Una vicenda di ribellismo antifascista cremonese fra storia, cronaca, ricordi 1944‐1945
Non ricordo se alla caserma, dopo il disarmo degli appartenenti alla Primula Rossa da parte dei partigiani del CVL‐CLN e la consegna agli alleati delle armi delle Brigate Partigiane e degli insurrezionali, fossero tornati i soldati. La Primula Rossa ebbe una certa duratura notorietà in quel tratto della via Bissolati se non altro per la eccentricità ed ambiguità del capo, che abitava poco oltre la caserma Manfredini, per la partecipazione di Luciano ad una delle azioni condotte dal gruppo e per la scalata che i sui membri diedero, fra la consensuale attenzione dei dirimpettai della strada, al balconcino della casa dell’ex capo del fascista Ufficio Politico Investigativo (UPI).
Luciano era il figlio più grande della signora Maria tenutaria della casa di tolleranza di via Rinaldo De Staulis, persona affabile e molto nota in via Bissolati dove abitava al secondo piano della casa contrassegnata con il n° 16 della vecchia numerazione.
Ennio Serventi
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