Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 04.12

PERICOLO. CHI TOCCA … FARINACCI MUORE |G.Azzoni

| Scritto da Redazione
PERICOLO. CHI TOCCA … FARINACCI MUORE |G.Azzoni

Lettera dal ventennio (9)
Caro lettore, a differenza persino del duce, che non potè evitare fronde e dissidi, il ras di Cremona nel suo piccolo feudo eliminò immediatamente ogni possibile pericolo per il suo assoluto predominio. Lo fece ovviamente grazie al determinante sostegno dei locali poteri forti dell’epoca. Raccontiamo oggi il caso del prof. Alessandro Groppali, che rappresentò a suo tempo un pericolo per il ras se pure del tutto involontariamente. Egli era un personaggio importante della Cremona di inizio secolo, interventista e poi garante e socio del giovane Farinacci al tempo dello squadrismo e degli inizi del dominio fascista. Professore universitario di diritto, ricoprì a Cremona numerose cariche. Rappresentò anche gli interessi cremonesi come consigliere (con l’avv. Montanari) nella Banca Agricola di Parma. Banca nella quale Farinacci aveva fatto in modo che Cremona fosse presente e della quale si era servito in svariati modi. Come è noto nel 1926 questa banca fallì per aver fatto speculazioni e concesso favori e prestiti azzardati. Farinacci c’entrava ma aveva avuto l’avvertenza di rimanere nell’ombra. Nell’ombra non erano certo rimasti il suo amico conte Lusignani, fondatore e presidente della banca, ed il prof. Groppali consigliere d’amministrazione. Lo scandalo scoppiò in un momento delicato per il nostro ras, appena estromesso dalla carica di segretario nazionale del PNF ed oggetto di ostilità ed attacchi da parte di importanti gerarchi (visto con fastidio dallo stesso duce). Perplessi erano anche dei cremonesi rimasti danneggiati dal fallimento. Specifiche prove di colpa nel fallimento potevano essere usate in modo esiziale per il ras. Ma egli si tiene ben fuori, lascia che tutte le colpe ricadano sui più esposti. Lusignani muore per veleno in carcere, Groppali è incarcerato e Farinacci  rifiuta di fargli da avvocato. Ancora Groppali perde ogni carica ed anche il posto di professore universitario. Affronta il processo e deve deporre a Roma. C’è molta tensione e preoccupazione su quanto potrà dire a giudici all’epoca molto vicini al potere ed ai suoi variabili umori. Così nel gennaio 1928 gira la voce che a Groppali potrebbe addirittura “fare la pelle” quel Passani famigerato squadrista che capeggiò i manganellatori uccisori di Attilio Boldori. Il Passani era rimasto impunito con la difesa di Farinacci in tribunale. Pertanto il gerarca Suardo del ministero degli interni, a nome del duce, chiede addirittura al prefetto che Groppali venga protetto con una speciale vigilanza davanti a casa. Così fu.
Farinacci non ebbe danni dal processo e Groppali … sopravvisse.
Giuseppe Azzoni

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