Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 08.14

L'Unione Energetica Europea di Tusk e Hollande piace a tutti tranne che alla Merkel

Il progetto del Premier polacco e del Presidente francese è sostenuto da Slovacchia, Ungheria, Lituania, Lettonia ed Estonia e forse da Italia e Spagna

| Scritto da Redazione
L'Unione Energetica Europea di Tusk e Hollande piace a tutti tranne che alla Merkel

Anche i principali candidati alla Presidenza della Commissione Europea, Schulz, Juncker e Verhofstadt, a favore del piano che implementa la sicurezza energetica dell'Unione Europea Un sostegno positivo da parte di quasi tutti i Paesi dell'Unione Europea ad un progetto fondamentale per la diversificazione e la sicurezza energetica degli Stati UE. Questo è il bilancio del primo round di consultazioni attuato dal Premier polacco, Donald Tusk, in merito alla realizzazione dell'Unione Energetica Europea: progetto, supportato in primis dal Presidente francese, Francois Hollande, che prevede da un lato la messa in comunicazione dei gasdotti dei Paesi UE e, nel contempo, la diversificazione delle forniture di gas, che oggi gli Stati membri importano a troppe alte quantità da poche fonti. Come riportato dall'agenzia PAP, Tusk, dopo avere incassato l'ok di Hollande, ha ottenuto il supporto anche degli altri Paesi del Gruppo di Vysehrad - Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, oltre alla Polonia- e si appresta ora a consultazioni con il suo collega spagnolo, Mariano Rajoy. Approccio positivo all'Unione Energetica è stato anche quello dei Paesi Baltici -Lituania, Lettonia ed Estonia- che soffrono una forte dipendenza da un solo forniture di energia, la Russia, mentre, come ha dichiarato Tusk, con il Premier italiano, Matteo Renzi, la discussione a riguardo è stata fissata a breve. L'unico Paese ad avere avuto una reazione fredda all'Unione Energetica Europea è stata la Germania dove, secondo il Premier polacco, il sostegno al progetto del Cancelliere, Angela Merkel, è fondamentale per varare l'avvio della realizzazione del progetto già nella prossima seduta del Consiglio Europeo, come Hollande e Tusk hanno dichiarato di volere. Malgrado l'opposizione della Merkel, l'Unione Energetica Europea ha ottenuto, seppur con sfumature differenti, il sostegno dei principali Candidati alla Presidenza della Commissione Europea che, lunedì, 27 Aprile, si sono fronteggiati nel primo dibattito tv tra i concorrenti alla guida dello scranno più ambito delle Istituzioni UE. Il binomio inscindibile di energia e lavoro è stato sottolineato dal candidato del Partito dei Socialisti e Democratici Europei, Martin Schulz, che ha evidenziato come la realizzazione dell'Unione Energetica Europea sia necessaria non solo per rafforzare la sicurezza energetica dell'UE, ma anche e sopratutto per creare nuova occupazione. La necessità di diminuire la dipendenza energetica sopratutto dalla Russia, e di avviare forniture di gas alternative per tutti i Paesi UE è stata supportata dal candidato del Partito Popolare Europeo, Jean Claude Juncker, che ha tuttavia evidenziato come la politica energetica debba rimanere una competenza delle singole nazioni. Opposta è stata la visione del candidato dell'Alleanza dei Liberali e Democratici Europei, Guy Verhofstad, che, dopo avere posto la realizzazione dell'Unione Energetica Europea come sua priorità in caso di elezione a Presidente della Commisisione, ha invece evidenziato come l'energia debba essere una stretta competenza di un'unica Istituzione Europea creata ad hoc.

La Slovacchia avvia le forniture di gas inverse all'Ucraina.Un passo verso la realizzazione dei postulati dell'Unione Energetica Europea è stato realizzato dalla Slovacchia che, sempre lunedì, 27 Aprile, ha avviato le forniture di gas russo a senso inverso dalla Germania all'Ucraina attraverso il gasdotto Vojany.Il memorandum, che permette l'esportazione in Ucraina attraverso i gasdotti slovacchi di un massimale di 9 Miliardi di metri cubi di gas all'anno proveniente dalla Germania -che importa 55 Miliardi di metri cubi di gas russo all'anno attraverso il gasdotto Nordstream, realizzato nel 2012 sul fondale del Mar Baltico- segue gli accordi già firmati con Polonia ed Ungheria, attraverso i cui gasdotti Kyiv ha ottenuto la possibilità di importare un 8 miliardi di metri cubi di carburante.La quota complessiva di oro blu importato attraverso l'utilizzo inverso dei gasdotti di Slovacchia, Polonia ed Ungheria permette all'Ucraina di acquisire 17 Miliardi di metri cubi di gas all'anno: una quantità che, seppur di poco, aiuta Kyiv a decrementare la dipendenza dalle importazioni dalla Russia, da cui l'Ucraina oggi dipende per il 90% circa del proprio fabbisogno.Chi, invece, va contro il progetto di Unione Energetica Europea sono alcune delle principali compagnie energetiche europee, che badano più all'interesse personale che alla diminuzione della dipendenza dell'Europa da poche forniture di gas.Martedì, 29 Aprile, la compagnia austriaca OMV ha firmato un accordo per la realizzazione in Austria del Southstream: gasdotto, progettato da un'accordo politico tra il Presidente russo, Vladimir Putin, e l'ex-Premier italiano Silvio Berlusconi, concepito per veicolare in Europa ulteriori 63 Miliardi dimetri cubi di gas russo.Il Southstream, che secondo i progetti transita dalla Russia meridionale sul fondale del Mar Nero, per poi approdare in Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia ed Austria, è stato duramente contestato dalla Commissione Europea perché incrementa notevolmente la dipendenza energetica dell'Europa dal gas russo.Inoltre, la Commissione Europea ha bloccato la realizzazione del Southstream nell'ambito delle sanzioni imposte alla Russia per l'annessione militare della Crimea e, soprattutto, le provocazioni armate nell'Est dell'Ucraina.Un accordo per la realizzazione materiale del Southstream è stato già stretto con la Russia dalla compagnia Italia Saipem, nonostante, pochi giorni prima, l'UE a essa dato il via alla prima delle due ondate di sanzioni nei confronti dell'entourage politico di Putin.

Matteo Cazzulani,Analista Politico di Europa Centrale ed Orientale, Twitter: @MatteoCazzulani

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