Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 15.42

L’ analisi Povertà, metamorfosi del Reddito di cittadinanza di Chiara Saraceno (*)

Da una misura proposta nella logica della protezione sociale si è approdati a una visione ottocentesca che distingue tra beneficiari meritevoli e immeritevoli, e considera anche i primi come soggetti con limitata titolarità di diritti

| Scritto da Redazione
L’ analisi Povertà, metamorfosi del Reddito di cittadinanza di Chiara Saraceno (*)

L’ analisi Povertà, metamorfosi del Reddito di cittadinanza di Chiara Saraceno (*)

Da una misura proposta nella logica della protezione sociale si è approdati a una visione ottocentesca che distingue tra beneficiari meritevoli e immeritevoli, e considera anche i primi come soggetti con limitata titolarità di diritti

Il M5S ha l’indubbio merito di aver imposto nell’agenda politica italiana una questione che troppo a lungo era stata trascurata dai governi che si sono succeduti: l’opportunità di introdurre anche in Italia un reddito di garanzia per chi si trova più o meno provvisoriamente in povertà.

Non è la prima volta che il tema viene sollevato. Lo aveva fatto già la prima commissione Povertà, la commissione Gorrieri, nel lontano 1986. Il tema era stato ripreso dalla commissione Carniti nel 1996, portando alla sperimentazione del Reddito minimo di inserimento. Nel governo Letta, il ministro del Lavoro Giovannini aveva costituto una commissione ad hoc, che aveva definito una proposta tuttavia mai fatta propria da quel, breve, governo.

È sempre mancato il consenso necessario, non solo per legittime riserve su costo, efficacia, rischi di una misura di questo genere, ma anche perché essa non era ritenuta pagante sul piano del consenso elettorale. Anche la meritoria costituzione dell’Alleanza contro la povertà, che raccoglie soggetti diversi, ha rischiato di avere una semplice funzione di testimonianza, tanto più che alcuni dei soggetti che la compongono, a partire dai sindacati, hanno altre priorità e interessi da far valere quando si discute di come distribuire le risorse.

Solo quando il M5S ha fatto del Reddito di cittadinanza la propria bandiera, raccogliendo consensi in misura molto maggiore di quanto previsto, l’Alleanza ha cominciato a trovare ascolto e, faticosamente, quasi obtorto collo, si è arrivati alla sperimentazione e poi alla messa a regime del Reddito di inclusione, il Rei. Esso tuttavia è troppo sottofinanziato per essere quella misura universale di sostegno al reddito dei poveri che esiste ormai in tutti Paesi Ue, Grecia compresa, oltre che in altri Paesi sviluppati e in via di sviluppo.

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http://www.rassegna.it/articoli/poverta-metamorfosi-del-reddito-di-cittadinanza

(*) Chiara Saraceno è Honorary fellow presso il Collegio Carlo Alberto di Torino

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