Comunità pakistana in Italia: le elezioni di quartiere a Brescia di Aftab Ahmed, scrittore
La comunità pakistana si è stabilita in Italia da circa trent'anni, quando sono arrivati i primi lavoratori che hanno con il loro lavoro e le loro capacità contribuito a migliorare la loro vita e quella del paese di accoglienza. Sono 114.198 i cittadini pakistani inItalia, di cui 37.000 solo in Lombardia.
I pakistani hanno creato centinaia di associazioni, centri culturali e religiosi, nati per organizzare eventi sportivi e folkloristici, per fare conoscere la cultura, la cucina, lo sport, per integrare la comunità pakistana con quella italiana. Il Pakistan è portatore di una cultura e storia molto ricca, importante da far conoscere.
La comunità pakistana a Brescia ha espresso la volontà di partecipare alla vita locale attraverso le elezioni dei consigli di quartiere. Diversi si sono candidati. Tra loro un candidato che si presenta con un ottimo programma, una persona ben integrata, con moglie e figli italiani, e che intende proporre alla città molte importanti iniziative per favorire l'integrazione, le donne, etc.
Purtroppo un giornalista locale ha pubblicato una sua vecchia foto postata su facebook con un kalashnikov, una foto che se staccata dal contesto può essere male interpretata. In realtà in diversi paesi asiatici tale arma non vuol dire Jihad, come la stampa occidentale vuol far pensare automaticamente, ma è legata a un contesto culturale e non è sinonimo di attacco ma esibita o usata, dato che nessuna legge lo vieta, in occasioni di feste o matrimoni, etc. Ormai persino negli USA si usa farsi fotografare con un fucile durante la festa di matrimonio, mentre in Italia, a Napoli, sono noti i festeggiamenti e gli spari la notte di Capodanno, sempre con armi da fuoco.
Certo bisogna stare attenti, nessuno deve correre il rischio di farsi male, si usa sparare per aria, senza colpire persone.
Da qui a dire che il candidato pakistano,Talat Sultan, alle elezioni di quartiere di Brescia forse ha un dubbio passato e non merita di proporsi solo per una foto, e che per questo non dovrebbe essere ammesso dal comune a partecipare alle elezioni, ce ne corre.
In Pakistan sarebbe ad esempio mal giudicata la sua foto al lago, mentre fa la doccia, mezzo nudo, cosa normale per l'Italia, ma scandalosa per il suo paese. E' proprio un fatto culturale.
Invece, a proposito di politica, cosa dovremmo dire di un ministro dell'Interno ( Roberto Maroni), condannato a 4 mesi per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale a Milano nel lontano 1996, quando tentò di opporsi alle forze dell'ordine che dovevano effettuare una perquisizione nella sede leghista di Via Bellerio? Poi è diventato senatore e ministro dell'Interno, da condannato.
O dei 300.000 fucili pronti a sparare, come vantava Bossi, quando la Lega veneta sognava la secessione dall'Italia, aveva istituito la Guardia padana, milizia paramilitare, e tra i 40 leghisti accusati di sovversione e attacco alla Costituzione, cospirazione ai danni dello Stato, una decina di senatori si salvarono dalla condanna solo perchè coperti dall'immunità parlamentare ( Bossi, Maroni, Borghezio, Calderoli, e altri)?
Vi sono foto molto chiare di quello che pensavano dell'Italia e della bandiera italiana tanti di loro...
I pakistani durante le feste e gli eventi sportivi cantano sia l'inno pakistano che quello italiano, che non è “Va pensiero”, ma l'inno nazionale di Mameli.
Chi è allora il più integrato?
La comunità pakistana vuole continuare a dare il proprio contributo allo stato italiano, con il lavoro e le loro capacità; alla terra di cui ormai sentono di far parte, come fosse la propria, senza dimenticare la cultura, ma mettendola al servizio dell'Italia.
MIAN AFTAB AHMED Membro Consulta Stranieri Cremona