Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 01.39

Lodi.Basta con il consumo di suolo,

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Lodi.Basta con il consumo di suolo,

Lodi.Basta con il consumo di suolo, Foroni: “vent’anni di non-programmazione, dal 2009 si è cambiato registro”. Capezzera: “sosteniamo il privato quando la sua azione arricchisce tutti”
"Sono d'accordo e in piena sintonia con lo studio emerso dal Centro comune ricerca dell'Unione Europea circa il consumo e lo sfruttamento del suolo, in particolare, quando fa riferimento alla nostra Provincia, oggetto in passato di sfruttamenti urbanistici illogici, attuati senza adeguati piani di salvaguardia e tutela del territorio agricolo e ambientale. I lodigiani sappiano che quando tra qualche anno, gli stessi studi prenderanno in considerazione il periodo iniziato nel 2009, il trend sarà decisamente differente". Con queste parole il Presidente della Provincia Pietro Foroni commenta a caldo quanto emerso nelle ultime ore.
"Negli ultimi 20 anni, la nostra Provincia e' stata oggetto di una poco responsabile gestione ed amministrazione del suolo, con evidenti conseguenze chiare a tutti i cittadini, anche a causa di una pianificazione provinciale che si e' dimostrata assolutamente inadeguata alla salvaguardia del nostro territorio. I rappresentanti del centro-sinistra, che in passato hanno amministrato e che a parole si dicono attenti alla salvaguardia dell'ambiente, dovrebbero dare finalmente delle risposte sul perché questo territorio e stato vittima di cementificazione. Per paradosso, infatti, anche le realtà comunali che si sono contraddistinte per un maggiore sviluppo urbanistico e quindi consumo del suolo, erano e sono proprio a guida di centro-sinistra”.
“Lo studio fatto dall'Unione Europea - continua Foroni - prende in considerazione gli ultimi 20 anni della gestione geopolitica europea, mettendo in evidenza territori che, meno di altri, hanno salvaguardato il suolo con appropriate politiche territoriali. E' nel nostro programma elettorale e di governo provinciale attuare una svolta decisiva a tali passate politiche che hanno portato conseguenza negative certamente non edificanti. I primi risultati ottenuti - prosegue  Foroni - sono già evidenti: appena insediati, abbiamo emanato linee guida fondamentali per la valorizzazione del territorio agricolo ed il blocco all'edilizia incontrollata e speculativa. Per la salvaguardia dell'ambiente, abbiamo adottato un nuovo piano rifiuti che per troppi anni era stato rimandato. Poi, la riorganizzazione della viabilità urbana in contrasto all'inquinamento ambientale ed acustico, ed infine gli incentivi alle attività agricole, utili a rilanciare e salvaguardare il nostro più importante patrimonio territoriale".
"Grazie alla legge regionale 12/2005 la Lombardia, come sempre, e' stata pioniera di una nuova politica a tutela del suolo - gli fa eco l'Assessore all'urbanistica Nancy Capezzera - attuando una vera rivoluzione in campo urbanistico al fine di mettere ordine e porre un freno alla vecchia concezione politica della gestione del territorio. In passato, tale gestione era prevalentemente comunale e di conseguenza sensibile agli opportunismi locali del breve termine, mentre oggi fa riferimento a pianificazioni più ampie e non speculative”.
Cosa significa in sostanza? “Partiamo dalla “filosofia” che sta alle spalle di questo modo di concepire la materia – prosegue l’Assessore –: l’espressione “consumo di suolo” non deve essere interpretata in modo negativo in senso assoluto, ma quando tale consumo non segue una strategia precisa, quando non è collegata alla reale richiesta di spazi del mercato, quando serve agli enti pubblici per fare cassa. Nuovi insediamenti produttivi ce ne saranno, sarebbe delittuoso bloccarli visto che sono il motore dell’economia. Ma per operare dovranno sottostare ad una serie di requisiti inderogabili: essere concentrati in zone infrastrutturate, con arterie stradali in grado di sostenere il traffico generato. Seconda regola, lo sfruttamento di aree già esistenti senza consumo di nuovo suolo. Su questo punto, però ritengo fondamentale che tutti sappiano come la Provincia da sola non può raggiungere l’obiettivo, se non supportata da azioni coerenti degli altri enti locali, i comuni in particolare”.
E i privati? “Anche a loro e alle associazioni di categoria di categoria, ai sindacati, è richiesta una nuova mentalità. Il pubblico lavora per favorire il privato quando l’azione di quest’ultimo va ad arricchire tutta la comunità e tutto il territorio, non il puro interesse del singolo”.
Terza, ma non meno importante regola, la perequazione: “un termine che tutti i cittadini devono capire. In poche parole, significa che chi compie la scelta coraggiosa di non vendere il proprio territorio ma di conservarlo, come hanno fatto i comuni dell’Oltre Adda, dividerà i proventi con chi invece ha permesso gli insediamenti”, chiude la Capezzera.

"Mi ritengo soddisfatto del lavoro intrapreso- conclude il Presidente Foroni - posso finalmente dire che il trend negativo attuato dalle passate amministrazioni e' stato finalmente interrotto. Grazie ai nostri interventi, nei prossimi anni, la Provincia, potrà annoverarsi fra quelle che hanno definitivamente cambiato la geopolitica territoriale in favore di una diversa salvaguardia e tutela del patrimonio ambientale del lodigiano. Questo non significa che lo sviluppo del lodigiano si fermerà ma sarà attuato secondo principi di limitatezza, razionalità e salvaguardia ambientale della vocazione agricola del territorio".

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