Nel tentativo di “dare una scossa” a una situazione politica dominata dall’emergenza coronavirus – e quindi caratterizzata da un Governo in prima linea e pochissimo spazio per le polemiche da “ordinaria amministrazione” – nelle scorse settimane due leader politici si sono distinti per essere usciti dal coro di unità nazionale rilanciando, più o meno esplicitamente, ipotesi di un cambio di esecutivo: Matteo Salvini e Matteo Renzi. Una scelta che, secondo i sondaggi, non sembra aver pagato.
I partiti dei “due Mattei” sembrano quindi scontare l’immagine, data dai rispettivi leader, di costituire un fattore di instabilità, in un momento in cui gli italiani – come vedremo – chiedono unità e responsabilità alle forze politiche.
Continua a crescere – e ormai non è più una novità – Fratelli d’Italia, che nella classifica delle liste si porta a meno di due punti dalla terza posizione, tuttora occupata dal Movimento 5 Stelle. Anche il M5S questa settimana fa registrare una variazione di segno positivo, così come il Pd.
Il mezzo punto guadagnato dai due maggiori partiti di governo però non riesce a compensare il calo di IV (-0,4%) e della sinistra, motivo per cui anche questa settimana i partiti della maggioranza nel complesso accusano un ritardo di ben 7,5 punti dall’opposizione di centrodestra (nella quale figura anche lo 0,8% del partito di Giovanni Toti, “Cambiamo!”).
Osservando la curva dell’evoluzione del consenso ai partiti, si inizia a intravedere una tendenza recente, che potremmo definire “effetto emergenza”. I due partiti più “organici” al governo, da alcune settimane fanno registrare un trend positivo: si interrompe il calo del M5S, che durava quasi ininterrottamente da settembre, e continua ad andare bene il PD, che sfiora il 21%.
Per contro, la strategia di Matteo Renzi – prima “battagliera” sulla giustizia, poi “possibilista” sugli scenari istituzionali per affrontare l’emergenza coronavirus – pare avergli decisamente alienato una quota non irrilevante di consensi.