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Lotta Covid Le Regioni in giallo da lunedì 10 gennaio 2022

Altre quattro regioni vanno in zona gialla, la Liguria sfiora la zona arancione: cosa cambia da lunedì 10 gennaio

| Scritto da Redazione
Lotta Covid Le Regioni in giallo da lunedì 10 gennaio 2022

Le Regioni in giallo da lunedì 10 gennaio 2022

Altre quattro regioni vanno in zona gialla, la Liguria sfiora la zona arancione: cosa cambia da lunedì 10 genn

tre quattro regioni vanno in zona gialla, con la Liguria che sfiora la zona arancione. Questo il quadro che emerge dagli indicatori decisionali al vaglio della cabina di regia riunita questa mattina. Nell'ultima settimana hanno superato le soglie "gialle" del 10% di intensive e del 15% di ricoveri ordinari anche Abruzzo (13,3% e 18,7%), Emilia Romagna (15,7% e 19,4%), Toscana (17,2% e 17,9%) e Val d'Aosta (15,2% e 42,4%). Queste regioni si aggiungeranno pertanto alle 11 regioni già in giallo, ossia Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, PA Bolzano, PA Trento, Piemonte, Sicilia e Veneto.

10 regioni a rischio alto: raddoppia l'incidenza, rt in forte aumento

Sfiora la zona arancione la Liguria, che è oltre il parametro del 30% di ricoveri ordinari (al 34,2%) ma subito sotto quello del 20% per le intensive (al 19,5%). A rischio per la prossima settimana anche Piemonte (con le intensive oltre soglia al 21,7% e i ricoveri sotto al 26%) e le Marche (23,9% e 24,1%).

Zona gialla o arancione: cosa cambia

In zona bianca e gialla chi non ha un Super Green Pass ha le stesse limitazioni. Dal 10 gennaio si applica anche alla zona bianca e gialla l’obbligo di super green pass per la quasi totatalità delle attività. La differenza principale rimasta in piedi tra zona bianca-gialla e quella arancione è dunque la regola degli spostamenti al di fuori del proprio comune per i non vaccinati (che possono comunque uscire dal comune, per lavoro, per il vasto e mai chiarito fino in fondo campionario di "necessità", e motivi di salute)

Monitoraggio settimanale Covid-19, report 27 dicembre 2021 - 2 gennaio 2022

Si osserva un drastico peggioramento dell’epidemia con una incidenza settimanale che a livello nazionale raggiunge i 1.700 casi per 100.000 abitanti. La velocità di trasmissione nella settimana di monitoraggio è ulteriormente aumentata nella maggior parte delle regioni Italiane.

 Per la prima volta si osservano segnali plurimi di allerta a livello regionale nelle attività di sorveglianza e indagine dei contatti che porta in numerose regioni il non raggiungimento della qualità minima dei dati sufficiente alla valutazione del rischio e la conseguente classificazione a rischio non valutabile che equivale a rischio alto.

 La maggior parte del Paese si colloca a Rischio Alto o a Rischio Moderato con alta probabilità di progressione a rischio Alto: 10 Regioni italiane sono classificate a rischio Alto (o equiparate a rischio Alto) di una epidemia non controllata e non gestibile e 6 Regioni/PA si collocano a rischio Moderato con alta probabilità di progressione a rischio Alto, nel caso fosse mantenuta l’attuale trasmissibilità.

 La aumentata pressione sui servizi ospedalieri osservata nell’ultima settimana, associata alle progressive evidenze che arrivano da altri Paesi Europei, rende necessario invertire rapidamente la tendenza per evitare condizioni di estremo sovraccarico dei servizi sanitari, già oggi fortemente impegnati.

 L’attuale situazione caratterizzata da elevata incidenza pari ad oltre 20 volte la soglia dei 50 casi settimanali per 100.000 abitanti non consente una puntuale mappatura dei contatti dei casi, come evidenziato dalla bassa percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento che si conferma in continua e costante diminuzione.

 L’epidemia si trova in una fase delicata e, in assenza di misure di mitigazione significative, un ulteriore rapido aumento nel numero di casi e nelle ospedalizzazioni nelle prossime settimane è altamente probabile. Alla luce della elevata incidenza e della circolazione della variante Omicron di SARS-CoV-2, è necessario il rigoroso rispetto delle misure comportamentali individuali e collettive, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani e riducendo le occasioni di contatto ed evitando in particolare situazioni di assembramento.

 Una più elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a contenere l’impatto soprattutto clinico de

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