Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 00.19

Landini (Fiom): doveva essere congresso unitario, non lo è stato

L'unità della Cgil, spiega Landini, viene prima dell'unità con Cisl e Uil.

| Scritto da Redazione
Landini (Fiom): doveva essere congresso unitario, non lo è stato

“Questo doveva essere un congresso unitario, la Fiom aveva lealmente scelto di ricercare una strategia per affrontare tutte le trasformazioni che ci stanno mettendo in difficoltà. Così non è stato”. Con queste parole Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, ha iniziato il suo intervento al congresso della Cgil.

Landini ha giudicato “ipocrita non affrontare le nostre differenze” e invitato a “non stancarsi mai di discutere” per trovare un terreno comune. Riguardo all'accordo sulla rappresentanza, il segretario Fiom ha avvertito che “i lavoratori metalmeccanici, con voto certificato, lo hanno bocciato”. Quindi, la Fiom si batterà nelle fabbriche e nel contratto nazionale “per cambiare alcuni punti di quell'intesa” a partire dalle sanzioni. Un tema che rimane aperto e che non si può risolvere “a colpi di maggioranza”.

L'unità della Cgil, spiega Landini, viene prima dell'unità con Cisl e Uil. “Ieri ho sentito Bonanni fare il paladino della democrazia, dopo che ha fatto un accordo per cacciare la Cgil dalla Fiat, e noi lo applaudiamo?”. Per Landini, l'azione unitaria del sindacato è un elemento essenziale, ma si ricostruisce partendo dal voto dei lavoratori.

Il segretario della Fiom si è detto poi d'accordo sull'aprire una vertenza sulle pensioni, “ma non sul fatto che siamo stati sconfitti perché per essere sconfitti bisogna prima aver giocato una battaglia”. Il consenso di Renzi viene anche - ha sostenuto ancora Landini - dalla debolezza nell'ostacolare alcune scelte dei Governi, a partire da quella riforma. “Non dobbiamo nasconderci le nostre difficoltà e i nostri errori, altrimenti è solo questione di tempo e faremo la fine dei partiti” che hanno perso il contatto con quelli che rappresentano.

Ancora, Landini ha posto come centrale il tema “di ricostruire la fiducia con i lavoratori”. Da qui la necessità di dar vita ad una riforma democratica e trasparente della Cgil. Tornando alla metafora della casa, ha affermato che il problema è che “siamo di fronte a un terremoto in cui non ci sono più case e condomini. Il problema è se siamo in grado di costruire una casa di vetro, trasparente, di dire come spendiamo le risorse, come prendiamo le decisioni, fino ad arrivare ad un codice etico".

La gente che oggi è nelle fabbriche, i precari, oggi sono pronti a battersi - ha proseguito Landini - perché “è in gioco la propria vita e la domanda che mi faccio è se noi siamo disponibili a mettere in gioco la nostra vita insieme a loro per cambiare la situazione”. E guardando all'inizio del suo secondo mandato, Landini ha concluso: "Il problema è cosa lasciamo a chi viene dopo di noi".

Fonte: rassegna sindacale

 

 

1001 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria