Domenica, 05 maggio 2024 - ore 15.04

Nuovo Ospedale di Cremona Perché dismettere il vecchio? Evelino Abeni

L’attuale ospedale non è stato – nella sua cinquantennale esistenza – esente da carenze e ritardi ma...

| Scritto da Redazione
Nuovo Ospedale di Cremona Perché dismettere il vecchio? Evelino Abeni Nuovo Ospedale di Cremona Perché dismettere il vecchio? Evelino Abeni

Nuovo Ospedale di Cremona Perché dismettere il vecchio? Evelino Abeni

Egregio direttore, su queste colonne, Giuseppe Azzoni ha espresso sue preoccupate riflessioni circa la scelta, portando avanti, di costruire un nuovo ospedale, dismettendo (demolendo?) l’attuale. Sento di condividerle.

Non poche domande, poste da chi è contrario a tale scelta, sono rimaste fin qui senza adeguate risposte da parte di chi dovrebbe darle. A parer mio, ve ne è una che sovrasta altre pur significative e importanti: è congrua, motivata una scelta che comporterebbe la diminuzione di oltre la metà dei posti letto accreditati all’attuale nosocomio? Può darsi che mi sia distratto, ma non ho sentito motivazioni convincenti al riguardo. Eppure qui sta un nodofondamentale dell’operazione che si vuole realizzare.

Al tempo del mio impegno in Consiglio Regionale (particolarmente sui problemi della sanità) non ho mai concorso ad erigere barricate rispetto a talune scelte di deospedalizzazione, soprattutto se volte a una diversa distribuzione delle risorse fra programmazione ospedaliera e potenziamento degli interventi strutturali sul territorio. Sapendo, però, che vi sono limiti non superabili, al fine di assicurare la qualità delle prestazioni sanitarie. Una riduzione così numerosa (numerosissima) dei posti letto deve essere supportata da solidissime motivazioni.

Che, finora, non sono espresse con chiarezza. Sarebbe utile, al riguardo, che si esponesse il piano sanitario che si colloca alla base del progetto da realizzare (quali unità operative, quali sezioni, quali servizi dovrebbero essere collocati nella nuova struttura, a confronto con quelle attuali). Va bene tentare di ridurre la spesa ospedaliera a favore di un significativo incremento di quella per la medicina territoriale nelle sue varie forme (case di comunità, associazionismo dei medici per il potenziamento della medicina di base, interventi di assistenza domiciliare), ma vi sono patologie che non possono non essere trattate con le degenze (anche di breve durata), se si vogliono evitare i disagi ai pazienti e ai loro famigliari.

L’attuale ospedale non è stato – nella sua cinquantennale esistenza – esente da carenze e ritardi (quelle relative alle lunghe attese al pronto soccorso e quelle di liste d’attesa troppo avanti nel tempo per interventi ed esami, sono comuni, purtroppo, alla gran parte degli altri ospedali). Ma ha saputo conseguire obiettivi di alta qualità rispetto a situazioni preesistenti. Penso all’impegno, e al serrato dibattito, per portare Neurochirurgia a Cremona. E, poi, al decollo di Ematologia con i trapianti di midollo.

E, ancora, al progressivo sviluppo di Emodinamica, con i numerosi interventi di angioplastica. L’el e ncazione potrebbe continuare, a testimonianza di scelte che hanno consentito a tanti pazienti delle nostre zone di essere trattati per patologie per le quali ci si doveva rivolgere agli ospedali in altre provincie. Sicuramente tali scelte sarebbero riversate nel nuovo ospedale... ma, ora sono già proficuamente operanti nell’attuale.

Altre scelte qualificanti potrebbero essere ulteriormente compiute in una complessiva operazione di sviluppo dell’attuale struttura, ove esistono spazi utilizzabili. Destinando, in tal senso, le risorse previste per l’ipotizzato nuovo ospedale. La riflessione ritorna allora prorompente sulla scelta da compiere: nuovo ospedale o importanti interventi di riqualificazione dell’attuale? Non sono possessore, al riguardo, di verità assolute da esibire, ma le mie riflessioni mi inducono tendenzialmente ad essere favorevole alla seconda opzione.

Varrebbe la pena di utilizzare il tempo disponibile, prima delle decisioni definitive, per ulteriori confronti di opinioni, investendo con idonee iniziative le articolazioni sociali, istituzionali, rappresentanze della popolazione del territorio. Una scelta di così fondamentale importanza per la nostra realtà non dovrebbe essere limitata soltanto alle decisioni di pur importanti organismi tecnico-burocratici.

 Evelino Abeni Cremona

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