nel 2003 entra in vigore un nuovo cessate il fuoco, rispettato in larga misura fino alla nuova escalation degli ultimi mesi. Nel 1989, nella porzione del Kashmir amministrata dall'India, nacquero, anche grazie al finanziamento di Islamabad ma non solo, gruppi separatisti e indipendentisti violenti, che diedero il via a un'insorgenza, alla quale Nuova Delhi ha risposto con una dura repressione. Lo scontro ha fino ad ora provocato la morte di 70mila persone e la scomparsa di 8mila. Il 60 per cento della popolazione del Kashmir amministrato dall'India è musulmana, il Jammu e Kashmir è l'unico stato a maggioranza musulmana in India.

Due giorni fa il ministro degli interni Amit Shah ha annunciato l'abolizione da parte dell'India dello status speciale per il Kashmir. Una decisione arrivata dopo che Nuova Delhi aveva ordinato a migliaia di turisti e pellegrini indù di lasciare la regione per il rischio di attentati. L'articolo 370 della Costituzione indiana, che conferisce lo status speciale allo stato del Jammu e Kashmir, verrà rimosso", ha detto al parlamento il ministro degli Interni Amit Shah, tra le enormi proteste dai banchi dell'opposizione.

Lo stato verrà anche "riorganizzato" o ristrutturato, ha detto Shah, presentando le leggi in tal senso nel Rajya Sabha, la camera alta del parlamento. Inoltre, la Camera bassa del Parlamento indiano (Lok Sabha) ha dato il via libera alla legge per la divisione dello stato in due territori.

MIAN AFTAB AHMED

Membro Consulta Stranieri Cremona

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