Sabato, 20 aprile 2024 - ore 05.20

Lo scontro Galimberti-Gaspardo non giova a Cremona di Luigi Olivetti (Pontevico Bs)

Riflettano bene, sindaco e amministratori, e procedano come chiesto dall’azienda. Ma nel contempo si attivino per ottenere le giuste e dovute garanzie affinché tutto proceda correttamente in sincronismo.

| Scritto da Redazione
Lo scontro Galimberti-Gaspardo non giova a Cremona di Luigi Olivetti (Pontevico Bs)

Lo scontro Galimber ti-Gaspardo non giova a Cremona di Luigi Olivetti (Pontevico Bs)

Riflettano bene, sindaco e amministratori, e procedano come chiesto dall’azienda. Ma nel contempo si attivino per ottenere le giuste e dovute garanzie affinché tutto proceda correttamente in sincronismo.

Egregio direttore, voglio proporre una riflessione, prendendo spunto da quanto letto sul vostro quotidiano, ieri ed oggi, a proposito dello ‘scontro’ Galimber ti-Gaspardo.

Nella dialettica appare evidente che l’azienda vorrebbe potenziare lo stabilimento di Cremona ma non può e - lo detta il buonsenso -non ‘dev e’ farlo. Per due elementari motivi: primo, lo stabilimento attuale dev’essere ristrutturato in toto.

Un intervento in tale senso richiederebbe risorse maggiori di quelle necessarie per costruirne uno nuovo più performante. Secondo: l’attuale collocazione dell’insediamento non consente altri sviluppi urbanistici, essendo ormai in fregio al centro abitato e alla tangenziale. Considerazioni entrambe elementari. Ma per i politici non è così!

Lo ritengono un «brutale atteggiamento ricattatorio». Mentre invece è il corretto modo di agire dell’imprenditore lungimirante e saggio: se realizzo le risorse economiche procedo con il nuovo; diversamente lascio tutto. Il sindaco cosa chiede - inutili tanti giri di parole - in sostanza: la garanzia assoluta della certezza che lo spostamento dell’attività avvenga come prospettato, senza tentativi postumi di fuga (furbate...) dagli impegni assunti. E lasciamo perdere la «...polarizzazione, eccetera », tutte affermazioni pretestuose: si guardi l’interesse del territorio (Bergamo insegna), in tempi dimagra. Quindi siamo allo scontro che porterebbe solo a conseguenze negative per l’occupazione cremonese.

Anche per laMaschio-Gaspardo sarebbe pure una perdita in quanto, dopo lo sforzo economico per rilevare il complesso aziendale ex Feraboli, assisterebbe impotente alla morte dell’azienda senza alcun riscontro positivo. Chi sarebbe, infatti, interessato a quell’area se restasse di tipo produttivo? Nessuno! E poi, il Comune avrebbe interesse a mantenere un’altra attività produttiva in quell’insediamento? E allora signori, che si fa? Non è il caso che sindaco e amministrazione facciano una ponderata e realistica riflessione?

Chiedano, come sarebbe giustissimo, le necessarie garanzie all’imprenditore - i modi, volendo, si sa che ci sono - e quindi procedano con la variante richiesta. Sarebbe solo un bene per il l’imprenditoria cremonesee una potenziale possibilità d’incremento dell’occupazione. Ognuno fa i propri interessi: l’imprenditore se si vede aiutato a reperire le risorse, le reinveste, e l’amministrazione non rischierebbe di piangersi addosso assistendo ad un ennesima perdita in un territorio già malmesso.

Non si deve fare lo scontro, che produrrebbe solo danni. Anche se, come ben sappiamo, i danni creati dai politici non si ritorcono mai, ripeto mai, contro gli stessi, ma solo contro i residenti nei territori da loro amministrati con poca lungimiranza.

Quindi che riflettano bene, sindaco e amministratori, e procedano come chiesto dall’azienda. Ma nel contempo si attivino per ottenere le giuste e dovute garanzie affinché tutto proceda correttamente in sincronismo.

Direttore, lei ritiene che sia, come dichiara il sindaco, «... un ricatto che suona in termini brutali...», quanto richiesto dal gruppo in questione?

Che ne pensa?

Luigi Olivetti (Pontevico Bs)

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