Sabato, 11 maggio 2024 - ore 12.11

Natalia Gutman in concerto a Cremona, tra Bach e Beethoven

Il concerto, fissato per sabato 4 ottobre alle 21:00 all’Auditorium Giovanni Arvedi, è dedicato alla memoria del Maestro Claudio Abbado

| Scritto da Redazione
Natalia Gutman in concerto a Cremona, tra Bach e Beethoven

Con il concerto di Natalia Gutman, sabato 4 ottobre, alle 21:00, all’Auditorium Giovanni Arvedi del Museo del Violino, la rassegna Stradivari Festival propone un viaggio musicale nel cuore della più nobile tradizione dell’interpretazione violoncellistica del ventesimo e ventunesimo secolo. La storia musicale recente non può, infatti, prescindere dall’artista russa, allieva prediletta di Rostropovič, e dall’intensità espressiva, dal timbro, dal colore e dalla tecnica, dalla fisicità e allo stesso tempo dall’ascesi delle sue interpretazioni in veste solistica o in collaborazione con prestigiosi ensemble o grandi direttori. Il concerto, una rara data italiana in un calendario fittissimo di impegni internazionali, è dedicato alla memoria Maestro Claudio Abbado, che ha spesso accompagnato la fulgida parabola artistica della musicista.

Fantasiosa e carismatica, Natalia Gutman ha da tempo affrontato con particolare rigore e passione le enigmatiche Suite di Bach, le loro complesse geometrie e le segrete regole algebriche e alchemiche che ne regolano l’apollinea bellezza. Quasi sottolineando come il mondo di Bach sia talmente compiuto in sé da sostenere il dialogo con qualunque altra forma di esperienza artistica, a Cremona, insieme al violinista Sviatoslav Moroz e il violista Dimitri Hoffmann, eseguirà anche due Trii per archi dall’op. 9 di Beethoven.

Composte tra il 1717 e il 1723 per la corte del principe Leopold di Anhalt-Köthen, le sei Suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach affermano il ruolo protagonista del violoncello, ormai affrancato da doveri di accompagnamento. La scrittura conserva ancora stilemi afferenti il mondo della viola da gamba, tuttavia distillati in un lessico musicale di nuovo conio, dove la polifonia non è più organizzazione verticale della frase secondo i principi dell’armonia tonale e dell’imitazione canonica, ma sviluppo rigoroso delle proprietà melodiche e ritmiche. La terza, in do maggiore, è forse la più elegante delle Suite. Il Preludio esordisce con un eclatante gesto musicale: in una battuta una scala discendente di due ottave, fino alla quarta corda vuota, polo d’attrazione per ogni forma melodica. Seguono una Allemande di gusto francese e la Courante, con accento italiano. Il metronomo rallenta nella Sarabande e gli arpeggi campiscono un’aura di serenità, mentre le due Bourrée offrono variazioni di carattere più libero. La Gigue contravviene invece alle leggi gravitazionali e sviluppa tratti ascendenti, innervati di tensione drammatica.

Quando, tra il 1796 e il 1798, Ludwig van Beethoven compone i Trii per archi op. 9, il Settecento è ormai concluso. In queste pagine ne resta il garbo colloquiale, misto a un colore insinuante di eroismo e malinconia, presagio di un atteggiamento più del cuore che della mente: il suono del violoncello intrecciato a quello della viola e del violino ne descrive ombre e sensuosi portamenti. Il forte impegno del Trio in sol maggiore è subito sottolineato dalla forza di espansione e dalla pregnanza espressiva dell’Allegro con brio. L’incantevole “cavatina” costituita dall’Adagio, ma non tanto, e cantabile, dove il fervore melodico è restituito in una struggente dimensione timbrica, è seguita, con progressiva intensificazione dionisiaca, dallo Scherzo e dal Presto. Ugualmente, nel Trio in do minore, Beethoven supera con la forza dei contenuti musicali i limiti di scrittura di un ensemble particolarissimo. Dagli accenti patetici del primo movimento all’irruente finale, il brano è un rigoglio d’immagini e soluzioni morfologiche, in un mirabile equilibrio di forma e di tensione emotiva. Quasi il commiato a una formazione diventata troppo angusta per le esigenze espressive del compositore.

Nata a Kazan, in Russia, Natalia Gutman ha studiato con il nonno Anisim Berlin, violinista, e Galina Kozolupova. Allieva prediletta di Rostropovič al Conservatorio di Mosca dal 1964, nel 1967 ha vinto il Concorso della ARD di Monaco di Baviera. Da allora ha iniziato una brillante carriera internazionale, che l’ha portata a esibirsi con le migliori orchestre del mondo. Ospite regolare dei più prestigiosi festival, ha collaborato con direttori d’orchestra quali Claudio Abbado, Wolfgang Sawallisch, Riccardo Muti, Bernard Haitink, Guennady Rozhdestwenskij, Yuri Temirkanov, Kurt Masur e Sergiu Celibidache. Gran parte dell’attività concertistica di Natalia Gutman è dedicata alla musica da camera: tra i suoi partner usuali Svjatoslav Richter, Isaac Stern, Martha Argerich, Yuri Bashmet, Elisso Virsaladze. È inoltre impegnata in masterclass in tutto il mondo; è stata docente alla Musikhochschule di Stoccarda e attualmente insegna a Mosca. Nel 2005, il presidente Köhler le ha conferito la più alta onoreficenza tedesca, il Bundesverdienstkreuz 1. Klasse; nel 2006, è stata nominata membro del Royal College of Music di Londra.

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