La produzione industriale "esplode" a maggio 2020 dopo il lockdown causato dal coronavirus. Il rimbalzo era atteso: i dati diffusi oggi dall’Istat parlano di un +42,1% su base mensile.
A maggio 2020 l’indice complessivo della produzione dell’industria, corretto per gli effetti di calendario, cala però in termini tendenziali del 20,3%. Nella media del trimestre marzo-maggio, la produzione va giù del 29,9% rispetto ai tre mesi precedenti.
La produzione è ancora fortemente influenzata dalla situazione emergenziale degli ultimi mesi, con l’indice generale che al netto dei fattori stagionali cala del 20% rispetto a gennaio, prima dell’esplodere dell’epidemia.
Andando più in dettaglio, l’indice destagionalizzato della produzione industriale mostra aumenti mensili in tutti i comparti, soprattutto nei beni strumentali (+65,8%), per i beni intermedi (+48%) e per i beni di consumo (+30,8%).
Cresce invece di meno l'energia (+3,4%) mentre decisi cali tendenziali si abbattono su tutti i settori principali: dai beni strumentali (-22,8%), ai beni intermedi (-22,4%) fino a quelli di consumo (-18,7%). Si salva l’energia (-7,2%).
I maggiori comparti di attività economica mostrano cali su base annua rilevanti: fabbricazione di mezzi di trasporto (-37,3%), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-34,1%), fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-24,8%).
Più contenuti risultano i cali nella produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-4,2%) così come quelli relativi alle forniture di elettricità, gas, vapore e aria (-5,2%).