#LottaCoronaVirus Appello di Marco Pedretti (Seg.Cgil Cremona) FERMIAMO TUTTE LE ATTIVITA’ ED I SERVIZI NON INDISPENSABILI
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri di ieri non risponde affatto ai problemi sanitari del nostro territorio. La finalità, se volete condivisibile, di aumentare la percezione dei cittadini, la consapevolezza dell’emergenza che stiamo affrontando e di mettere in atto misure di prevenzione diffuse, non tiene purtroppo assolutamente conto che il propagarsi del virus ha assunto ad oggi proporzioni diverse nei territori e proprio per questo nella nostra Regione era nata la richiesta, da più parti, della necessità di adottare misure maggiormente restrittive.
La lettera inviata ieri dal Presidente di Regione Lombardia Fontana al Governo in realtà coglieva solo parzialmente queste richieste in quanto determinava già l’esclusione di tutto il comparto produttivo, affidando alla solo parte datoriale la decisione di regolamentare l’attività come richiesto da Confindustria. In questa fase non ci interessano contrapposizioni ideologiche o di parte, non stiamo trattando per un rinnovo contrattuale, ci preme solamente capire se le azioni messe in campo saranno in grado di limitare il contagio. Noi crediamo purtroppo di no.
Per questo riteniamo incomprensibile la posizione di Regione Lombardia e di Confindustria di anteporre le questioni economiche a quelle della salute.
Il messaggio di stare a casa solo dopo o prima il lavoro da l’idea che nei luoghi di lavoro non vi sia possibilità di contagio.
E’ indubbio che vi siano realtà produttive e di servizio virtuose che rispettano tutte le indicazioni di sicurezza, ma vi sono anche fabbriche che lavorano a catena, dove gli spazi di lavoro sono ridotti e non si rispettano le distanze minime fra chi opera o non esistono regolamentazioni di accesso nei luoghi affollati come gli spogliatoi aziendali.
Frequenti sono anche i casi di mancata fornitura dei dispositivi di protezione individuale necessari, talvolta viene impedito ai lavoratori di utilizzare anche quelli acquistati a proprie spese. A tal riguardo precisiamo che le maggiori segnalazioni ci arrivano dagli addetti vendita di alcuni supermercati, da chi lavora in front office, ovvero proprio coloro che sono e saranno costretti sempre a lavorare perché vendono generi alimentari ed hanno un contatto diretto con tantissime persone. Le mascherine non servono gli si dice, servono solo a contenere il virus, nessuno però è in grado di spiegare a queste donne e uomini come fanno a proteggersi da qualcuno che non la porta.
Le nostre categorie sindacali, i nostri delegati e rappresentanti alla salute ed alla sicurezza si stanno già attivando, chiederemo maggiori controlli agli enti preposti, cercheremo di fare il nostro lavoro, chiedendo il rispetto delle parti in cui il Decreto cita: la sicurezza, la riduzione e la sospensione dell’attività. Deve passare il concetto che si lavora solo dove vi è il rispetto della sicurezza personale.
Ma la nostra preoccupazione va ai settori più deboli, più parcellizzati dove non vi è nessun controllo.
I dati ci dicono che la situazione della nostra provincia è drammatica, i contagi sono più di mille e abbiamo avuto tanti, troppi decessi, il servizio sanitario è al collasso, gli operatori sanitari sono stremati.
L’obiettivo della proposta di fermare tutte le attività non essenziali è proprio quello di rallentare il diffondersi del virus, di invertire uno spaventoso trend di crescita per garantire la tenuta delle nostre strutture sanitarie e la garanzia di cura delle persone ricoverate.
Questa resta per la Cgil di Cremona la priorità.
Marco Pedretti – Segretario Generale Cgil Cremona
Cremona 12 marzo 2020