L'ennesimo omicidio di un uomo afroamericano da parte della polizia statunitense sta provocando scontri e proteste da una parte all'altra del Paese. Il 46enne George Floyd è stato ucciso lunedì scorso a Minneapolis, in Minnesota, durante un'operazione di arresto.
Le autorità sono intervenute quando, lo scorso 25 maggio, Floyd avrebbe tentato di effettuare un acquisto in un negozio di alimentari usando un assegno falso. Quattro agenti sono intervenuti per bloccare e arrestare l'uomo, ma la situazione è degenerata come spesso accade negli Stati Uniti quando le forze dell'ordine si trovano ad arrestare afroamericani: un agente ha bloccato Floyd con un ginocchio sul collo e nonostante i ripetuti appelli dell'uomo, in evidente stato di soffocamento, l'agente non ha mollato la presa e il 46enne è spirato in pochi minuti.
L'arresto è stato ripreso da alcuni passati e il caso, l'ennesimo negli ultimi mesi, ha provocato e sta continuando a provocare rabbia e indignazione. Troppi afroamericani vengono uccisi ogni anno dalle forze dell'ordine e l'omicidio di Floyd è soltanto l'ultimo di una lunga lista. E i cittadini hanno deciso di dire basta.
I quattro agenti coinvolti nell'arresto e l'omicidio di George Floyd sono stati prontamente licenziati, ma questo non basta. La mobilitazione, stavolta, rischia di essere unica nel suo genere, perchè quella di Floyd e di molti altri afroamericani era una morte che poteva essere facilmente evitabile. E invece gli agenti non hanno esitato ad esagerare, anche di fronte ad una situazione che non richiedeva quell'abuso di forza e di potere.