Viviamo in una società sempre più materialista e sempre meno idealista ma ciò non toglie che uno Stato che fonda le sue radici istituzionali su dei brogli e nasce grazie a un colpo di stato, offre un pessimo esempio ideale ai suoi cittadini e quindi oggi più che mai il problema istituzionale andrebbe risolto. È inoltre bene sottolineare che, come ho evidenziato nel mio libro “Il colpo di Stato che sorpassò il referendum Monarchia Repubblica del 2 giugno 1946 e impose la Repubblica” (Youcanprint, 2021), coloro che asseriscono che nel referendum del 1946 il Nord Italia votò prevalentemente repubblica, mentre il Sud votò monarchia, propagandano dei dati falsati dai brogli operati dagli ex partigiani rossi. Questi stessi “partigiani” comunisti che ci hanno “donato” la repubblica, sono in parte gli stessi delinquenti che nel “triangolo della morte”, noto anche come “triangolo rosso”, in Emilia, tra il 1943 e il 1949 (la seconda guerra mondiale era finita nel 1945), furono responsabili di un enorme numero di omicidi a sfondo politico, ma spesso anche a scopo di stupro e di rapina, la cui cifra è stimata tra i 15.000 e 34.500; Questo genere di omicidi avvennero anche in altre parti del Nord Italia e fanno ben comprendere il regime del terrore che avevano generato; Parte del loro piano era di portare il comunismo sovietico in Italia e sapevano benissimo che con una repubblica sarebbe stato più probabile. Quindi, a prescindere dal fatto che in Italia la repubblica nasce grazie al colpo di Stato del 12 giugno 1946 e non per il voto del 2 giugno 1946, è ovvio che anche al Nord gl’italiani votarono in maggioranza per la monarchia e che i dati “ufficiali” sull’esito referendario non hanno alcun serio valore. Considerato il potere anarco-criminale che questa gente si era arrogato, in maggioranza iscritti del Partito Comunista Italiano, ma anche socialisti e altri, si dovrebbe maggiormente riflettere sulla ricorrenza del 2 giugno, perché questa in verità è un’onta per l’Italia e per il concetto di civiltà stesso, e questo non riguarda in esclusiva i monarchici ma tutti gl’italiani, perché il fondamento giuridico di uno Stato, è di importanza fondamentale per una Nazione che si definisce civile. L’Italia di oggi, come altri già sostennero, rimane una monarchia “de jure” e una repubblica “de facto” ma questo nodo andrebbe sciolto con un nuovo referendum istituzionale, che dia l’opportunità agli italiani di scegliere, questa volta senza delinquenti nei seggi, per dare alla nostra Popolo l’opportunità di tornare a essere una monarchia, che è una forma istituzionale superiore alla repubblica, come è dimostrato dal fatto che gli Stati più avanzati al mondo sono in maggioranza monarchie, cosa statisticamente provata da ogni punto di vista.
LETTERA APERTA 2 giugno niente da festeggiare di Matteo Cornelius Sullivan)
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